Preghiere, orazioni e brani scritturistici per la celebrazione eucaristica nella solennità di San Camillo de Lellis (14 luglio 2023)

 

Celebrazione Eucaristica

Solennità di

San Camillo de Lellis

 

14 luglio 2023

Chiesa di “S. Maria Maddalena” Roma

 

PDF COMPLETO Liturgia – 14 luglio 2023

  1. Su nei cieli a Te risuona,

o Camillo inno immortal,

a Te fulgida corona

cinge il crin patrialcal:

godi in sen al Tuo Signore,

servo vigile, fedel.

 

RIT.: Salve apostolo d’amore,

serafino in uman vel!

Salve apostolo d’amore,

serafino in uman vel!

 

  1. Teco esultan nella gloria

di più secoli gli eroi,

con le palme di vittoria,

che han mietute ai cenni Tuoi.

Quanto al campo del dolore,

ne immolò morbo crudel. RIT.

 

  1. Degli infermi e dei morenti,

o Camillo odi il sospir,

sono cuori in Te fidenti

fra l’angoscia ed il martir.

Dolce lor consolatore,

scendi Padre Tu dal Ciel. RIT.

 

COLLETTA

O Dio, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio unigenito

non per essere servito ma per servire e dare la sua vita per i fratelli,

concedi che, sorretti dall’esempio e dalla intercessione

del nostro padre San Camillo, siamo sempre fedeli alla nostra consacrazione

di servizio agli infermi.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

PRIMA LETTURA

Dal libro del Siracide (4,1-6.10)

Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente.

Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l’occasione di maledirti, perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore esaudirà la sua preghiera. Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre.   Parola di Dio.

 

SALMO RESPONSORIALE    Dal Salmo 144

R. Paziente e misericordioso è il Signore.

 

O Dio, mio re, voglio esaltarti

e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.

 

Il tuo regno è regno di tutti i secoli,

il tuo dominio si estende ad ogni generazione.

Il Signore sostiene quelli che vacillano

e rialza chiunque è caduto. R.

 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,

santo in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a quanti lo invocano,

a quanti lo cercano con cuore sincero. R.

 

 

 

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (12,6-16b)

Fratelli, abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.    Parola di Dio.

 

CANTO AL VANGELO (Mt 7,21)

  1. Alleluia, alleluia.

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli,

ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. R. Alleluia.

 

VANGELO

Dal vangelo secondo Matteo (25,31-40)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?

Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

Parola del Signore.

 

CREDO

 

Offertorio

 

Guardiamo a te che sei
Maestro e Signore:
Chinato a terra stai,
Ci mostri che l’amore
È cingersi il grembiule,
Sapersi inginocchiare,
C’insegni che amare è servire.

 

Rit: Fa’ che impariamo, Signore, da Te,
Che il più grande è chi più sa servire,
Chi s’abbassa e chi si sa piegare,
Perché grande è soltanto l’amore.

 

E ti vediamo poi,
Maestro e Signore,
Che lavi i piedi a noi
Che siamo tue creature
E cinto del grembiule,
Che è il manto tuo regale,
C’insegni che servire è regnare.

 

SULLE OFFERTE

Accetta, Padre santo, i doni che ti offriamo nella solennità di san Camillo e infondi in noi l’ardore della carità perché vivendo in costante fraterna comunione, sia sincera la testimonianza della nostra fede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

 

 

 

 

 

INTERCESSIONI

Nella celebrazione del nostro Fondatore e Patrono, rivolgiamo la nostra preghiera a Dio, perché il servizio che rendiamo ai malati sia sempre animato dalla carità di cristo sul modello di San Camillo.

 

Preghiamo insieme e diciamo: Donaci il tuo amore, o Signore

– Per la Chiesa, perché in essa i suoi figli si amino reciprocamente con amore fraterno, preghiamo:

 

– Per noi e per coloro che lavorano nei nostri centri sanitari, di cura, di formazione e di umanizzazione: perché, rinnovati nello spirito, ci rivestiamo di misericordia unendoci a Cristo nell’esercizio dell’assistenza ai malati, preghiamo:

 

– Per tutti noi che abbiamo deciso di seguire l’esempio di San Camillo, affinché ci sforziamo di svolgere il nostro impegno con generosità e competenza, vedendo nel malato l’immagine stessa del Cristo sofferente, preghiamo:

 

– Perché sappiano infondere a coloro che sono provati dalla malattia il coraggio nella prova; la speranza nella stagione del dubbio e la fede quando la disperazione assale, preghiamo:

 

– S. Camillo interceda presso il Padre affinché l’Ordine e la grande famiglia carismatica camilliana, possano progredire e crescere rigoglioso nei vari continenti del mondo, preghiamo:

 

– Perché riconosciamo sempre più il valore evangelizzante della carità cristiana in quei Paesi dove manca la fede in Cristo, preghiamo:

 

Dio onnipotente accogli con bontà la nostra preghiera e, per intercessione di San Camillo, concedi a noi di vivere nel tuo amore e di compiere ciò che a te piace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Preghiera Eucaristica V/4

 Gesù passò beneficando

 

V/. Il Signore sia con voi.

