La proposta di revisione e di aggiornamento della Carta degli operatori sanitari, edita nel 1994 dall’omonimo Pontificio consiglio, ha iniziato ufficialmente il suo iter nel giugno 2010 per volontà di mons. Zygmunt Zimowski, con l’intento di giungere, nel corso dello stesso anno e in coincidenza con il 25° anniversario di istituzione del Dicastero, alla redazione di un’Appendice alla suddetta Carta, la quale che si era dimostrata come un valido e utile sussidio per gli operatori sanitari, tanto che, nel corso degli anni, è stata tradotta in ben diciannove lingue. L’idea, quindi, era di ampliare il testo originale, apportandovi gli elementi nuovi in seguito alle conquiste della ricerca biomedica, farmacologica…, così come ad una sempre più incisiva presa di coscienza della dimensione “sociale” della salute.
Inoltre, si rendeva imprescindibile leggere questi elementi innovativi anche alla luce degli interventi magisteriali successivi al 1994, mantenendo comunque la struttura originaria della Carta, ovvero la vocazione degli operatori sanitari – “ministri della vita” –, che si stempera nel generare, nel vivere e nel morire, e adottando un linguaggio più accessibile, scientificamente corretto e accompagnato da una rivisitazione delle note teologiche dei documenti citati nell’apparato scientifico. Infatti, nell’edizione del 1994 queste ultime in larghissima parte si riferivano a Interventi o a Discorsi di Pio XII, che fu quasi un “pioniere” nelle questioni a quel tempo ricondotte alla cosiddetta “etica medica”.
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