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‘I carismi non sono consegnati ad una istituzione o a un gruppo perché li custodisca; piuttosto si tratta di doni dello Spirito dati alle persone, integrate nel corpo ecclesiale attratti verso il centro che e Cristo’. Papa Francesco
Siamo otto espressioni del carisma camilliano, così profondamente umano, evangelico, sempre molto attuale e soprattutto molto necessario nel mondo di oggi.
- Un ordine maschile: Ministri degli Infermi (Camilliani)
- Quattro congregazioni femminili:
Figlie di San Camillo (beato Luigi Tezza e beata Giuseppina Vannini)
Ministre degli Infermi di San Camillo (Beata Maria Domenica Brun Barbantini)
Ancelle dell’Incarnazione (p. Primo Fiocchi)
Stella Maris (Guarulhos – SP – Brasile)
- Due istituti femminili secolari:
Missionarie degli Infermi – Cristo Speranza (Germana Summaruga)
Kamillianischen Schwestern – Camillian Sisters (p. Calisto Vendrame e Heidi)
- Organizzazione laicale legata ai Camilliani
Famiglia Camilliana Laica (FCL)
Quale annuncio riceviamo da questo incontro, che ha visto raccolte realtà religiose, secolari consacrate e laiche che fanno riferimento alla spiritualità di S. Camillo?
Consapevoli di condividere la stessa radice, sia pure nella specificità dei singoli carismi, desideriamo annunciarla tra di noi e al mondo.
E’ la prima volta che ci è data l’occasione di incontrare le varie realtà carismatiche che hanno preso origine dall’opera di S. Camillo: di incontrarci come persone tra noi, di conoscerci, di sperimentare un percorso comune. Siamo Chiesa che ha provato a vivere la sinodalità. Ci hanno fatto da guida lo Spirito Santo e le due figure evangeliche della samaritana al pozzo e del samaritano sulla strada di Gerico.
Patrizio Sciavini ci ha suggerito i significati che queste due icone ci regalano: l’iniziativa di Dio che precede ogni nostro incontro (Dammi da bere) fino a lasciarci abbandonare il secchio nell’ora del mezzogiorno di ciascuno; la disponibilità a lasciarci rivelare a noi stessi nella pienezza del proprio fragile vissuto, e la conversione da “annunciata” ad “annunciatrice”.
Quale annuncio dal percorso del samaritano? E’ la partecipazione nuda e cruda alla sofferenza dell’altro, senza alcun riferimento esplicito alla fede o alla legge: è l’amore che oltrepassa, anzi rompe la legge. Ci incontriamo con il rovesciamento della domanda da: “chi è il mio prossimo?” a: “di chi voglio essere prossimo?”
Vista la grande partecipazione a questo incontro di persone di diverse culture, storia, tradizioni… la riflessione sull’interculturalità ci ha permesso di riconoscerci in un percorso di crescita che ci chiama ad una consapevolezza: non basta cambiare mentalità, bisogna acquisire una mentalità di cambiamento, che non si limiti ad accogliere ciò che accade, ma che esprima l’intenzione di realizzarlo!
Incontrando persone venute da ogni parte del mondo, abbiamo sperimentato la mondialità della nostra fede, perché abbiamo ricevuto il Vangelo incarnato in tutto il mondo, abbiamo incontrato il mondo, la cui lingua è il Vangelo.
L’esperienza di comunione che abbiamo fatto incontrandoci ed ascoltandoci è stata molto variegata, anche per le singole vicissitudini condivise nei momenti informali: ci hanno donato la valenza dell’impulso vocazionale che per noi è annuncio di fedeltà e di amore alla propria vocazione.
Da P. Amedeo Cencini siamo stati sollecitati a riconoscere nella sincerità la verità, a vivere il nostro cammino con spirito di “DOCIBILITAS” (colui che ha imparato ad imparare da tutte le circostanze, dalle relazioni con qualsiasi altro) ed allenarci ad ascoltare il “radicalmente Altro”: DIO.
Il santo popolo di Dio, di cui siamo parte, è chiamato a testimoniare e consolidare la fede nella chiesa nel valorizzare e trovare il senso del dolore dell’uomo che soffre, rispettando la persona nella sua integrità: è speranza fatta carne che sperimentiamo in questa multiforme varietà di presenze che attingono alla figura di S. Camillo, nello “sbizzarrirsi” dello Spirito che continua a suscitare novità (Sr. Elisa Kidanè).
Riconoscenti di essere stati convocati, convinti che le differenze messe in comunione ci hanno arricchito, grati della diversità che ci ha resi ancor più fratelli, insieme camminiamo con speranza e fiducia per dire al mondo che è possibile essere profeti di misericordia con una sempre più chiara identità camilliana, ricercata nella pluralità delle culture.
Questo incontro, grande kairòs della storia camilliana, è l’inizio di un cammino che si apre per la famiglia carismatica camilliana, e ci spinge alla gioia della comunione tra noi e della missione tra chi soffre.
Che san Camillo, la Madonna della Salute e tutti i nostri beati – p. Enrico Rebuschini, p. Luigi Tezza, Madre Giuseppina Vannini, Madre Maria Domenica Brun Barbantini – la serva di Dio, Germana Sommaruga … siano i nostri veri ispiratori e modelli di vita autenticamente profetica!
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