Nel testamento spirituale dispose: Lascio a Gesù crocifisso tutto me stesso, in anima e corpo, e confido che per la sua sola bontà e misericordia mi riceverà, benché indegno, come già… ricevette quel buon padre il suo figlio prodigo, e mi perdonerà come perdonò alla Maddalena, e mi sarà piacevole come lo fu al buon padrone nell’estremo di sua vita in croce: cosi, in questo mio estremo passo, riceverà l’anima mia, acciò con il Padre e lo Spirito Santo eternamente si riposi.
Camillo invocava spesso l’aiuto degli Angeli santi. Onorò in particolare San Michele, che gli era stato patrono dalla nascita, ricevendo il battesimo nella chiesa parrochiale di Bucchianico intitolata al Principe delle milizie celesti. E più ancora per l’aiuto ch’ebbe da lui, ai piedi del monte Garagano presso il Santuario del Santo Arcangelo, quando si convertì a Dio. lo prese a speciale patrono del suo Ordine, per essere affidata a San Michele la difesa delle anime, specie nell’ultima loro battaglia col demonio. Ogni anno – quand’era a Roma – per la sua festa andava a celebrare alla sua chiesa, presso San Pietro.
Desiderò che l’Arcangelo fosse raffigurato nel quadro del Crocifisso, che si fece dipingere nell’ultima sua infermità, in atto di cacciare il demonio all’inferno.
Nutrì tenera devozione pure all’Angelo custode, invocandolo spesso, e meritando che gli venisse più volte in aiuto. Viaggiando, nel 1606, da Genova a Firenze, corse pericolo di affogare, tra Sarzana e Pisa, nella maremma. Alle invocazioni di Camillo al suo Angelo custode, si presentò all’improvviso un grazioso giovinetto che prendendo alle briglie il cavallo del Padre, guidò lui e i compagni sulla buona strada, scomparendo poi all’istante. Continuando il viaggio cadde presso Acquapendente da cavallo, rimanendo con la gamba malata sotto il ventre della bestia. Impotente a liberarsi, invocò di nuovo l’aiuto del suo Angelo, ed ecco presentarsi quattro robusti contadini, che sollevandolo con molta grazia da terra, lo rimisero in sella. Ciò fatto, salutato il Santo, disparvero.
Segno di riconoscenza
Nel testamento spirituale Camillo ringrazia Dio di averlo favorito della custodia dell’Angelo in tanti pericoli di anima e di corpo. E voi, o Angelo santo, ancor ringrazio di tanti favori fattimi, e vi prego che vogliate favorirmi, dandomi animo, aiuto e forza acciò pervenga all’ultimo io felice fine, e voi possiate avere gloriosa vittoria dell’anima mia, appresso Dio, della custodia fattami in tutta la mia vita. Invocava gli Angeli Custodi dei malati e dei moribondi che assisteva, e passando per qualche città o paese si raccomanda agli spiriti celesti ai quali erano affidati quei luoghi.
Mario Vanti
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