Newsletter 43 – Il mondo camilliano visto da Roma… e Roma vista dal mondo

NEWSLETTER 43 GENNAIO 2018

In copertina: Mosaico di calendari ‘camilliani’ per l’anno 2018. I migliori auguri per un anno pieno di fede, di speranza e di misericordia!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA XXVI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO 2018

Mater Ecclesiae: «”Ecco tuo figlio … Ecco tua madre”. 

E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé …» (Gv 19, 26-27)

Cari fratelli e sorelle,

il servizio della Chiesa ai malati e a coloro che se ne prendono cura deve continuare con sempre rinnovato vigore, in fedeltà al mandato del Signore (cfr Lc 9,2-6; Mt 10,1-8; Mc 6,7-13) e seguendo l’esempio molto eloquente del suo Fondatore e Maestro.

Quest’anno il tema della Giornata del malato ci è dato dalle parole che Gesù, innalzato sulla croce, rivolge a sua madre Maria e a Giovanni: «“Ecco tuo figlio … Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19,26-27).

Queste parole del Signore illuminano profondamente il mistero della Croce. Essa non rappresenta una tragedia senza speranza, ma il luogo in cui Gesù mostra la sua gloria, e lascia le sue estreme volontà d’amore, che diventano regole costitutive della comunità cristiana e della vita di ogni discepolo.

Innanzitutto, le parole di Gesù danno origine alla vocazione materna di Maria nei confronti di tutta l’umanità. Lei sarà in particolare la madre dei discepoli del suo Figlio e si prenderà cura di loro e del loro cammino. E noi sappiamo che la cura materna di un figlio o una figlia comprende sia gli aspetti materiali sia quelli spirituali della sua educazione.

Il dolore indicibile della croce trafigge l’anima di Maria (cfr Lc 2,35), ma non la paralizza. Al contrario, come Madre del Signore inizia per lei un nuovo cammino di donazione. Sulla croce Gesù si preoccupa della Chiesa e dell’umanità intera, e Maria è chiamata a condividere questa stessa preoccupazione. Gli Atti degli Apostoli, descrivendo la grande effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, ci mostrano che Maria ha iniziato a svolgere il suo compito nella prima comunità della Chiesa. Un compito che non ha mai fine.

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PROVINCIA TEDESCA – DELEGAZIONE IN TANZANIA

Il confratello camilliano Joseph Mashauri della delegazione in Tanzania, il giorno 20 gennaio 2018, è stato consacrato sacerdote dal cardinale Polycarp Pengo della diocesi di Dar-es- Saalam

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PROVINCIA DEL BRASILE

La Provincia Camilliana del Brasile condivide la gioia della professione religiosa solenne del confratello Elielton José da Silva, il 24 febbraio 2018, nella cappella del ‘Recanto San Camilo’ di Cotia – San Paolo.

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PROVINCIA NORD ITALIANA – SEVESO

Fratel Ettore, si apre la Causa di beatificazione e canonizzazione

Martedì 19 dicembre, presso la Casa Betania delle Beatitudini di Seveso, l’arcivescovo DI Milano, mons. Mario Delpini ha aperto il processo circa la vita, le virtù e la fama di santità in specie e i fatti straordinari in generedel Servo di Dio camilliano fr. ETTORE BOSCHINI.

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Martedì 19 dicembre 2017, presso la comunità “Casa Betania delle Beatitudini”, a Seveso, periferia di Milano, Mons. Mario Del Pini, arcivescovo di Milano, ha presieduto la solenne liturgia di preghiera per l’apertura della causa di beatificazione e di canonizzazione del Servo di Dio, fratel Ettore Boschini (1928-2004), religioso camilliano.

Il momento ‘formale-giuridico-canonico’ dell’apertura dell’indagine diocesana sulla fama di santità di fr. Ettore è stato curato da Mons. Ennio Apeciti, delegato episcopale per le cause dei santi, da don Marco Gianola, promotore di giustizia, da don Simone Lucca, notaio ed attuario e dalla dott.ssa Consolini, postulatrice della causa.

La grande cappella dedicata alla Madonna di Fatima, edificata proprio da fratel Ettore, ha accolto le autorità civili del territorio, i parroci del decanato di Seveso con diversi rappresentanti delle loro comunità cristiane, molti religiosi confratelli camilliani, soprattutto della provincia camilliana nord italiana: siamo stati accolti con lo stile semplice e sincero di sorella Teresa Martino che prosegue l’opera voluta da fratel Ettore per l’accoglienza di persone povere, disagiate, socialmente escluse, … dei volontari della struttura e soprattutto  delle persone che tra quelle mura spartane hanno trovato un riparo, del cibo, ma soprattutto l’esperienza di una ‘casa’ e di una ‘famiglia’…

Il sindaco della città di Seveso, porgendo il suo saluto di benvenuto ai presenti ha ricordato che la sua comunità è stata segnata nella storia recente da fatti dolorosi, quali l’avvelenamento da diossina (circa quarant’anni fa), che ha prodotto morte, sofferenza, inquinamento … e quindi tristezza e sfiducia: la presenza di fratel Ettore e della sua comunità di accoglienza “Casa Betania delle Beatitudini” ha contribuito a riorientare la sensibilità diffusa dei cittadini verso quei valori di umanità e di condivisione che rendono migliore ogni uomo ed ogni donna.

