GALLERIA FOTOGRAFICA della Solenne celebrazione eucaristica per il passaggio a Provincia della Vice Provincia camilliana del Burkina Faso
Ouagadougou – giovedì 13 ottobre 2016
La mattina di questo quarto giorno di incontro (moderatore fr. J. Ignacio Santaolalla) è stata dedicata alla presentazione di alcune iniziative della Curia generale: CADIS ex CTF; attività varie legate al ministero dell’Ordine.
Aris Miranda, Consultore generale per il ministero, ringrazia sentitamente tutti i Superiori maggiore per la grande disponibilità e generosità dimostrata nel sostenere nel corso dell’ultimo anno, le diverse iniziative emergenziali e ministeriali dell’Ordine.
Si comincia con la lettura del brano biblico di Es. 3,7-8: Dio ha sentito il grido di dolore del suo popolo e Dio si è commosso nell’intimo ed è sceso e li ha soccorsi e consolati. Questo è lo sfondo ideale e propositivo entro cui si muove ogni iniziativa di intervento emergenziale di CADIS.
Si presentano gli ultimi interventi realizzati a vario titolo dai membri di CADIS: ad Haiti dopo il recente tifone ‘Matthew’ (in questi giorni p. Sam Cuarto e Anita Ennis – membro della FCL – stanno partendo per Haiti, per una prima rilevazione dei bisogni e per offrire i primi interventi sistematici); in Italia dopo il terremoto del centro Italia; in India dopo l’alluvione in Bihaji; in Austria con il soccorso ai profughi siriani, iracheni, pakistani; in Nepal dopo un devastante terremoto; nelle Filippine a seguito del tifone Haiyan (oltre 10 mila morti).
Spesso questi eventi catastrofici colpiscono aree geografiche (Filippine, India, Thailandia, Benin, Haiti) prossime a nazioni in cui siamo presenti come camilliani con le nostre comunità ed attività sanitarie e formative; ma soprattutto colpiscono paesi endemicamente poveri, con larghi strati della popolazione che già vivono situazione di profonda prostrazione.
CADIS nasce dall’idea di fondo (anni 2000-2007) di creare un team che sia preparato professionalmente ad intervenire nel caso di emergenze sanitarie e sociali. Dal 2007 al 2014 negli U.S.A. viene fondata la ONG ‘SOS DOCTORS’. Già nel 2014 si comincia a tracciare l’identità istituzionale ed operativa di CADIS.
CADIS sta migliorando la propria struttura interna ed il suo organigramma interno per istituzionalizzare i processi operativi; per produrre il manuale operativo, per formare professionalmente i propri membri, per raccogliere i fondi necessari per la propria operatività secondo criteri di trasparenza e di coerenza interna ed esterna. I valori principali che vengono perseguiti sono la solidarietà, l’ascolto, la collaborazione, la trasparenza, la capacità di team-work.
Una delle attuali priorità di CADIS è la formazione dei membri per promuovere competenze e metodologia adeguate: non si tratta solo di portare acqua e medicine, ma di portare un aiuto tale capace di sviluppare la resilienza delle persone colpite dalla tragedia dei disastri.
Si cerca di articolare progetti che siano anche economicamente sostenibili: la raccolta dei fondi necessari sia fatta nella logica della verità e della puntuale trasparenza.
I beneficiari degli interventi di CADIS sono principalmente le famiglie più vulnerabili, soprattutto quelle che vivono geograficamente più isolate, socialmente più escluse, per la quali è precluso l’accesso anche minimale agli aiuti minimali.
L’obiettivo degli aiuti è articolato attorno alle 4R: 1R risposta immediata all’emergenza e ricerca dei bisogni per dei progetti a lungo termine; 2R riabilitazione; 3R resilienza (sviluppare la capacità endogena delle persone per affrontare le resistenze e le emergenze successive); 4R riforma della ‘politica’ del paese per organizzare la comunità sociale e civile secondo criteri di giustizia e di responsabilità per il bene comune.
A giugno 2016, CADIS è stata riconosciuta nel suo statuto giuridico civile dallo stato italiano: il fondatore è l’Ordine camilliano nella figura del Superiore generale pro-tempore; i partecipanti sono enti italiani o meno, camilliani o non camilliani che comunque condividono lo spirito di servizio, di intervento e di cura proprio dei camilliani. CADIS è dotata del suo Consiglio di Amministrazione, del presidente (fr. J.Ignacio Santaolalla), del Direttore esecutivo (p. Aris Miranda): tutte le cariche sono triennali. L’invito che si rivolge alle diverse province è quello di coordinare i diversi uffici di ‘CADIS nazionale’ nella propria realtà territoriale, magari procedendo alla registrazione civile dell’organizzazione medesima nella propria nazione.