R/. E con il tuo spirito.

V/. In alto i nostri cuori.

R/. Sono rivolti al Signore.

V/. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

 

R/. È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

renderti grazie sempre e in ogni luogo,

Padre di misericordia e Dio fedele,

che ci hai donato Gesù Cristo, tuo Figlio,

nostro Signore e redentore.

 

Sempre si mostrò misericordioso

verso i piccoli e i poveri,

verso gli ammalati e i peccatori,

e si fece prossimo agli affaticati e agli oppressi.

 

Con la parola e le opere

annunciò al mondo che tu sei Padre

e ti prendi cura di tutti i tuoi figli.

Per questo mistero di salvezza

ti lodiamo e ti benediciamo,

e uniti agli angeli e ai santi

cantiamo senza fine

l’inno della tua gloria:

 

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Osanna nell’alto dei cieli.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Osanna nell’alto dei cieli.

 

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

 

CP Veramente santo sei tu

e degno di gloria, Dio che ami gli uomini,

sempre vicino a loro nel cammino della vita.

Veramente benedetto è il tuo Figlio,

presente in mezzo a noi

ogni volta che siamo radunati dal suo amore.

Egli, come un tempo ai discepoli,

ci svela il senso delle Scritture

e spezza il pane per noi.

 

Congiunge le mani e, tenendole stese sulle offerte, dice:

Ti preghiamo, Padre clementissimo:

manda il tuo Spirito Santo

a santificare il pane e il vino

perché questi doni diventino per noi il Corpo e il Sangue

del Signore nostro Gesù Cristo.

 

La vigilia della sua passione,

nella notte dell’ultima Cena,

egli prese il pane e rese grazie,

lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse:

 

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo

offerto in sacrificio per voi.

 

Poi prosegue:

Allo stesso modo, dopo aver cenato,

prese il calice, ti rese grazie,

lo diede ai suoi discepoli e disse:

 

Prendete, e bevetene tutti:

questo è il calice del mio Sangue,

per la nuova ed eterna alleanza,

versato per voi e per tutti

in remissione dei peccati.

Fate questo in memoria di me.

 

Mistero della fede.

Il popolo prosegue acclamando:

Annunciamo la tua morte, Signore,

proclamiamo la tua risurrezione,

nell’attesa della tua venuta.

CC Ora, Padre santo,

celebrando il memoriale di Cristo tuo Figlio e nostro salvatore,

che per la passione e la morte di croce

hai fatto entrare nella gloria della risurrezione

e hai posto alla tua destra,

annunciamo l’opera del tuo amore fino al giorno della sua venuta,

e ti offriamo il pane della vita e il calice della benedizione.

Guarda con benevolenza l’offerta della tua Chiesa:

è il sacrificio pasquale di Cristo

che egli stesso ci ha consegnato e che noi ti presentiamo.

Concedi che, comunicando al suo Corpo e al suo Sangue,

per la potenza del tuo Spirito di amore

diventiamo, ora e per l’eternità,

membra vive del tuo Figlio.

 

1C Conduci, Signore, la tua Chiesa

alla pienezza della fede e dell’amore,

in unione con il nostro vescovo, il papa Francesco

il vescovo Baldassarre qui presente,

con tutti i vescovi, i presbiteri, i diaconi

e l’intero popolo che tu hai redento.

Apri i nostri occhi

perché vediamo le necessità dei fratelli,

ispiraci parole e opere per confortare gli affaticati e gli oppressi.

Fa’ che li serviamo in sincerità di cuore

sull’esempio di Cristo e secondo il suo comandamento.

La tua Chiesa sia testimonianza viva

di verità e di libertà, di giustizia e di pace,

perché tutti gli uomini si aprano a una speranza nuova.

 

2C Ricordati anche dei nostri fratelli

e delle nostre sorelle …,

che si sono addormentati nella pace del tuo Cristo,

e di tutti i defunti dei quali tu solo hai conosciuto la fede:

ammettili a godere la luce del tuo volto

e dona loro la pienezza di vita nella risurrezione.

