Il nostro giovane «Venerabile Nicolino» continua la sua “missione sacerdotale straordinaria” dall’Alto dei Cieli !!!… e non è solo “metafora… pio desiderio”, sono fatti reali che si costatano frequentemente.
L’ultima segnalazione ci arriva direttamente da p. Felice Ruffini che ha rintracciato su “Internet” una Tela a Olio, di un Pittore portoghese, Ruben Ferreira, che alla richiesta del “perché” e del “come” risponde così:
«Thanks. Thanks for your message. I found an image of our beloved Nicola in the Church of Saint Mary Magdalene in Rome. Since then he became my friend. He is in my spritual life since 2012».
«Grazie. Grazie per il suo messaggio. Ho scoperto l’immagine del Venerabile Nicola nella Chiesa di Santa Maria a Roma. Da allora è diventato il mio amico. É nella mia vita spirituale dal 2012».
Padre Ruffini ci ricorda inoltre che è il QUARTO che rimane colpito da quel sorriso sereno che sprizza dalla Immagine delle pubblicazioni che a lui si riferiscono, dopo il Cileno Rodrigo Serrano e il francese Steen Heidemann con quella prestigiosa pubblicazione della “Cantagalli di Siena”, – «IL SACERDOTE IMMAGINE di CRISTO attraverso quindici secoli d’arte» -, e del giovane Vice Sindaco Corso che lo ha immesso nel Portale della Chiesa di “Grosseto-Prugna Porticcio”…
Il “titolo” di questa pagina trova un riferimento di una certa valenza, nella Testimonianza acquisita dalla “Positio Beatificationis et Canonizationis” del nostro giovane studente camilliano Nicola D’Onofrio, resa dal Religioso Infermiere della Comunità dello Studentato Camilliano di Roma:
«Assistevo quella notte D’Onofrio, e mi destarono, sul far del giorno le sue grida affannose. Mi precipitai nella stanzetta; egli, appoggiato sui gomiti, per quanto le forze glielo permettevano, chiedeva a viva voce a Dio, di guarire: “sarò un Sacerdote… salverò tante anime… guariscimi Signore ti prego… Madonna mia intercedi… San Camillo….! Padre mi aiuti… su preghiamo insieme che devo ottenerlo questo miracolo… devo guarire!…” Lo tirai su e l’aiutai fino a che di lì a poco s’acquietò stremato. Poi, in tono più calmo, e pieno di rassegnato abbandono disse: “Bene… però se non è possibile… sia come tu vuoi Dio mio!” Questo è il senso delle sue parole anche se, chissà, non le ricordo bene alla lettera.
M’impressionò quel rimettersi a Dio, quell’accettazione ultima, tanto che non potei fare a meno di paragonarla a quella di Cristo in Croce che chiede supplicante e finisce nella splendida sottomissione alla Volontà del Padre.» [Fonte: «Una vita donata», biografia, pp. 159-160
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