L’arcivescovo ha ricordato con grande chiarezza il senso del momento liturgico e canonico che abbiamo vissuto: l’apertura del ‘processo circa la vita, le virtù e la fama di santità in specie e i fatti straordinari in genere’ di fr. Ettore.

Perché, ancora oggi, si raccontano le storie dei santi?

Mentre ai bambini si raccontano delle storie per aiutarli a superare le loro paure ed agevolare il loro sonno e i loro sogni, agli adulti, la chiesa continua a ricordare le storie dei santi per il motivo opposto: per ‘svegliarli’, per scuoterli, per appassionarli a Dio e alle necessità degli uomini.

Fratel Ettore ci racconta la sua personale esperienza di Dio e dell’uomo bisognoso di attenzione e di cura; ci ricorda la ‘fattibilità’ del bene; ci sprona a declinare nella nostra quotidianità la sensibilità ed il pragmatismo del racconto esemplare del buon samaritano, come ha vissuto lo stesso san Camillo de Lellis.

La chiesa accende i riflettori su alcune figure di uomini e di donne (santi e beati) per ricordarci che il ‘bene è possibile’, che il ‘bene è fattibile’, che il ‘bene è alla portata di tutti’.

Fratel Ettore inoltre, con la sua biografia di cristiano consacrato camilliano ci ricorda anche il ‘segreto’ per poter alimentare la fiamma della carità, quando c’è il rischio che la fatica, le resistenze interiori ed esteriori affievoliscano lo slancio e la passione dell’amore e della carità: la preghiera, l’adorazione eucaristica, la devozione intensa, genuina e filiale verso la Vergine Maria. Quando la preoccupazione per le risorse e/o le strutture rischia di soffocare l’immediatezza dell’aiuto, quando i tempi lunghi rischino di soffocare la spontaneità dell’amore, la vita interiore, la vita spirituale possono continuamente riattivare un circuito di virtù ‘eroiche’ per un’autentica e franca testimonianza dell’amore di Dio per ‘ogni’ uomo e per ‘tutto’ l’uomo.

Preghiera per ottenere la beatificazione del Servo di Dio fratel Ettore Boschini
(con approvazione ecclesiastica del 23.02.2010)

Signore Gesù, che hai detto ai tuoi discepoli:
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”,
tu, che hai suscitato tra noi fratel Ettore,
perché con il suo esempio di carità gioiosa
ci stimolasse ad imitare te,
Dio di carità e di pace,
donaci la sua stessa bontà,
la sua infaticabile disponibilità,
il suo costante stupore
nel contemplare il tuo volto,
il tuo quotidiano prenderti cura
di ognuno di noi

Fa’ che, come lui,
anche noi possiamo ricordare
che tu ci chiami “amici”,
per renderci capaci ogni giorno
di essere prossimi di ciascun uomo,
soprattutto se povero, malato, emarginato.
Fa’, o Signore, se così piace a te,
che fratel Ettore sia presto chiamato beato,
preghi per noi,
e ci ottenga la grazia che ti chiediamo con fede.

CAMILLIANUM

Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi (metodo Hudolin)

L’alcol può causare molti problemi nella vita dell’uomo: oggi si chiamano “problemi alcolcorrelati”. Si tratta di malattie, di disagi personali, familiari e sociali, anche estremamente gravi; molto spesso il consumo di alcol si associa a ludopatia. Da alcuni anni sono sorte finalmente delle iniziative, sia pubbliche che private, che si occupano di problemi alcolcorrelati.

Il corso è  rivolto a quanti intendono occuparsi a vario titolo di alcolismo e degli altri problemi alcolcorrelati e complessi: operatori sociosanitari, volontari, membri di club di sostegno, operatori di Sert e centri di salute mentale e Comuni.

Scopo del Corso è aumentare il numero dei Club di sostegno e formare una Rete di cambiamento di stili di vita e cultura nella nostra Comunità.

Il corso si terrà dal 2 al 6 luglio 2018 

Informazioni

Ordine degli Studi 2017-2018

Il “Camillianum” è un Istituto di ricerca teologico-pastorale, incorporato alla Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense, finalizzato a promuovere la cultura cristiana della salute, della cura e della vita. Attraverso i corsi di Licenza e Dottorato in Teologia Pastorale Sanitaria, il Camillianum prepara docenti di Teologia ed esperti in pastorale della salute, forma operatori sanitari sensibilizzando la cultura al valore e al rispetto della vita umana. Propone un’antropologia in cui gli aspetti esistenziali sono illuminati da una metafisica vitale, colta nelle pieghe concrete della persona umana. I corsi di teologia, filosofia, bioetica, scienze umane e il tirocinio pratico, permettono di cogliere come ogni essere umano sia risultato e fonte di cura e speranza e come la dinamica della salute sia lo stesso ritmo della vita, il modo di essere della persona, con la ricchezza della sua relazionalità aperta al Volto del Trascendente Vicino. Continua a leggere