Concedi anche a noi, al termine del pellegrinaggio terreno,

di giungere alla dimora eterna, dove vivremo sempre con te;

e in comunione con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio,

gli apostoli e i martiri,

San Camillo e tutti i santi,

per Gesù Cristo, tuo Figlio,

loderemo e proclameremo la tua grandezza.

Per Cristo, con Cristo e in Cristo,

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

 

Comunione

 1. Posso parlare le lingue del mondo,

ma senza l’amor nulla vale.
Posso conoscere tutti i misteri,

ma senza l’amor nulla vale.

Posso donare le mie ricchezze,

ma senza l’amor nulla vale.
Posso bruciare anche il mio corpo,

ma senza l’amor nulla vale.

2. L’amore è benigno e paziente,

l’amore non è invidioso.
L’amore è umile e buono,

non cerca il proprio interesse.

 L’amore non si adira mai,

non tiene conto del male.
Non si compiace dell’ingiustizia,

ma cerca la verità.

3. L’amore poi copre ogni cosa,

sempre dimostra fiducia.
L’amore spera oltre la morte,

con calma tutto sopporta.

Scompariranno le profezie

assieme a tutta la scienza.
Però l’amore non avrà fine:

e la più grande virtù… è l’amore.

DOPO LA COMUNIONE

La mensa celeste, sorgente di carità per San Camillo,

ci riempia del tuo spirito, Signore,

perché possiamo servire te nei fratelli infermi

e meritiamo di essere annoverati tra i benedetti nel tuo regno.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

Finale

RIT.: San Camillo, prega per noi,

San Camillo, prega con noi. (2v.)

 

1. Siate testimoni dell’amore di Dio,

nel servizio e nella cura dei sofferenti.

Siate portatori di luce e di speranza

per chi è afflitto dalla sofferenza.

Siate radicati nella preghiera

uniti nella carità…

Siate radicati nella preghiera,

sorgente dell’umiltà. RIT.

 

2. Siate costruttori di pace e di armonia

perché siamo tutti figli di un unico Padre.

Siate premurosi con più cuore nelle mani

come una madre cura il proprio figlio nel bisogno.

Siate radicati nella preghiera

uniti nella carità…

Siate radicati nella preghiera,

sorgente dell’umiltà. RIT.

 

 

 

 

 

 

LETTURA DEL TRANSITO

Gli ultimi giorni terreni di San Camillo de Lellis

Dal 18 maggio, per adeguarsi all’uso comune, Camillo sta nell’infermeria. C’è consulto dei medici. Lui li toglie dall’imbarazzo, anticipando la conclusione: «Son vecchio e vado declinando. Dalla mia piaga esce tanta materia che, a una libbra al giorno, in capo a un anno, sarebbe più di un barile e mezzo di umore…Dio può far miracoli, ma io ritengo di non dover guarire…».

Un’infinità di religiosi, di tutti gli Ordini, sfilano davanti al suo letto. A padre Ferdinando di Santa Maria, Generale dei Carmelitani Scalzi, confida: «Padre, preghi per me e faccia pregare, perché possa far bene quest’ultimo passo della morte.

E di questo la prego con le ginocchia in terra, perché sono stato un gran peccatore, giocatore, uomo di mala vita…». A un novizio che il giorno dopo deve fare la professione, raccomanda: «Fratello, quando avrai fatta la professione, e offerto la stessa a Dio per mezzo dei santi voti, subito ricordati di pregar per me, misero peccatore.  Prega per questo mostro pieno di difetti e senza spirito. Prega perché il Signore mi conceda la grazia di salvarmi».

Chi lo aveva visto entrare nell’infermeria, sorretto da due compagni, era rimasto impressionato: «…Andando egli tanto incurvato, che la testa quasi gli toccasse le ginocchia». «Nell’infermeria poteva ascoltare ogni mattina la Santa Messa e attendere puntualmente alle pratiche di regola. Finché poté si sforzò di dire il breviario con l’aiuto di un compagno. Quando non gli riuscì più, chiedeva qualche volta in carità ad alcuni dei suoi sacerdoti di recitarlo in sua presenza» (M. Vanti).

Riceve il Viatico in forma solenne, dalle mani del cardinal Ginnasi, il 2 luglio. Dopo il «Domine non sum dignus», aggiunge: «Signore, io confesso di non aver fatto niente di bene e di essere un miserabile peccatore, perciò non mi resta che la speranza della vostra misericordia…». Poi raccomanda al confessore di non lasciare più entrare nessun estraneo, perché vuole prepararsi in pace a morire.

