La seconda giornata del raduno inizia con la preghiera del mattino e la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Prosper Kontiebo, religioso camilliano, vescovo di Tenkodogo, nuova diocesi in Burkina Faso. Lui rappresenta uno dei frutti maturi dei 50 anni della presenza camilliana in questa nazione africana.
Questa settimana sarà anche il momento propizio per il passaggio canonico della Vice Provincia del Burkina Faso allo status di Provincia religiosa.
La mattina di questo secondo giorno di incontro (moderatore p. Aris Miranda) è stata dedicata al report in assemblea, da parte dei singoli Superiori maggiori delle loro attese e delle iniziative provinciali e/o di delegazione sulle tre priorità del Progetto Camilliano: economia, formazione e animazione vocazionale e comunicazione.
Riferimento sintetico al Progetto Camilliano. Per una vita creativa e fedele
Obiettivi del Progetto: rivitalizzazione e ristrutturazione.
Il “Progetto Camilliano” è stato concepito ed elaborato per facilitare un percorso su due binari inseparabili. Fin dall’inizio del processo sono stati formulati così:
- Rivitalizzazione interiore, attraverso un impegno personale e comunitario di discernimento spirituale che ha come traguardo e orizzonte:
- approfondire e gustare i valori essenziali della vita consacrata camilliana;
- ricuperare il senso della radicalità evangelica trasmessa dal fondatore;
- riproporre con coraggio e intraprendenza la sua inventiva e santità;
- motivare la perseveranza nel cammino della santità, promuovere una nuova cultura della fedeltà dinamica;
- rinnovare la competenza umana e professionale per un’attuazione del ministero adattato alle nuove situazioni;
- approfondire la comunione ecclesiale e l’apertura ai laici;
- intensificare e rinnovare la pastorale vocazionale…
E tutto ciò sorretti dall’intima certezza della centralità da riservare alla vita spirituale, vissuta in una più salutare vita fraterna, su cui fondare ogni realizzazione presente e futura.
- Ristrutturazione o riorganizzazione, attraverso un processo che porti a:
- rivedere le strutture organizzative dell’Ordine,
- favorire un cambiamento di mentalità che renda possibile ed efficace la necessaria collaborazione fra le diverse parti dell’Ordine,
- ottimizzare le risorse dell’Ordine unificando oppure accentrando servizi, soprattutto nel campo della formazione,
- unificare, amalgamare, accorpare province, vice province o delegazioni,
- cercare nuove forme di leadership dell’Ordine, ecc.
Questa consistente presentazione ha evidenziato ‘luci ed ombre’ nelle diverse realtà camilliane dell’Ordine; tensioni, sfide ideali, progetti, limiti e fragilità diversi a seconda delle realtà sociali e culturali in cui si vive. Sembra quasi emergere un istituto religioso inevitabilmente a più velocità.
La vita religiosa camilliana in Europa sconta la situazione del rapido invecchiamento dei religiosi; piccole provincie con un numero esiguo di religiosi che si appoggiano alla presenza ministeriali di camilliani provenienti da altre aree del mondo (Africa ed Asia) con i quali elaborare nuove forme di sinergia e di collaborazione nella consapevolezza della diversità degli orizzonti culturali di partenza; l’animazione vocazionale che deve fare i conti con un contesto sociale e culturale fortemente secolarizzato, in cui la fragile testimonianza della nostra vita consacrata non riesce ad attrarre l’interesse e le motivazioni dei giovani; l’eredità di grandi strutture ed opere sanitarie molto difficili da gestire in modo efficiente a livello amministrativo e in modo performante come testimonianza di vita camilliana.
Dalle giovani realtà camilliane dell’Africa e dell’Asia emerge un grande entusiasmo che – realisticamente – non nasconde le difficoltà della crescita. L’attenzione primaria è dedicata all’ambito della formazione dei formatori e dei giovani candidati alla vita religiosa camilliana e alla formazione permanente soprattutto per i religiosi nei primi anni di ministero. Tutti condividono la necessità che la formazione sia seriamente orientata al senso delle missioni: i giovani candidati devono crescere nello spirito della missione. A livello economico si registrano le maggiori preoccupazioni soprattutto per la continuità nel mantenimento delle strutture attività formative e ministeriali, dopo il venire dei contributi da parte delle Province ‘madri’, solitamente europee. Si stanno organizzando nuove forme di ricerca di fondi; si sta cercando di maturare nei religiosi una maggior senso di responsabilità verso i beni di cui già si dispone nella logica della povertà evangelica; si stanno preparando nuove forme di mistero – compatibili con la realtà sanitaria e sociale locale – che permettano nuove entrate economiche. È pregevole anche la collaborazione con la chiesa locale, con le diocesi, con le diverse conferenze episcopali presso la quale la professionalità e la sensibilità dei camilliani è moto apprezzata, con la richiesta da parte di diversi vescovi di poter realizzare anche nella loro diocesi iniziative di carattere sanitario e formativo nell’ambito del mondo della salute.
Al termine di queste presentazioni non sono emersi solo i problemi e le tensioni ma anche e soprattutto di crescere nella logica ‘ampia di Ordine’, superando i regionalismi e i provincialismi, con una maggiore sinergia di risorse progettuali, economiche, finanziarie e soprattutto umane … perché alla fine le idee si devono incarnare con l’impegno ministeriale e la passione carismatica dei religiosi come singoli e come comunità
Nella seconda parte del pomeriggio, fr. Josè Ignacio Santaolalla, Economo generale dell’Ordine, ha presentato il Bilancio Consolidato dell’Ordine elaborato dalla Commissione Economica Centrale a partire dei singoli bilanci delle Province, Vice Province e Delegazioni ed il bilancio consuntivo 2015 e preventivo 2016 della Casa generalizia. Ha riferito anche in merito all’attività della Commissione Economica Centrale dell’Ordine (p. G. Contarin, p. L. Testa, p. G. Scattolin e rag. M. Iannacchino): dalla sua costituzione, dopo l’elezione del nuovo Superiore generale (anno 2014), si è radunata per quattro volte a Roma e dal suo inizio è stata integrata con altri due membri (dott. Emilio Villar e p. Mario Kozik). Ha riportato alcune considerazioni a margine del raduno di tutti gli economi provinciali e di delegazione dell’Ordine che si è svolto a Roma agli inizi dell’anno 2016: l’obiettivo era di presentare e di ‘addestrare’ alla compilazione del formulario dell’Ordine, per la rendicontazione unificata ed uniformata. Si precisa con soddisfazione che tutte le realtà provinciali e di delegazione dell’Ordine hanno inviato il loro bilancio anche se non tutte lo hanno presentato secondo il formulario standard.
Leocir Pessini osserva che si sta cominciando a creare una ‘nuova cultura del resoconto’ nell’Ordine, secondo lo spirito del Capitolo generale dell’anno 2014 che ha chiesto una sempre maggiore trasparenza nella rendicontazione.
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