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Modulo d’iscrizione

Piano degli Studi

Presentazione dei corsi

TORINO – MADIAN

Istruzione, salute, ricostruzione: le priorità della Comunità Madian

“Istruzione, salute, disabilità, ricostruzione: quest’anno abbiamo concentrato i nostri sforzi su questi quattro punti fondamentali” ha raccontato padre Antonio Menegon, presidente della onlus “Madian Orizzonti”, dei religiosi Camilliani (MI) della Provincia Piemontese. “La disabilità, soprattutto nei paesi poveri senza strutture e risorse, diventa una delle priorità della nostra presenza. In particolare, per quanto riguarda l’aspetto della disabilità sia in Georgia sia ad Haiti stiamo moltiplicando gli sforzi per poter rispondere sempre di più e sempre meglio a questa sfida”, continua p. Menegon.
Il missionario racconta: “Ad Haiti, il Foyer Bethléem ha triplicato i posti: dall’accoglienza di 30 bambini siamo arrivati a quasi 100 bambini disabili fisici e mentali, da 0 a 20 anni (vedi Fides 9/12/2014). In Georgia, oltre al centro di Tbilisi (vedi Fides 26/4/2007), gestiamo il nuovo centro per disabili “Lasha” San Camillo, inaugurato il 21 luglio 2012, che ospita oltre 150 ragazzi, e un poliambulatorio, il Redemptor Hominis, che offre cure e assistenza medica a 400 persone. A Khisabavra gestiamo una scuola materna con una fattoria che produce latte e carne; a Shavshvebi la ‘Casa della Nonna’ assiste i minori profughi della guerra del 2008 tra Georgia e Ossezia del Sud. Attualmente, si stanno avviando altri centri in due diverse città, in particolare a Akhalcikhe, sud della Georgia, con il Centro “Talita Kum” gestito in collaborazione con Ordine di Malta – Berlin e Suore di S. Nino, che ospita 21 persone diversamente abili; e il ‘Centro Figli di Dio’, nel villaggio Arali – gestito in collaborazione con la Caritas Georgia e la parrocchia di San Giuseppe di Arali”.
“Per quanto riguarda la formazione del personale che si prende cura dei malati e dei disabili e l’istruzione per i bambini, sta per essere inaugurata proprio in questi giorni una nuova scuola nella cittadina di Jérémie, distrutta dall’uragano Matthew nell’ottobre 2016 (vedi Fides 11/10/2016). P. Massimo Miraglio a Jérémie e Maddalena Boschetti a nord dell’Isola hanno aiutato e accompagnato tanta gente che ha perso tutto. Hanno donato case, terre, sementi, attrezzi agricoli, lavoro ma soprattutto fiducia in se stessi, nel loro futuro e in quello dei loro figli. La vita di tante persone che hanno perso tutto, la loro volontà di ricostruire e ricostruirsi, la loro speranza più forte di ogni disperazione è la grande forza che ci sprona a continuare il cammino” conclude p. Menegon. (12/12/2017 Agenzia Fides)

DELEGAZIONE IN VIETNAM

Vietnam una primavera camilliana di p. Arnaldo Pangrazzi

Note storiche

Il 9 dicembre 2017 i religiosi camilliani del Vietnam hanno celebrato 25 anni di storia. Questa pianticella camilliana ha la sua prima semente nell’iniziativa del confratello camilliano p. Antonio Didonè, allora superiore vice provinciale di Taiwan. Egli decise di visitare questa terra prendendo contatti con il parroco di una chiesa cattolica nel cuore di Ho Chi Minh City (ex Saigon).

L’accoglienza positiva ricevuta diventa viatico per un secondo viaggio, intrapreso dallo stesso p. Didonè insieme a p. Felice Chech, in vista di predisporre un progetto concreto di presenza camilliana in terra vietnamita. Tuttavia, le distanze geografiche da Taiwan suggeriscono che la via più fattibile per realizzare il progetto sia di affidarlo direttamente ai confratelli camilliani della Thailandia, ‘vicini di casa’ del Vietnam. L’allora superiore provinciale della Thailandia, p. Sante Tocchetto, prende in mano la situazione e con il consenso del superiore generale e del consiglio provinciale della Thailandese, procede all’acquisto di una casa (anno 1993), prima dimora dei nostri confratelli, progetto finanziato dalla provincia austriaca.

I primi giovani selezionati quali candidati camilliani sono inizialmente accolti e accompagnati dai salesiani.

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DELEGAZIONE DI TAIWAN

Dal 26 dicembre 2017, i sei Religiosi Camilliani italiani che da decenni vivono e lavorano a Taiwan, sono cittadini cinesi! Esempio eccellente di inculturazione personale, evangelica e carismatica!

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Alcune immagini delle celebrazioni per il Santo Natale 2017 a Taiwan. Quest’anno, per la prima volta, si è celebrata la Santa messa di Natale presso il Santuario San Camillo.

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PROVINCIA SICULO-NAPOLETANA

I confratelli camilliani della provincia siculo-napoletana hanno festeggiato fratel Vincenzo Codella (classe 1921), decano dell’Ordine.

