Novati G.B., De Eminentia Deiparae Virginis Mariae 2^ ediz. Bologna 1639, vol. II p.378:
“Restat ut Te, o Virgo, Ducem atque Antesignanam nostram omni studio excolamus et quia sine te nihil habere possumus, omnia per Te nos habere gloriemur.
Tuo itaque corda amore, ora laudibus, manus nutibus sacramus. Quotquot solo, in quo radices egit, tibi cedit nostra Religio, quae in Te radices fixit, ex te agnoscit originem. Tua est: fove, dirige, amplifica”.
“O Vergine Maria, noi sentiamo il dovere e la necessità di riconoscervi nostra Regina e nostra Guida; e noi, che non possiamo ottenere nulla senza il vostro aiuto, siamo felicissimi di confessare che tutto riceviamo dalle vostre mani.
Perciò consacriamo affetti, parole e opere ad amarvi, a lodarvi, a servirvi. Siamo totalmente vostri: come l’albero appartiene al suolo che lo fece germogliare e crescere,
così la nostra Religione appartiene a Voi e riconosce la sua origine da Voi, che la faceste nascere e sviluppare.
Essa è vostra: Voi coltivatela, Voi dirigetela, Voi diffondetela. Così sia.”
NOVATI Giovan Battista Teologo Mariano Camilliano
Riassumendo in poche parole la spiritualità mariana di Camillo, per inquadrarne l’eredità, si può dire che il suo rapporto personale con la Madre di Dio era fatto non di concetti teorici, ma di vitale e concreto stile di vita, tutto proiettato a un continuo uniformarsi a Lei quale “tipo” di prima creatura redenta e restituita alla integrità fisica e spirituale, per i meriti del Cristo Redentore, unico Mediatore tra Dio e la creatura.
Una marianità esistenziale dunque, che non rimase un suo fatto privato ed esclusivo, ma che trasferendosi nei suoi Religiosi e in quanti lo seguivano con devozione, fu in realtà una efficiente scuola il cui primario effetto fu quello di comunicare agli altri la sua esperienza mariana, tramite la quotidianità del servizio all’uomo infermo.
Abbiamo già visto che Camillo non ha lasciato alcun testo scritto delle sue profonde intuizioni del rapporto esistente tra Maria e la Chiesa, da Cristo Gesù costituita sacramento di salvezza “quale organismo visibile attraveso il quale diffonde su tutti la verità e la grazia” (LG 8).
L’ha fatto però con la sua testimonianza di vita, iscrivendo profondamente questo nella vita dei suoi Religiosi, così da poter dire che negli scritti e nei gesti dei suoi discepoli, può leggersi il pensiero e la dimensione mariana di Camillo.
Due sono i Religiosi camilliani che hanno un particolare rilievo nella Teologia Mariana. Il primo, contemporaneo al Santo, il p. Giovan Battista Novati (+ 1648), trattò dell’Immacolata Concezione, l’altro, assai più recente, il p. Agostino Lana (1821 – 1901), dell’Assunzione della Beata Vergine.
Di lui abbiamo già dato una breve scheda biografica. Qui rimarchiamo la sua consuetudine diretta col Fondatore per far risaltare l’influsso avuto dal Maestro sul discepolo. Possiamo dire che il Novati sia stato la provvidenziale mente cha ha tradotto in principi teologici quanto era stato percepito, vissuto ed insegnato da Camillo de Lellis.
Di intelligenza non comune, il Novati scrisse di teologia ascetica, filosofica, morale, diritto, astronomia e matematica. Molti dei suoi scritti sono rimasti inediti. Di quelli pubblicati il capolavoro è il “De Eminentia Deiparae Virginis Mariae”, che gli ha dato notorietà, tanto da farlo apprezzare come “il più insigne mariologo del Seicento”.
Il Novati, dai contemporanei stimato “Vir pietatis ac erga purissimam Virginem Mariam devotissumus ac devinctissimus”, scrisse questa opera per sua devozione e come tributo di riconoscenza all’Immacolata Concezione dell’Ordine, che ebbe inizio nel giorno a Lei dedicato. L’Autore saluta il Lei la Madre, la Regina, l’Avvocata, la Guida, e con accenti di totale fiducia, la supplica di rimanere tale, perché l’Ordine Le appartiene come l’albero al suolo che lo fece germogliare e crescere.
Il suo lavoro è una somma teologica mariana completa; fin dal primo momento è molto apprezzata e, vivente ancora l’Autore, viene stampata in varie edizioni.
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