In copertina particolare della ““Vita Manoscritta” di Sanzio Cicatelli
Camillo, soldato di ventura, ridottosi a chiedere lavoro e alloggio presso il convento dei padri Cappuccini nella città di Manfredonia, è “lontano da Dio” pensa di passare l’inverno dell’anno 1574-1575 presso i frati per poi tornare in primavera alla vita di prima. Dio, invece, lo stava aspettando per toccargli il cuore.
Inizia così la “profezia” dell’Ordine camilliano che vede ancora oggi il suo cuore pulsare all’unisono con quello del suo Fondatore, è proprio da quel viaggio di ritorno da S. Giovanni Rotondo a Manfredonia lungo le strade solitarie e tortuose che si snodano sul monte Gargano, località conosciuta
come la Valle dell’Inferno, che avvenne l’indelebile esperienza interiore ed esteriore chiamata da Camillo stesso “conversione” che ne muta profondamente l’animo e l’intero indirizzo della sua vita. Egli stesso rievocherà ai religiosi a lui più vicini questo prodigioso evento.
Tra questi, soprattutto, il p. Sanzio Cicatelli ne conobbe i vari particolari, che ebbe cura di annotare e tramandarcene una descrizione viva e minuziosa nella “Vita Manoscritta”. (Conservata nell’Archivio della Casa Generalizia AGMI 116). Scarica qui il PDF della trascrizione
Oggi nella Valle dell’Inferno, dal 2 febbraio del 1975, 4° centenario della conversione, si erge un monumento a ricordo.
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