PRIMO GIORNO DELL’INCONTRO DEL SUPERIORE GENERALE, DEI CONSULTORI E DEI SUPERIORI MAGGIORI DELL’ORDINE.
50MO ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA CAMILLIANA
IN BURKINA FASO
Ouagadougou – lunedì 10 ottobre 2016
La prima giornata del raduno inizia con la preghiera del mattino e la celebrazione eucaristica in cui sono state ricordate le vittime del tifone di Haiti e tutti i nostri confratelli impegnati nei primi soccorsi. Sono state elevate preghiere di ringraziamento per il felice anniversario dei 50 anni di presenza camilliana in Burkina Faso.
Questa settimana sarà anche il momento propizio per il passaggio canonico della Vice Provincia del Burkina Faso allo status di Provincia religiosa
Questo primo giorno è stato dedicato ad una giornata di spiritualità, per i partecipanti all’incontro e per i religiosi e le religiose camilliane presenti a Ouagadougou.
Al mattino, p. Jacques Simporé – ex Consultore generale, ha presentato una riflessione dal tema: La vita consacrata nel contesto ‘africano’. Papa Paolo VI, nella sua prima visita apostolica in Africa, esortava i consacrati a “fare dell’Africa, la seconda patria di Cristo”. Vengono ricordate alcune coordinate di fondo della Vica Consacrata a partire da alcuni documenti di fondo: l’Esortazione post-sinodale ‘Vita Consacrate’ ed Ecclesia in Africa.
È stato reso omaggio ai Superiori generale dell’ordine camilliano – da p. Forsenio Vezzani a p. Leocir Pessini – che si sono alternati ed hanno pensato, sostenuto, incoraggiato la presenza camilliana in Burkina. La memoria storica ha permesso di ricordare i diversi Superiori provinciali della Provincia romana e i diversi Superiori Delegati e Vice-Provinciali del Burkina Faso, che hanno accompagnato la crescita e lo sviluppo camilliano in Africa. Diversi confratelli di origine italiana e burkinabè sono già morti: si invoca la loro celeste protezione, per il bene e il progresso dell’Ordine.
La prima grande sfida per la vita consacrata in Africa è la formazione. Che tipo di formazione inziale e di spiritualità possiamo offrire ai giovani candidati, nel contesto della cultura post-moderna in cui viviamo? Quale discernimento attuare nella scelta dei formatori e della loro stessa preparazione e qualificazione? Come articolare e stimolare l’interesse dei religiosi per la loro personale permanente? Come conciliare la formazione e a specializzazione negli studi, con l’esercizio diretto del ministero camilliano?
La seconda sfida per la vita consacrata in Africa è rappresentata dal vivere in pienezza i consigli evangelici. La castità è da vivere con semplicità e gioia, per sfidare la mentalità diffusa secondo la quale i religiosi vivono in uno ‘stato latente di ipocrisia’. Il voto religioso della povertà deve fare i conti con i legami familiari molto stretti che i religiosi vivono per tutta la loro vita: come tale sentono il bisogno di condividere alcune loro risorse comunitarie anche con i loro familiari. Questo deve essere fatto con autentico spirito di umiltà, di trasparenza e di discernimento, in accordo con i superiori. L’obbedienza scaturisce da un’esperienza intelligente e da una comprensione autentica della propria libertà. Nel contesto africano, l’autorità ha un ruolo molto forte nell’ambito familiare e civile: questo buon punto di partenza va continuamente purificato anche nell’esercizio concreto della vita religiosa.
La terza sfida per la vita consacrata in Africa è la vita in comunità, vissuta nello spirito di famiglia, nell’esercizio del dialogo e del perdono.
La quarta sfida per la vita consacrata in Africa è la vita comunitaria vissuta tra diverse ‘etnie’. Da qui scaturisce la reinterpretazione continua dell’inculturazione. Solo in questi termini sarà possibile assumere un altro impegno: essere la voce di quelli che non hanno voce (immersione convinta nelle periferie esistenziali e geografiche dell’uomo).
I religiosi della giovane Provincia burkinabè sono 109, con un’età media di circa 40 anni. Sono giovani brillanti, generosi che devono animare sempre di più il loro spirito missionario, la loro apertura alle complesse e moderne fragilità dell’uomo. Lo Spirito del Signore li invita ad essere grati per la loro storia, ma anche a continuare a progettare grandi cose, per il bene soprattutto dei malati.
Una carellata di foto storiche hanno concluso la relazione: una testimonianza viva dell’impegno dei camilliani della Provincia romana fin dall’inizio e della generosa risposta fin dall’inizio dei giovani camilliani, oggi camilliani adulti, capaci di assumersi responsabilità di leadership e di ministero nel complesso contesto ecclesiale, sociale e sanitario del Burkina Faso.
A seguire ci sono stati dei lavori di riflessione e di condivisione per gruppi linguistici, sulle tematiche definite dalle sfide presentate nella relazione precedente (suggerimenti su come vivere i voti religiosi in Africa; sarà possibile una casa di formazione unica in Africa, almeno per l’Africa francofona?; quali sono le attese dei confratelli europei rispetto ai Confratelli africani presenti per ministero e studio in Europa: che tipo di integrazione è possibile? Fino a quale livello di collaborazione?).
Nel pomeriggio p. Gianfranco Lunardon proporrà una meditazione, sull’onda dell’Anno della Misericordia e a partire dal carisma e dalla spiritualità camilliana, su “Misericordia e compassione: vie di umanizzazione”.
Qui l’indirizzo di benvenuto ai partecipanti di p. Paul Ouedraogo, Superiore Vice-Provinciale del Burkina Faso e il testo della Meditazione di apertura dell’incontro di p. Jacques Simporé.
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