22 dicembre 1586 – La Chiesa della Maddalena: dall’Arciconfraternita del Gonfalone ai Ministri degli Infermi Camilliani

La Chiesa della Maddalena: dall’Arciconfraternita del Gonfalone ai Ministri degli Infermi Camilliani (22 dicembre 1586)

La configurazione definitiva del complesso della Maddalena, così come la vediamo oggi, risale al periodo storico a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo. Fin dal 1628 quasi tutto l’isolato era divenuto proprietà dei Ministri degli Infermi[1].

Già nel 1586 la Chiesa fu concessa a Camillo de Lellis dall’Arciconfraternita del Gonfalone perché vi si trasferisse dalla casa sita nei pressi di via delle Botteghe Oscure, dove viveva con due suoi compagni: Bernardino Norcino e Fratel Curzio Lodi

Con l’accrescersi della compagnia e non essendoci nella detta casa né Chiesa né oratorio per celebrare Messe, l’allora P. Camillo, tra le varie chiese di Roma a cui aveva pensato, trovò conveniente ai bisogni del suo Istituto la Chiesa di Santa Maria Maddalena[2].

Alla chiesa, prima ancora che appartenesse all’Arciconfraternita del Gonfalone, era annesso un ospizio detto dei Disciplinati, Battuti o Battensi, con titolo di  confraternita della Beata Maria Maddalena. Essa fu successivamente unita da Innocenzo VIII,  insieme ad altre Compagnie, alla detta Arciconfraternita del Gonfalone che ebbe la cura della Chiesa fin dal 1478.

Le trattative si conclusero il giorno 22 dicembre dello stesso anno 1586 con la stipulazione del  relativo contratto, firmato dalle parti interessate e cioè, a nome della suddetta Arciconfraternita, dai Patrizi Romani suoi custodi, Mons. Girolamo D’Avila, Paolo Mattei, Carlo de’ Massimi e Ulisse Lanciarini e da parte della congregazione dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, dal Padre Camillo de Lellis e da alcuni suoi principali Compagni.

Successivamente le parti contraenti, a maggior cautela e garanzia del proprio contratto decisero di sottoporlo alla sanzione e conferma della Santa Sede Apostolica.

La risposta è avvenuta con Bolla speciale del 20 marzo 1587, Sacrosanctae Romanae Ecclesiae nella quale il Pontefice Sisto V confermava e ratificava il contratto del quale riassume le clausole e condizioni principali.[3]

Sacrosanctae Romanae Ecclesiae – bolla di Papa Sisto V in cui si conferma la concessione della chiesa della Maddalena

«La Ven. Arciconfraternita del Gonfalone concede al P. Camillo de Lellis e sua Congregazione l’uso della Chiesa di S. Maria Maddalena, sita presso la Piazza della Rotonda, colle sue tre campane, cioè due grandi poste sopra il tetto ed una piccola presso l’Altare Maggiore di detta Chiesa, ad esclusione di altri beni stabili nonché diritti di qualsiasi genere che ad essa possano appar­tenere o competere.

«D’altra parte però il prelodato P. Camillo e sua Congregazione pro tempore in corrispettivo e riconoscimento per siffatta concessione sarà tenuto e obbligato:

  1. di celebrare o di far celebrare in detta Chiesa una Messa in tutte le Domeniche e feste di precetto durante l’anno;
  2. di provvedere a tutte sue spese alla manutenzione di essa Chiesa nelle cose necessarie al divin Culto: lumi, olio, cera, parati, ornamenti e simili, nonché di tenere gli altari forniti dei relativi oggetti necessari;
  3. di restaurare, risarcire e conservare detta Chiesa colle sue campane, nonché il selciato davanti alla medesima, pagando altresì qualunque tassa e contributo al riguardo, senza che in nessun caso si possa addebitarne la Confraternita stessa la quale anzi intende che la Chiesa della Maddalena con tutti i restauri, miglioramenti e fabbriche che si potessero eseguire, eziandio in modo eccessivo e non necessario, dal detto P. Camillo e Suoi, dovrà restituirsi gratuitamente alla Ven. Arciconfraternita quante volte ne partissero o la loro Congregazione si trovasse disciolta;
  4. di parare la Chiesa nel modo consueto nella festa della Santa Titolare ed in tale occasione, dovendo intervenire alle sacre funzioni, gli ufficiali ed altri membri dell’Arciconfraternita questi avranno diritto ad un’accoglienza onorifica prendendo posto distinto e riservato presso l’altare Maggiore;
  5. di tenere esposti sopra la porta esterna gli stemmi del Papa regnante, del Cardinale Protettore nonché quello dell’Arciconfraternita. Di più per tutelare il diritto e dominio proprio sulla Chiesa stessa, viene ingiunto ai Custodi di fare apporre sulla facciata una lapide con relativo stemma ed iscrizione che ne ri­chiamino l’assoluto dominio e possesso da parte di essa Arciconfraternita;
  6. finalmente di fare ogni anno, alla Ven. Arciconfraternita, nella Festa di S. M. Maddalena l’offerta di un Cero da 5 libbre, come pure ogni cinque anni quella di un Calice e patena d’argento del valore di dieci scudi, quale omaggio di tributo e riconoscenza verso la medesima ».

Solo il 24 novembre del 1621, la chiesa fu liberata dall’Arciconfraternita con una spesa di 1400 scudi con breve di Gregorio XV, Superna dispositione.

[1] Per una dettagliata storia e descrizione della casa, cfr. Marino A., La chiesa e il convento della Maddalena: rococò romano-rococò europeo, Edizioni Tracce, Pescara 1995.

[2] “È la più antica chiesa di Roma dedicata a questa Santa. Il Sacro edificio esisteva già nel 1403 e dava il nome alla vicina contrada che, allora come oggi, diceasi della Maddalena. Alla Chiesa era annesso un ospedale detto dei Battensi”: Prof. Armellini, citato da Amici M., Memorie storiche intorno a S. Camilllo de Lellis, nonché alla Chiesa e casa di S. Maria Maddalena, Tip. Pontificia dell’Istituto Pio IX, Roma 1913, p. 97.

[3] ARCHIVIO GENERALE MINISTRI DEGLI INFERMI – ROMA (d’ora in poi indicato dalla sigla AGMI seguita dal numero di collocazione) quindi: AGMI, 2313.