 

 

 

 

 

Missione parrocchiale per i malati alla “Stella   di p. Alfredo M. Tortorella

Dal 10 al 17 dicembre si è svolta, presso la Parrocchia “S. Maria Stella del Mare” di Manfredonia, una Missione Parrocchiale per i malati animata dai Religiosi Camilliani, dalle Suore Figlie di San Camillo e dalle Ministre degli Infermi di San Camillo, accompagnate da alcuni giovani collaboratori provenienti da Roma e dalla Sicilia. Una settimana molto intensa e bella, fortemente voluta dal Parroco don Alessandro Gambuto insieme alla sua equipe di Ministri straordinari della Comunione e operatori pastorali. L’Arcivescovo, Mons. Michele Castoro, ha inviato un messaggio di benedizione e compiacimento ai missionari, al Parroco e all’intera Comunità della “Stella”.

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MESSINA – GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

L’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, ha scelto di celebrare con tutta la sua comunità diocesana, la Giornata Mondiale del Migrante (14 gennaio 2018), presso la nostra parrocchia ‘San Camillo’ della casa di cura camilliana di Messina.

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1-2 febbraio 2018: anniversario della conversione di san Camillo (2 febbraio 1575)

A Manfredonia, benedizione del nuovo mosaico dedicato a san Camillo.

Cfr. locandina ed invito

 

 

 

 

 

REPUBBLICA CENTRO AFRICANA

Celebrazione del Natale 2017, in Repubblica Centro Africana per p. Aris Miranda con il confratello p. Bernard Kinvi, che sta allestendo l’altare per la celebrazione eucaristica!

 

 

LA VISITA DI PAPA FRANCESCO ALLA REPUBBLICA CENTRO AFRICANA ISPIRA LA MISSIONE CAMILLIANA

Nuovi servizi sanitari saranno presto disponibili per i centrafricani entro il 2018. L’Ospedale San Giovanni Paolo II di Bossemptele aprirà i reparti di neonatologia, maternità, chirurgia e la scuola per un anno di formazione infermieristica. Grazie al progetto della ONG camilliana ‘Salute e Sviluppo’, è stato reso possibile lo sviluppo e la riqualificazione dell’ospedale, da quando i Camilliani ne hanno assunto la responsabilità gestionale.

L’ospedale è stato avviato dalle suore carmelitane e nel 2012 è stato donato ai Camilliani. Attualmente, in questa missione sono impegnati quattro religiosi camilliani che gestiscono l’ospedale e la parrocchia dedicata a Santa Teresa.

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AGENZIA FIDES – I CAMILLIANI: NUOVI SERVIZI DI ASSISTENZA MEDICA IN UN PAESE POVERISSIMO

 “Nuovi servizi sanitari saranno presto disponibili per i centrafricani entro il 2018. Verranno aperti i reparti di neonatologia, maternità, chirurgia e la scuola per un anno di formazione infermieristica. Grazie al progetto della nostra Ong, è stato possibile sviluppare e riqualificare l’ospedale San Giovanni Paolo II, già avviato dalle Suore Carmelitane di Torino a Bossemptélé”: lo riferisce all’Agenzia Fides padre Efisio Locci, MI, presidente della Ong Camilliana “Salute e Sviluppo” e che si occupa dei diversi progetti nella Repubblica Centrafricana dal 2012. In un paese definito “il paese più povero che io abbia mai visto tra tanti”, il Camilliano spiega: “La nostra presenza è collegata alle Suore Carmelitane di Torino che erano già a Bozum con un piccolo ospedale. L’ospedale non era ancora terminato quando, in seguito ad un incidente stradale, nel 2007, suor Maria Ilaria Meoli, medico, tra le fondatrici del centro, è deceduta. Da quel momento ci siamo presi carico del piccolo ospedale. Attualmente vi lavorano quattro padri Camilliani, mentre due consorelle di suor Ilaria collaborano nella gestione dell’ospedale e della parrocchia. Altre quattro suore sono impegnate nella scuola materna e primaria, frequentate da circa 800 bambini”.
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PROVINCIA DI SPAGNA

Il 17 dicembre, il Confratello p. FRANKLIN FUENTES HUATANGARI, religioso professo solenne della Vice-Provincia del Perù (al centro) ha presieduto la sua prima Santa Messa presso il centro San Camillo di Tres Cantos (Madrid), dopo essere stato consacrato sacerdote dal cardinale arcivescovo di Madrid.

Ordinazione sacerdotale e prima Santa Messa di Franklin Fuentes |

 

Il Confratello Miguel Angel Sacco, camilliano della provincia di Spagna, delegazione di Argentina, domenica 14 gennaio 2018, nella cappella del Centro Camilliano di Tres Cantos (Madrid) ha emesso la sua professione religiosa solenne.

 

 

 

PROVINCIA DELL’INDIA

La provincia camilliana dell’India ha organizzato per tutti i giovani religiosi camilliani della provincia stessa, nell’ambito del proprio programma di formazione permanente, un seminario dl tema “Regnare è servire”, proposto da p. Jerome FSP (Brothers of St. Patrick), Superiore Generale per due mandati della sua Congregazione.

 

PROVINCIA DEL BURKINA FASO

Comunità di FIRENZE

Padre Bernard Marie Yaméogo, religioso camilliano del Burkina Faso, il 20 dicembre 2017, all’università di Firenze, si è laureato in scienze agrarie.