A padre Marcello che insiste perché riceva alcuni gentiluomini dice: «Fate le mie scuse con questi Signori. Io ho già preso l’Olio Santo, e mi voglio ritirare un poco dentro me stesso. – Padre, questi Signori vengono per consolazione delle loro anime. –Padre Marcello, si muore una volta sola e io devo procurar di morir bene, e così spero di fare con l’aiuto del mio Signore».

Domenica 13 luglio: esige che il “Testamento spirituale” gli venga legato sul corpo dopo la sua morte e lasciato nella sepoltura. Lo fa leggere a voce alta. È il solenne congedo dal proprio corpo, la vigilia della morte.

Sul finire della giornata, annuncia: «questa è l’ultima notte».

All’Alba del 14 luglio, festa di san Bonaventura, ha fretta che si celebri la messa: «sarà l’ultima che sento». Al “memento dei vivi” cava fuori la poca voce che gli resta: «fratelli, aiutatemi. Adesso è tempo: oratione, oratione adesso, acciò il Signor mi salvi». Vuole si vada in alcuni monasteri che indica lui a chiedere preghiere. Ogni tanto sospira: «Com’è lungo questo giorno». Ringrazia il medico: «altro medico mi aspetta!… sto in attesa della chiamata del Signore».

Dopo aver rassicurato i fratelli e riempiti di tanto fervore si immerge in un profondo silenzio; poi riprendendo dice: «Padri e fratelli miei, io domando misericordia a Dio, e perdono al padre Generale qui presente e a tutti d’ogni mal esempio che ho potuto dare, assicurando che tutto è proceduto piuttosto dal mio non sapere che da mala volontà. Infine per quanto mi è concesso da Dio, come padre vostro, nel nome della Santissima Trinità e della Beatissima Vergine, dono a voi, come agli assenti e ai futuri mille benedizioni». Tutti lo abbracciano, soffocando a stento i singhiozzi. Non smette di pregare.

All’Ave della sera recita l’Angelus. Gli offrono del brodo. Rifiuta scusandosi: «Aspettate un altro quarto d’ora. Poi mi ristorerò…». Sono le ultime parole prima di entrare in agonia. Tutti accorrono per la “raccomandazione”. All’invocazione “mite e festoso ti manifesti Cristo Gesù il suo volto”, Camillo si illumina per un istante, e unisce l’ultimo sorriso all’ultimo respiro.

Lui quel volto lo conosce da tanto tempo. Sono le 21 e 30 del 14 luglio 1614.

 

CAMILLO, FEDELE SERVITORE DEL SIGNORE,

ricettacolo di un dono impossibile da contenere, con coraggio e generosità ti sei lasciato trasformare dall’Amore e, senza filtri o barriere lo hai riversato sui malati, gli emarginati, gli ultimi.

Guaritore ferito, la tua vulnerabilità e i tuoi limiti sono stati risorsa per un amore che abbraccia senza possedere; che accoglie senza giudicare; che dona senza attesa di ricompensa.

Come fuoco che arde, la passione ti ha consumato facendoti rivoluzionario e creatore di nuovi percorsi: l’Amore ha superato leggi e regole, e sei andato spedito sulla via della carità.

Hai dato vita a una “nuova scuola di carità”, modello ai compagni che seguirono le tue orme.

Con la stessa passione di una madre china sull’unico figlio malato, anche loro hanno assistito malati; accompagnato morenti; asciugato lacrime; riscattato coloro che avevano perso la libertà.

Il tuo carisma, scia luminosa che illumina di vivida luce il mondo, da 400 anni forgia persone di ogni latitudine: a te guardano come modello inarrivabile e attraente, perenne e sempre nuovo.

Conservaci nella freschezza del tuo messaggio di carità, per restare chinati sul malato “nostro Signore e padrone”, consapevoli che la carità richiede sentimento, intelligenza e azione.

Riscalda i nostri cuori al fuoco della misericordia, così che il nostro operare sia guidato dalla tenerezza, dal rispetto, dall’accoglienza e dalla generosità.

Apri i nostri occhi perché sappiamo guardare con simpatia il tempo che viviamo e scrutare i bisogni nascosti nelle pieghe della società, disposti a “scavare sotto la terra per trovare i poveri”.

E, infine, sorretti dalle tue mille benedizioni, fa’ che restiamo fedeli non solo nelle giornate luminose, fruttuose e di successo, ma anche in quelle oscure, aride e di fallimento. Amen.