COVER: 19 giugno 2018 – Taiwan – 50mo anniversario di ordinazione sacerdotale di p. Luigi Galvani (missionario in Indonesia)
Inizia oggi, 19 giugno 2018, a Loudong (Taiwan), il secondo giorno del raduno dei superiori maggiori dell’Ordine con il superiore generale e i consultori.
La giornata si apre con la celebrazione eucaristica presieduta da p. Luigi Galvani, religioso camilliano missionario in Filippine ed ora in Indonesia (isola di Flores): p. Luigi festeggia il giubileo per il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.
La giornata odierna è dedicata alla conoscenza della presenza camilliana in Asia: i rappresentanti camilliani – provinciali, vice-provinciali e delegati – dell’Asia (India, Thailandia, Filippine, Vietnam, Indonesia, Taiwan) hanno esposto la loro prospettiva sulla realtà, le sfide e le prospettive di futuro per i camilliani nelle loro specifiche aree geografiche.
Giuseppe Didoné, delegato dei camilliani in Taiwan, presenta la storia della presenza camilliana in Taiwan. Attualmente in delegazione ci sono 19 religiosi: 7 italiani, 2 religiosi cinesi della Cina continentale, 3 di Taiwan, 1 religioso malese, 3 vietnamiti e 3 filippini. Le istituzioni camilliane – ospedali, cliniche, case di accoglienza per malati ed anziani, scuola infermieristica – sono affidate nella gestione a dei collaboratori laici esperti con la supervisione del board dei religiosi camilliani. Anche a Taiwan la grande sfida è rappresentata dalla penuria delle vocazioni nel contesto della cultura sociale e della vita ecclesiale taiwanese. In delegazioni ci sono 3 ospedali, 3 centri per anziani, un grande collegio per studenti di infermeria, un grande centro giovanile, un centro per portatori di handicap ed un natio centro per persone con Alzheimer.
Baby Ellickal, superiore provinciale della provincia dell’India presenta alcuni elementi della presenza e della attività camilliana in India. I camilliani sono presenta in 10 stati della federazione indiana. I camilliani sono giunti in India nel 1984: attualmente ci sono 10 comunità religiose camilliane. Alcune sfide della provincia indiana: la formazione dei giovani candidati alla vita religiosa camilliana, la formazione permanente (formazione culturale, rinforzo delle motivazioni personale, influenza dei mass-media); miglioramento della qualità del ministero camilliano (qualificare anche professionalmente i nostri religiosi); collaborazione ed animazione in sinergia con la chiesa locale, con altri istituti religiosi, con altre province camilliane; performare l’equipe della CTF-CADIS già ben strutturata; la crescita nella comprensione della vita fraterna, nella condivisione delle proprie risorse personali (a tale scopo sono strutturate diverse iniziative per facilitare questa vita di fraternità: raduni fraterni, di formazione, esercizi spirituali, giornate di vita comune); continuare il monitoraggio economico e finanziario in prospettiva di una sempre maggiore trasparenza; strutturare sempre meglio la collaborazione le realtà camilliane di altre province, soprattutto in Europa. In prospettiva, l’impegno è per un impegno maggiore per l’animazione piuttosto che per l’amministrazione; creazione di un centro di accoglienza e di cura per sacerdoti e religiosi con diverse patologie; programma di intensa formazione permanente; condivisione della propria esperienza di fede (think pray tank); proposta di un competente e strutturato training per vive bene il celibato nel mondo di oggi; coltivare una rinnovata spiritualità ecologica; istituzione di nuovi ministeri che siamo maggiormente esplicativi del nostra carisma e della nostra spiritualità camilliana.
Rocco Pairat, superiore provinciale della Thailandia presenta il profilo della provincia camilliana thailandese: i religiosi, le opere (2 ospedali; 5 case per anziani; 6 centri (offrono servizi totalmente gratuiti) per la formazione di bambini, malati, orfani, con portatori di handicap; 1 hospice per malati con HIV; 1 centro di formazione per le popolazioni ‘tribali’ del nord della Thailandia; 4 centri di formazione per i giovani candidati alla vita consacrata camilliana). C’è la prospettiva di consolidare la presenza camilliana in Birmania-Myanmar (a Rangoon). I camilliani – attualmente 47 religiosi – sono strutturati in 11 comunità ed un centro residenziale. Per la formazione dei candidati ci sono due seminari minori, la casa del noviziato ed il seminario ‘maggiore’ per i professi temporanei. I religiosi gestiscono ed animano diversi centri sociali per malati con HIV, giovani delle tribù del nord, per anziani, per orfani, per anziani, con l’offerta di assistenza e di cura totalmente gratuita: i fondi necessari per il mantenimento delle opere provengono dalla beneficenza, dalla sensibilità della società thailandese e dei benefattori anche fuori del paese. Alcuni camilliani sono coinvolti nell’ufficio di pastorale della salute della conferenza episcopale del paese: è una grande opportunità per dare visibilità al ministero camilliano e per conoscere i bisogni reali di salute e di cura delle diverse comunità ecclesiali del paese. Sono organizzati campi sanitari mobili in soccorso delle popolazioni povere o flagellate da eventi naturali distruttivi (tifoni, alluvioni, terremoti). Il Myanmar rappresenta un punto focale di sviluppo per il carisma camilliano: grande bisogno di cura, di salute pubblica, di formazione degli operatori sanitari … potrebbe essere anche un’opportunità provvidenziale per la promozione e l’animazione vocazionale.
