Ogni giorno viviamo la sfida dalla prevenzione dal corona virus. Le indicazioni sono state a volte confuse. Ad oggi non è così chiaro se basti un metro di distanza piuttosto che tre, se la mascherina sia di un tipo o di un altro, per non parlare della vitamina c o di altre più o meno improvvisate forme di difesa dal virus. Ma abbiamo una certezza condivisa dai colleghi cinesi, italiani e persino nord americani: dobbiamo lavarci spesso le mani almeno per 40-60 secondi.
Un gesto preventivo ‘nato’ a metà del 1800 da un medico ungherese ( Ignaz Semmelweis) che riuscì ad azzerare la mortalità delle puerpere a Vienna. Un gesto antico ma sempre efficace che ognuno di noi è chiamato a fare spesso durante il giorno (una media di 20 volte). Acqua, sapone mani ed almeno 20 minuti al giorno nella ragionevole certezza che questo servirà a difenderci. Un gesto (lavarci le mani), un simbolo (cura di sé), una fede (la certezza di salvarci). Un tempo prezioso per lavorare (anche) sul nostro benessere emotivo. Come? Prima di aprire l’acqua fate 3 respiri profondi. Bagnate le mani, mettete il sapone e per 9 secondi mettetele in parallelo come in un gesto di preghiera. Chiudete gli occhi con le mani ‘giunte’ ponendo attenzione al respiro e iniziate a lavare lentamente le mani seguendo le indicazioni ufficiali. Accompagnate il gesto con un respiro profondo ed attento, gustate il gesto sentendo il sapone che scorre fra le mani. Quando volete sciacquate le mani continuando ad essere consapevoli con il respiro. Questo servirà a prevenire il corona virus?! Non di più del lavarsi le mani (forse) ma ci aiuterà a vivere un gesto sanitario come un momento di meditazione e benessere.
La stessa consapevolezza che Gesù chiede nel Vangelo di oggi alla Samaritana al pozzo di Sicar. Solo il vivere profondamente il senso di ciò che ci accade, riesce a farci cambiare lo sguardo dalla ‘sete d’acqua’ a quello di ‘eternità’. Coraggio!
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