Nella ricorrenza del IV Centenario dell’Ordinazione sacerdotale di san Camillo, il p. Giannino Martignoni ha scritto quest’articolo diffuso nelle comunità della Provincia Lombardo Veneta e destinato alla stampa locale.
Il 26 maggio 1584, Sabato delle Quattro Tempora di Pentecoste, Camillo de Lellis veniva ordinato sacerdote. Ricorre dunque quest’anno il quarto centenario della sua ordinazione. L’occasione ci offre l’opportunità per ripensare a quale significato abbia avuto il sacerdozio nella vita e nella missione di questo Santo.
Come ci era arrivato? Il biografo contemporaneo Sanzio Cicatelli ripete e sottolinea che fu soprattutto effetto di una spinta interiore e della volontà di Dio più che un progetto umano preordinato. Camillo s’era convertito a Dio a 25 anni, nell’Anno Santo 1575, e aveva tentato più volte di farsi novizio cappuccino. Ma Dio lo condusse – tramite una misteriosa piaga al piede che gli durò per tutta la vita – all’ospedale, e lì gli fece scoprire la sua vocazione al servizio ai malati.
Il Cicatelli così riassume l’esperienza spirituale e operativa del Santo: “Certo è che lui nel suo primo pensiero non pensò altro che fondar la Compagnia dentro l’Hospidale, et Iddio gli pose tali impedimenti che la fece fondare fuori nella chiesa della Madonnina. Esso pensò d’aiutare gli appestati et incarcerati, et Iddio fece che lui abbracciasse anco questo aiuto. E finalmente esso non pensò d’aiutar gli agonizzanti che morivano per le case private della città, et Iddio lo spirò, anzi per dir così lo sforzò a furia di popolo ad accettar anco questa grandissima impresa come sopra tutte l’altre al mondo necessaria”.
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