Le chiese vuote, senza liturgia comunitaria, sono tra le immagini più inquietanti in questo tempo di pandemia. Esse evocano in noi il senso oscuro della fine di un mondo, di un’epoca, di una forma di cristianesimo. Dentro questa immagine – ma possiamo dire: dentro la distopia che stiamo vivendo – c’è una parola che interpella la Chiesa: che responsabilità ci dobbiamo assumere? Che Dio ha testimoniato la Chiesa? Ma soprattutto: dove cercare quel Dio di Gesù che ora sembra assente? Sono le domande che muovono la riflessione di Tomáš Halík, (filosofo e teologo ceco, a suo tempo consigliere del presidente Vaclav Havel). Esse sono animate ultimamente dalla speranza di una ripartenza del cristianesimo, dentro un mondo in radicale cambiamento, un cristianesimo che cerca il Dio vivente con tenacia e coraggio: “Lo riconosceremo dalle sue ferite, dalla sua voce quando ci parlerà intimamente, dallo Spirito che porta la pace e bandisce la paura”.
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