Progetti e programmi in corso:
- in Filippine: riforestazione e ripristino della bio-diversità e programma di sviluppo di sussistenza dopo il passaggio del tifone (‘cura della nostra casa comune’);
- in Austria: facilitare l’inclusione sociale e l’integrazione culturale per circa 200 donne profughe siriane, irachene (offerta di lingua tedesca e di cultura austriaca);
- in Nepal: inclusione sociale delle vittime del terremoto, in un’area geografica disagiata sulle pendici dell’Himalaya (intervento psico-sociale per lo sviluppo della resilienza)
- formazione dei membri a Bangkok – novembre 2016 – costruire e rinforzare le competenze dei leaders di CADIS;
- offerta di un master (corso di specializzazione) in Humanitarian Care, in collaborazione con il Camillianum e di Caritas Internationalis. Il frutto finale dovrebbe essere l’offerta di un manuale specialistico sul tema degli interventi umanitari nelle emergenze.
- progetto di gemellaggio per il fundraising: Australia e Taiwan rispondono alle esigenze di disastri che colpiscono la regione asiatica; l’Europa risponderà ad interventi in Africa; l’America (nord e sud) risponderà ad interventi emergenziali nell’area pan-americana.
Proposta concreta: organizzare la CADIS regionale nella propria provincia procedendo – se possibili – alla sua registrazione civile; individuare due religiosi – anche part time – che seguano questi progetti; collaborare alla cassa di solidarietà per i primi interventi.
Raccolta fondi: i fondi provengono principalmente dalla Caritas italiana, da Madian Orizzonti, da Pro.Sa., dalla Santa Sede, da altre congregazioni religiose, da benefattori soprattutto in Italia; da altre Province e delegazioni camilliane (Spagna, Taiwan, Australia, Germania, U.S.A., Brasile, Australia, …); campagna per raccolta fondi in India; diversi organismi internazionali. Per il momento i ricavi sono legati ai singoli progetti: non si è ancora attivata una struttura per la campagna di raccolta per la creazione di una cassa stabile, con flusso continuativo di risorse.
Attualmente il 77% dei fondi è stato totalmente investito nei progetti diretti; il 33% è il costo dei collaboratori/personale della sede di Roma. Le spese vive di CADIS, nella sede di Roma, sono a carico della Casa generalizia.
La chiamata globale e la missione carismatica di CADIS è di rispondere alla vulnerabilità dell’uomo, prostrato nella sua dignità e nei suoi bisogni primari dai diversi disastri naturali e non naturali, offrendo una risposta secondo le coordinate della praticità professionale (la prospettiva è quella non solo di rispondere ai disastri quando impattano, ma di anticiparli – secondo le realistiche possibilità – riducendo il loro futuro impatto quando si verificheranno), della tenerezza nella compassionale, per realizzare percorsi di natura psico-sociale di crescita nella resilienza.
Seguono alcune domande ed osservazioni in assemblea.
Si insiste sulla necessità di una rendicontazione puntuale a livello economico: tanto nelle entrate quanto nelle uscite (si tratta di creare una cultura ed una mentalità di chiarezza e di onestà). L’impegno alla trasparenza si rivolge sia verso le donazioni ‘generiche’ non destinate a specifici progetti, sia verso le donazioni finalizzate a progetti di interventi molto dettagliati.
Un altro ambito sensibile è quello della comunicazione sulle iniziative di CADIS: condividere notizie circa i progetti in corso non è sempre facile. È un appello a tutti a collaborare nella raccolta, nella presentazione e nella condivisione dei progetti, della loro applicazione e realizzazione. Questa migliore qualità nella comunicazione andrebbe anche a beneficio di una conoscenza più articolata della attività dell’associazione e quindi con ricadute benefiche a livello di raccolta fondi.
Viene chiesto e proposto a CADIS di organizzarsi in modo tale da poter intervenire anche nelle emergenze generate nei scenari di guerra.