Joseph Tran Van Phat, delegato camilliano del Vietnam, presenta l’esperienza camilliana nel suo paese. La missione camilliana in Vietnam è iniziata nel 1992. Attualmente ci sono 24 religiosi professi solenni e 24 religiosi professi temporanei. La promozione vocazionale è piuttosto strutturata: le vocazioni alla vita consacrata camilliana sono molto interessate. Il ministero camilliano si concentra sui bambini sieropositivi, spesso orfani dei genitori morti per la stessa infezione; accompagnamento di persone malate, affette da HIV-AIDS, malattie contagiose, tubercolosi; casa di accoglienza per bambini oncologico e bisognosi di trattamenti prolungati nel tempo. Tutte queste attività offrono servizi di cura e di accoglienza totalmente gratuiti, dal momento che la maggior parte degli ‘utenti’ sono persone povere, senza fissa dimora: la sfida per la sostenibilità economica delle strutture è sostenuta dai benefattori, dalla fiducia nella Provvidenza. La formazione dei giovani candidati e dei giovani religiosi, in una delegazione camilliana molto giovane, rappresenta un grande impegno. L’impegno ministeriale è molto coinvolgente: il numero dei malati aumenta; le diocesi chiedono continuamente l’intervento dei camilliani per coordinare il campo della cura e della salute pubblica; la Famiglia Camilliana deve essere accompagnata nella sua crescita e nel suo cammino formativo; la realtà camilliana vietnamita non è ancora entrata nel campo della formazione nel campo sanitario e della pastorale sanitaria dal
momento che il governo statale non riconosce ufficialmente la struttura giuridica camilliana. L’apertura di una nuova attività ministeriale deve sempre soddisfare un triplice requisito: dev’essere un’attività ‘camilliana’ che risponde alla cura dei malati; deve essere buona per la crescita della vita religiosa dei camilliani; deve essere testimoniante ed attrattiva anche dal punto di vista vocazionale.
Jojo Eloja, superiore provinciale delle Filippine condivide la storia (due giovani studenti camilliani, Ivo Anselmi e Pietro Ferri, arrivano a Manila nel 1974 per completare i loro studi di teologia a Manila, sotto la spinta propositiva di p. Antonio Crotti, allora vice provinciale di Taiwan), la fisionomia (64 religiosi di circa 10 nazionalità diverse: filippini, italiani, taiwanesi, malesi, vietnamiti, pakistani, Statunitensi, sud coreani, cinesi) ed il ministero carismatico dei religiosi camilliani in Filippine. Le sfide per il presente e per il prossimo futuro della provincia filippina sono simili alle altre realtà camilliane asiatiche: la promozione vocazionale, la qualità della formazione dei candidati e la formazione permanente dei religiosi, la sostenibilità economica e la trasparenza finanziaria, mantenere le opere e le strutture sempre più adeguate al profilo e all’ispirazione camilliana. In Australia ci sono 6 religiosi impegnati nell’attività di cappellania in ospedale e in casa di riposo. Viene svolto anche il servizio in parrocchia in collaborazione con la diocesi di Parramatta. C’è anche la prospettiva di aprire una nuova comunità in un’altra area del vasto continente australiano.
Luigi Galvani presenta la giovane storia (1996: anno della prima visita dei camilliani in Indonesia) e la vivace attività della presenza camilliana in Indonesia. Nel 2011, la consulta generale dell’Ordine ha riconosciuto canonicamente la fondazione camilliana in Indonesia. La priorità si conferma la promozione vocazionale, con la prospettiva di iniziare una nuova forma di presenza camilliana in Timor Est (con la prospettiva di una nuova casa di noviziato); è necessario coltivare ed implementare lo spirito missionario dei giovani camilliani e di qualificare la loro competenza ministeriale e teologica; si coltiva il progetto di aprire e strutturare un centro camilliano di formazione a Maumere; si accarezza il sogno di poter aprire una comunità camilliana a Jakarta, la capitale politica e governativa dell’Indonesia. La sostenibilità economica rappresenta sempre una appassionante e creativa sfida alla divina Provvidenza!
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