In Italia è il quarto giorno che si registra un trend in calo dei positivi. Si avverte nelle case una leggera brezza di sollievo unita alla fatica di un quotidiano sempre più faticoso da gestire. La notizia della morte di cari si avvicina e sembra quasi avvolgere le porte delle case, lambendo, toccando, distruggendo o portando luci di speranza. Tutto questo avviene lentamente. Come se lo spazio, il tempo ed il mondo delle emozioni stessero assumendo delle forme diverse e sconosciute. Non si può vedere il corpo .
Non si può piangere pregando accanto. Non si può celebrare il lutto perché tutto si perde in un tempo non definibile. La lentezza ci spaventa e prolunga l’ansia di un futuro che sembra non avere una data di fine.
Come “vivere” a tutto questo? Se riscopriamo le radici della parola lentezza cioè “qualcosa che si adatta, che non si rompe perchè è flessibile fino a lenire”, comprendiamo la risposta forse. Rallentare significa aumentare la possibilità di “guarire, adattarsi,…essere flessibili”. Chi di noi non è toccato dal virus, può contribuire alla guarigione del mondo, forse semplicemente rallentando.
Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere che siamo parte di una Storia che non dobbiamo avere “fretta di possedere”. Gustiamo la lentezza. Coraggio!
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