 

 

Comunità di TENKODOGO

Il 31 dicembre 2017, monsignor Prosper Kontiebo, vescovo ‘camilliano’ di Tenkodogo (Burkina Faso)) ha celebrato solennemente l’ingresso del nuovo parroco padre Jean Ouédraogo (camilliano), nella parrocchia dedicata a san Camillo a Ouegedo, diocesi di Tenkodogo.

 

 

Comunità di OUAGADOUGOU

Padre Alfred Sankara, camilliano cappellano nella prigione di Ouagadougou (Burkina Faso) ha ricevuto la medaglia d’onore da parte della sicurezza penitenziaria per il lavoro compiuto per l’umanizzazione della struttura di detenzione.

 

 

VICE PROVINCIA DEL BENIN TOGO

Nel pomeriggio del 26 dicembre 2017, giorno di Santo Stefano, protomartire, tre camilliani professi perpetui della Vice Provincia Benin-Togo sono stati ordinati diaconi nel Seminario Camilliano di Ouidah (Benin). Otto anni fa, i tre giovani iniziarono la loro formazione nella nostra Casa di Ouidah. Sotto la guida vigilante dei formatori e lo sguardo benevolo del Vice Provinciale e del suo Consiglio, i giovani hanno seguito, passo dopo passo, le fasi di pre-postulandato, postulandato, noviziato e frequentano attualmente l’ultimo dei quattro anni di teologia nel Seminario Maggiore Saint Gall-Ouidah.

Con voce forte e potente, i tre religiosi Augustin GBEGNAHOUN, Narcisse AVAGBO e Christophe KOUTCHEGBE, hanno risposto SI alla domanda del Vescovo che gli chiedeva se volevano diventare diaconi.

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BENVENUTO PAPA FRANCESCO: documentario del regista franco-polacco Janusz Mrozowski 

Un viaggio nella disperazione che si respira tra le mura del carcere di Maco, la prigione di Ouagadougou, in Burkina Faso. Un viaggio che prende una direzione diversa non appena si parla di Papa Francesco e della sua attenzione verso chi è in prigione, culminata nel “Giubileo dei carcerati”, il 6 novembre 2016, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia. “Benvenuto in carcere, Papa Francesco”.

Un’esperienza importante per il regista. “Quando sono entrato in questa prigione mi hanno colpito le condizioni in cui vivono i prigionieri africani. Il Burkina Faso mi ha aperto le sue carceri in un modo incredibile, che non si può immaginare in molti Paesi. Quello che salva in queste condizioni inumane è proprio l’umanità, le relazioni tra le guardie e i prigionieri e anche le relazioni tra i prigionieri tra di loro perché c’è molta fraternità”.

Secondo Janusz Mrozowski, è un film che è stato possibile grazie a Papa Francesco. “Quello che ho visto è che la Parola del Papa che ho portato in questa prigione ha pesato, è stata una cosa importantissima per questi detenuti. Ho portato la speranza, ho portato l’amore umano del Papa, ho portato Dio in questa prigione. In questo film ci sono tre miracoli. Il primo è che il film esiste, che mi ha fatto tornare a Dio e che ciascuno degli spettatori, per un’ora e mezza, sarà Papa Francesco”.

Questo documentario coinvolge anche i nostri confratelli che vivono e lavorano in Burkina Faso. Alcuni compaiono nel documentario poiché i Camilliani sono anche Cappellani della Prigione nella quale svolgono un lavoro straordinario di umanizzazione e ammirato da tutti.

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REGOLAMENTO DI FORMAZIONE DEL’ORDINE CAMILLIANO. ORIENTAMENTI GENERALI

Dalla Presentazione del Superiore Generale, p. Leocir PESSINI.

«La formazione è un’opera artigianale, non poliziesca. Dobbiamo formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. […] Non dobbiamo formare amministratori, gestori, ma padri, fratelli, compagni di cammino».

Papa Francesco, Colloquio con i superiori generali (29 novembre 2013)

Con questa versione aggiornata del Regolamento di formazione dell’Ordine camilliano. Orientamenti generali, stiamo rispondendo ad una sollecitazione del LVIII Capitolo generale straordinario (Ariccia-RM, 16-21 giugno 2014), che ha individuato – nel contesto del Progetto camilliano: per una vita creativa e fedele: sfide ed opportunità – l’area della formazione e della promozione vocazionale come una delle tre priorità dell’Ordine per il sessennio 2014-2020. Uno dei prerequisiti in questo settore strategico e vitale della vita dell’Ordine era l’attualizzazione delle linee guida della formazione: «approfondire la realtà della formazione tenendo conto delle frequenti defezioni tra i giovani e di valutare la necessità di lavorare per aree geografiche e linguistiche»[1].

La precedente edizione del Regolamento di formazione è scaturita da un lungo processo di consultazione ed ha necessitato di un lungo iter temporale per approdare all’approvazione della Consulta generale. P. Angelo Brusco, superiore generale, così sintetizzava questo traguardo: «Dopo una prima stesura, compiuta nel 1995 e presentata al capitolo generale celebrato in quello stesso anno, è stato ritenuto opportuno che il documento venisse riesaminato e quindi passato alle province e delegazioni provinciali per un periodo di sperimentazione da protrarre fino alla celebrazione del capitolo del 2001»[2].

