in Missione Salute, Settembre-Ottobre 2021
Quattro anni orsono la Fondazione Camilliana Thailandese ha aperto una Casa di riposo nella città di Korat, su insistenza del Vescovo locale che ha donato il terreno e finanziato in parte anche la costruzione.
Gli anziani ospiti sono attualmente 125 e sono tra i più fortunati perché, soffrendo di Alzheimer o di altre patologie che impediscono l’autosufficienza, non potrebbero ricevere le cure al proprio domicilio. In genere i familiari contribuiscono alle spese di assistenza con una retta di 300 euro mensili.
Un nuovo progetto
In parallelo, si è voluta iniziare la visita periodica a un gruppo di persone disabili residenti sul territorio (circa 140 anziani) in un raggio di 30 chilometri, praticamente l’area del comune della città di Korat.
Per l’assistenza sono stati scelti i più poveri, quelli che vivono di una misera pensione pari a 20 euro mensili, ricevendo in caso di disabilità un’addizionale di altri 25 euro da parte dello Stato. I colpiti da Covid19 dispongono anche di una tessera per acquistare beni di prima necessità del valore di 15 euro.
Un po’ alla volta siamo riusciti a “scovarli” nelle loro baracche nascoste lungo la ferrovia e lungo i canali. Si è così iniziato a visitarli accompagnati da un’infermiera professionale, poi lo scorso anno abbiamo voluto organizzare meglio il “progetto di assistenza” inserendoci nella Fondazione Camilliana Sharing For Life.
Abbiamo reclutato tre volontari, aperto un website e, con Facebook, cerchiamo fondi per sostenere questa attività.
Presenza di “volontari”
Le visite ai poveri sono fissate di mese in mese (circa 5 volte ogni 30 giorni) e in ogni uscita visitiamo un gruppo di persone della stessa area, offrendo loro un borsone con beni di prima necessità, vestiti, un asciugamano e una banconota dal valore di 3 euro (il tutto per un valore di circa 25 euro). In molti casi diamo anche medicinali di base donatici dal St. Mary Hospital di Lotung (Taiwan). La visita consiste prima di tutto in un momento di saluto e conversazione, poi viene misurata la pressione, vengono dati consigli in base alle esigenze di ogni singolo individuo, su come prendersi cura di sé stessi e dell’ambiente in cui vivono.
Aiutiamo a rassettare la dimora (che spesso è una misera baracca in legno e lamiera). Istruiamo sulle modalità per ottenere la tessera sanitaria, su come presentarsi al Centro della salute e interloquire con le strutture sociosanitarie locali. Infine, consegniamo ciò che abbiamo preparato per loro e ci soffermiamo per un momento di preghiera che si conclude con la benedizione.
Per preghiera si intende una breve riflessione sulla vita, sul valore dell’amicizia, della salute e ovviamente questo momento diventa l’occasione per un dialogo interreligioso tra noi, i poveri, le divinità e il mondo, proprio come insegna Papa Francesco nelle sue due ultime encicliche, Laudato Si’ e Fratelli tutti.
Contributo della diocesi di Korat
In occasione delle principiali Festività religiose, organizziamo incontri alla Casa di Riposo, dove tutti i poveri sono invitati. In genere, vi partecipano circa un’ottantina di persone, poiché molti – causa le difficili condizioni di salute – non sono in grado di muoversi, trattandosi di soggetti paralizzati, ciechi o disabili mentali.
Prima della festa, si predispongono mezzi di trasporto per condurre i partecipanti alla Casa di Riposo, dove dopo un piccolo check-up della salute, viene offerto un pranzo, seguito da giochi e attività varie con piccoli regali da portare a casa. Si cerca di fare il possibile per rendere la festa un momento di gioia e fraternità. Tutte le festività sono un’opportunità per creare un clima familiare.
Naturalmente, nel gruppo dei 140 ci sono quelli che “entrano” e quelli che “ escono”… anche qui si sperimenta il dolore della morte, anche se talvolta viene vista come segno di liberazione per chi vive di fatiche e sofferenze.
La diocesi di Korat ci sostiene con il 50% delle spese, che si aggirano sui 20 mila euro l’anno. La soglia di povertà in Thailandia è fissata in 80 euro mensili (equivalenti in moneta locale a 3000 bath): chi ha un reddito inferiore è considerato povero.
E noi aggiungeremmo: indigente, perché privo del minimo di vivere con dignità.
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