- Aris offre delucidazioni ulteriori circa l’attività del segretariato per il ministero (composto dai rappresentanti delle diverse aree camilliane: Europa, Italia, Africa francofona, Africa anglofona, pan America ed Asia).
Incontri realizzati:
- 21-24 aprile 2016 ‘Madrid Exchange’: incontro internazionale dei direttori dei centri di pastorale camilliani. Proposte scaturite dal meeting e da sviluppare nel prossimo futuro: incentivare la collaborazione tra il Camllianum ed altri centri pastorali periferici; incentivare l’iscrizione di nuovi studenti al Camillianum; maggiore collaborazione tra i Centri di Pastorale periferici, soprattutto da parte di quelli meglio strutturati rispetto a quelli meno strutturati.
- 4-6 novembre 2016: convegno internazionale, a Roma, dei camilliani impegnati nella pastorale sanitaria – cappellani (47 iscritti ad oggi).
- 26-30 aprile 2017: a San Paolo in Brasile, incontro dei parroci-rettori camilliani.
Si propone di istituire nel nostro Ordine una ‘giornata per il ministero camilliano’, in cui poter dare maggior risalto alla riflessione sistematica sul ministero camilliano (assistenza spirituale negli ospedale), al coinvolgimento dei laici con cui si collabora (offrendo testimonianza e qualità spirituale di matrice camilliana) e della chiesa locale in cui si vive (collaborazione con gli uffici diocesani per la pastorale della salute), riflessione sulle possibilità di un dialogo inter religioso proprio nell’ambito della spiritualità della salute e della cura.
Si osserva che in alcune aree del mondo è sempre più difficile (perché poco valorizzato, stimato e riconosciuto) svolgere il ministero molto semplice e quotidiano del cappellano (in Europa); in altre aree non è molto strutturato perché la presenza globale dei cristiani-cattolici è un’esigua infinitesimale minoranza (Thailandia).
Si osserva che anche tra i camilliani non si registra una grande disponibilità/attrattiva verso il ministero ospedaliero; inoltre a volte questo ministero si riduce alla sola prassi sacramentale e/o eucaristica e non c’è un autentico coinvolgimento nel senso di un ministero nella logica del ‘global pastoral care’ rispetto al malato/sofferente in ospedale e rispetto all’operatore che opera nella struttura sanitaria.
Fare il ‘cappellano’, soprattutto nel contesto secolarizzato dell’Europa, è un’esperienza molto frustrante per vari motivi: la non preparazione a sostenere il rifiuto e la ‘non-significanza’ del ruolo; l’allargamento del concetto stesso di malattia ristretta non solo al momento dell’ospedalizzazione; la necessità di avere il rinforzo di una ‘comunità camilliana ospedaliera’ che permetta di elaborare lo stile ministeriale in modo sempre più efficace, di elaborare le tensioni e le difficoltà che si registrano.
Nel pomeriggio abbiamo reso omaggio al centro per recupero e reinserimento sociale e professionale per giovani donne dedicato al confratello p. Celestino Di Giovanbattista, ucciso qualche anno fa, durante il suo ministero presso i detenuti del carcere di Ouagadougou. Erano presenti alla celebrazione anche la sorella e due nipoti di p. Celestino, proveniente dalla sua città natale, in provincia dell’Aquila. Abbiamo pregato presso la sua tomba con grande spirito di commozione: la sepoltura è stata posta nel compound della parrocchia ‘San Camillo’ di Ouagadougou, dove p. Celestino per 20 anni è stato parroco riscuotendo la stima ed l’affetto del popolo, che abbiamo potuto toccare con mano questa sera.
A seguire ci siamo trasferiti presso la chiesa parrocchiale ‘San Camillo’ per la celebrazione eucaristica durante la quale è stato proclamato il decreto del Superiore generale per l’erezione canonica della Vice Provincia del Burkina Faso allo status di Provincia (la prima Provincia camilliana in Africa e la seconda nell’Ordine per numero di membri): questa celebrazione ha visto un concorso emozionante e partecipe di decine di confratelli camilliani e di religiose Figlie di San Camillo, di fedeli ed amici dei camilliani, del cardinale della diocesi di Ouagadougou e del vescovo ‘camilliano’ mons. Prosper Kontiebo. Abbiamo anche visitato anche il piccolo museo camilliano allestito per l’occasione, con lo scopo di fissare e celebrare la memoria camilliana negli ultimi 50 anni in Burkina Faso (allora nazione dell’Alto Volta).
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