Sono trascorsi praticamente due decenni e molte cose sono cambiate, sia nel mondo sia nella chiesa e noi siamo chiamati a leggere questi nuovi segni dei tempi in chiave profetica. Viviamo la nostra storia non in un’epoca di cambiamenti ma in un autentico cambiamento d’epoca.

In questo senso, non è facile interagire con la cultura dei giovani di oggi definiti millennials, non è così semplice rispondere alle loro inquietudini e alla ricerca di valori esistenziali che bramano, proponendogli la vita consacrata come uno stile di vita congruo alle loro attese!

In questi ultimi due decenni, la vita della chiesa è stata plasmata da tre pontefici: san Giovanni Paolo II (1978-2005), Benedetto XVI (2005-2013) e Francesco (eletto nel 2013). A livello ecclesiale abbiamo celebrato l’anno dedicato alla vita consacrata (2015), il giubileo straordinario della misericordia (2015-2016), due sinodi dei vescovi sulla Famiglia e nel 2018 il sinodo dei vescovi su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.

Diversi orientamenti sono stati elaborati, in forma attualizzata, dalla Santa Sede riguardo alla formazione sia alla vita consacrata che alla vita sacerdotale, rispondendo alle rinnovate sfide dei tempi. In continuità con questo nuovo contesto culturale ed ecclesiale, è emersa la necessita di revisionare anche il Regolamento di formazione dell’Ordine.

Per affrontare la sfida dell’aggiornamento di questo importante documento, il segretariato per la formazione, ha condotto un’indagine previa tra i religiosi dell’Ordine, sollecitando il contributo di tutti i religiosi impegnati nella formazione e nella pastorale vocazionale. Il riscontro iniziale di questa indagine è stato un po’ superficiale e, in parte, anche scoraggiante, dal momento che solo pochi confratelli hanno accolto con adeguata partecipazione questo appello e offerto il loro feedback.

In un secondo momento, è stato indetto a Roma (12-18 ottobre 2017) l’incontro internazionale dei formatori e degli animatori vocazionali camilliani, con la presenza di circa cinquanta partecipanti espressine di tutta la geografia camilliana del mondo. Hanno riflettuto e si sono confrontati sul tema Promozione vocazionale e la formazione camilliana in sintonia con i segni dei tempi e le nuove esigenze per costruire un futuro di speranza.

Nel raduno internazionale si è perseguito un obiettivo principale – nella comunione, cerchiamo un aggiornamento ed una rivitalizzazione delle nostre visioni ed azioni e degli strumenti nell’area della promozione vocazionale e della formazione camilliana – insieme a degli obiettivi specifici: attualizzare il regolamento di formazione dell’Ordine; diagnosticare e conoscere alcune caratteristiche dei giovani di oggi in un mondo globalizzato; prendere in considerazione l’interculturalità nel processo di discernimento vocazionale e di formazione; facilitare l’interscambio e la riflessione sulle esperienze di promozione vocazionale e di formazione (i segni di speranza, le opportunità e le sfide); favorire la conoscenza reciproca e la convivenza fraterna tra i partecipanti. La valutazione finale di questo raduno è stata molto positiva ed ha rimodulato in termini di sostanziale apprezzamento la scoraggiante impressione iniziale.

Che il Signore della messe (Lc 10,2), attraverso l’intercessione della Vergine Immacolata e del nostro santo padre Camillo, ci sostenga e ci aiuti ad essere sempre testimoni di speranza e di gioia nel vivere e nel servire, come veri samaritani nella promozione vocazionale e nella formazione camilliana.

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AGENDA DEL SUPERIORE GENERALE E DELLA CONSULTA GENERALE

Dal 4 al 25 febbraio 2018, p. Leocir Pessini e p. Aris Miranda saranno in visita ai Confratelli delle comunità camilliane delle Filippine.

2 FEBBRAIO 1575 –  LA CONVERSIONE DI SAN CAMILLO

Particolare della Conversione di San Camillo (2 febbraio 1575) - opera di Nino Musio conservata a Killucan (Irlanda)

Particolare della Conversione di San Camillo (2 febbraio 1575) – opera di Nino Musio conservata a Killucan (Irlanda)

Tratto da “Temi di pastorale sanitaria. Conversazioni svolte a medici e infermieri, cappellani ospedalieri, religiose infermiere” (di p. Emidio Spogli)

Quello che accadde nella mattinata del 2 febbraio 1575 sul sentiero che scendeva da S. Giovanni Rotondo a Manfredonia coinvolse e radicalmente Camillo de Lellis. È un avvenimento che necessariamente coinvolge anche la vita e l’opera dei Ministri degli Infermi del nostro tempo.

La travolgente esperienza che ha sconvolto il loro Fondatore deve rinnovarsi in tutti coloro che Dio ha chiamato a condividere la missione di carità. Il nuovo cammino sul quale lo Spirito li ha sospinti non può che iniziare con la stessa esperienza con la quale Dio ha tracciato la nuova via sulla quale ha orientato il loro Fondatore. Per questo cercheremo di enucleare alcune piste che emergono dall’evento della conversione del nostro Padre e Maestro che s’impongono alla nostra riflessione.

Camillo era salito al Convento dei Frati Cappuccini per sbrigare una umile incombenza affidatagli dai Frati di Manfredonia: l’asinello era carico di una “soma di tagliolini per cambiarla in tanto vino”. Camillo invece portava su di sé il fardello dei suoi venticinque anni di vita, nei quali aveva ripetutamente respinto con leggerezza gli appelli di Dio. Ed erano stati tanti: la morte del padre Don Giovanni che l’aveva arruolata al mestiere delle armi, una piaga al collo del piede che comincia a dar fastidio e l’umilia, un voto un po’ precipitoso di deporre la divisa di soldato appena rivestita e d’indossare il saio francescano, l’incontro con lo zio cappuccino, l’esperienza fallimentare del servizio nell’Ospedale San Giacomo di Roma  la vergogna della mendicità alla quale fu costretto dal vizio del giuoco e il duro lavoro di garzone al quale i pendagli della divisa militare stracciata non potevano dare lustro.

Aveva accettato quell’incarico come diverso e ora si trova in un altro convento non molto dissimile da quello di Manfredonia, senza prospettive: chiuso a tutti gli appelli di Dio non può immaginare che nelle quattordici ore successive della sua vita, tutto cambierà: con molto rispetto e umiltà cercheremo di seguire i passi che porteranno Camillo sulla strada del Signore. Ora si trova in quell’oasi di pace del Convento ed eseguita la commissione si gode dall’alto del Gargano il panorama lontano della città di Manfredonia, dove si prepara a tornare alle prime luci del giorno.

LEGGI IL TESTO COMPLETO QUI

LA NUOVA CASA ‘CAMILLIANA’ PER ANZIANI RATCHASIMA A KORAT. UN MODELLO DI RISPOSTA AL PROBLEMA DEGLI ANZIANI IN THAILANDIA

La popolazione thailandese sta invecchiando rapidamente; una elevata percentuale degli attuali 69 milioni di abitanti sta diventando vecchia e malata, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.

L’età media della popolazione è altresì aumentata: quando sono arrivato io in Thailandia, 32 anni fa, l’aspettativa di vita era di 65 anni, attualmente si attesta a 73 anni e continua a crescere in seguito alle migliori condizioni di vita e ad una migliore assistenza sanitaria. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: il problema della vulnerabilità dell’anziano si è ulteriormente accentuato.

Nel 2016 l’11% della popolazione thailandese, e cioè circa 7 milioni e mezzo di persone, avevano già oltrepassato i 65 anni, vent’anni fa gli ultrasessantacinquenni erano solo il 5% della popolazione e si prevede che nel 2040 raggiungeranno la cifra di circa 17 milioni.

La causa di questo fenomeno sociale è dovuta in parte alle politiche di pianificazione familiare che sono state promosse negli anni ’70 e che hanno ridotto il numero di nascite per nucleo famigliare da circa 6 nel 1965 a 1,5 nel 2015.

Il repentino sviluppo economico degli ultimi decenni ha determinato cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad uno stravolgimento del ruolo e della struttura della famiglia rispetto al modello familiare tradizionale preesistente, sia nelle zone urbane che in quelle rurali.

Le istituzioni sociali thailandesi non hanno quasi mai affrontato in modo approfondito politiche di pianificazione riguardanti il problema dell’invecchiamento della popolazione.  Una popolazione più anziana e una minor natalità hanno portato a ripercussioni economiche dovute alla diminuzione delle fasce di età produttiva, facendo emergere nuove problematiche inerenti a costi, servizi e strutture per la popolazione anziana.

Gli stravolgimenti sociali e culturali, dovuti al contraddittorio e repentino sviluppo economico, hanno conseguentemente cancellato quasi totalmente la tradizionale organizzazione familiare, in cui l’anziano occupava un ruolo organico, integrato all’interno della famiglia, dove veniva assistito con amore ed affetto. Penso che questo ruolo della famiglia tradizionale sia stato erroneamente e colpevolmente trascurato in nome di un “benessere” improntato tutto sulla legge del profitto e sul mito della “ricchezza”. Ciò ha portato ad una accentuata diminuzione delle famiglie numerose ed allargate, che trovavano il proprio ambito esistenziale in un sistema abitativo ricco di spazi ed ambienti sereni tipici del villaggio.

L’anziano spesso, in questa nuova situazione, rimane solo ed emarginato, avendo perso il suo ruolo sociale ed economico legato alla famiglia tradizionale. I costi sociali diventano così l’elemento determinante per la sorte dell’anziano.

A tutt’oggi in Thailandia non esistono normative che regolamentino l’assistenza dell’anziano e le strutture di accoglienza. Il servizio che viene offerto ad anziani in difficoltà si esaurisce principalmente in case private, proprio per la paura di affrontare, da parte delle istituzioni, una problematica complessa e costosa che metterebbe in crisi il sistema. Si assiste infatti ad una crescita spropositata di strutture minime private, dove ci si improvvisa ad ospitare anziani; si tratta in genere di abitazioni vuote, a cui vengono aggiunti ambienti, nei quali vengono inseriti un numero di posti letto per ospitare anziani, seguiti da personale inadeguato ed in situazioni precarie. Questo avviene principalmente per avere costi minimi di gestione ed offrire servizi a prezzi bassi per chi ha scarse risorse economiche.

Il sistema pensionistico è ancora molto arretrato rispetto agli standard occidentali: gli aventi diritto alla pensione sono i dipendenti del governo, i militari, i lavoratori di grosse aziende paragovernative o multinazionali. Sono solamente il 10% della popolazione in età pensionabile.

Tutti gli altri, a prescindere dalla situazione economica, possono ricevere, se lo desiderano, un assegno fisso di 800 Baht (circa 20 euro) al mese, così avviene pure per coloro che sono riconosciuti disabili.

Una cifra irrisoria se pensiamo che il minimo di spesa mensile per un nucleo familiare di quattro persone è di circa 9.000 Baht (circa 230 euro) nei centri urbani e si abbassa a circa 5.000 Baht (circa 130 euro) nelle campagne.

Si tratta di un minimo vitale, che non permette di uscire dalla soglia di povertà.

Le case di riposo pubbliche dello stato thailandese, che sono dirette dal dipartimento del welfare, sono strutture nelle quali vengono accolti gli anziani poveri ed abbandonati e dove si può essere ospitati senza pagare, ma con servizi totalmente inadeguati.

Si tratta infatti di grandi ambienti comuni in cui vengono ospitati gli indigenti ed i poveracci, che si arrangiano e si aiutano reciprocamente e dove arrivano, a volte, dei volontari misericordiosi che contribuiscono al vitto degli ospiti, portando del cibo e facendo delle offerte.

I budget statali non superano i 2 euro al giorno per persona.

Di queste strutture in Thailandia ce ne sono in totale 32, così dislocate: 5 al Nord, 13 nella regione centrale, compresa Bangkok, 5 al Sud, 7 al Nord Est (Isaan) e 2 al Sud Est (Chonburi – Pattaya).

Tutte le altre strutture sono ad iniziativa privata o gestite da fondazioni non-profit. Pur non entrando nel dettaglio è noto che in queste realtà si verificano molte storie di sopraffazione, disservizio ed abbandono.

I centri di riposo con standard più o meno ottimali, in genere collegati ad ospedali privati, offrono un servizio semi-ospedaliero che costa dai 50.000 Baht ai 120.000 Baht (da 1.300 a 3.100 euro) e sono accessibili solo ad anziani provenienti da famiglie ricche, che non riescono a gestire l’anziano con gravi disturbi cronici neppure con del personale in casa. Si tratta in genere di anziani malati di Alzheimer, di demenza senile e di altre patologie gravi e che necessitano di assistenza coadiuvata da tecnologie avanzate, 24 ore su 24.

La fondazione camilliana in Thailandia in questi ultimi 25 anni ha realizzato 5 case di riposo di diverse tipologie. L’ultima in ordine di tempo è la Home for the Aged Ratchasima, la Casa per Anziani Ratchasima, che si trova nella città di Korat a 240 km da Bangkok. Può essere considerata come la più avanzata e, speriamo, anche quella che riesce ad offrire un servizio all’anziano all’altezza dei bisogni reali e all’insegna dello spirito camilliano, che i religiosi camilliani hanno ereditato dal loro fondatore San Camillo.

Baan Ratchasima (casa di riposo Ratchasima) nella provincia di Korat

L’iniziativa è nata dall’interesse per gli anziani del vescovo di Korat, mons. Giuseppe Chusak, in seguito alla sua visita in una casa di riposo della fondazione camilliana nella provincia di Chantaburi.

Mons. Chusak decise allora di mettere a disposizione un terreno di 30.000 metri quadrati per un progetto finalizzato alla realizzazione di una struttura per anziani e di affidare alla fondazione camilliana l’arduo compito.

Era il mese di gennaio del 2011; la firma del contratto tra la diocesi di Korat e la fondazione camilliana, avvenne nel gennaio dell’anno successivo.

Il resto è storia…

Giovanni Contarin, incaricato di realizzare ed amministrare il progetto, lavorerà per quattro anni consecutivi, viaggiando settimanalmente da Bangkok a Korat, per poi stabilirsi definitivamente nel nuovo centro nel luglio del 2017.

La realizzazione della struttura è stata prevalentemente finanziata con fondi messi a disposizione dalla fondazione camilliana, dalla diocesi e da una campagna di raccolta fondi, per un totale complessivo di circa 140 milioni di Baht (3 milioni e mezzo di euro), di cui il 40% donato da amici e benefattori.

La struttura si sviluppa su tredici edifici a due piani, tra loro collegati, per un totale di 13.000 metri quadrati, con stanze singole, doppie, triple, a sei letti e otto letti per un totale di 150 posti letto.

L’apertura ufficiale della nuova casa è avvenuta nel febbraio 2017 ed i primi ospiti sono arrivati in maggio; ora, agli inizi del 2018, ci sono 60 residenti. Gli anziani che assistiamo a domicilio nel territorio sono già una settantina.

Una comunità di tre religiosi camilliani è nata per gestire la nuova attività, che comprende tre tipologie di servizi: quella per gli anziani residenti, che vivono da noi e sono parte di una nuova famiglia, quella per i day-care, cioè per coloro che sono ospitati nella struttura per brevi periodi e/o solo per un giorno (servizio giornaliero) e quella di coloro che visitiamo mensilmente sul territorio con un team di volontari.  Si prevede che, a pieno ritmo, verranno assistiti complessivamente circa 300 soggetti.

Nell’uomo anziano, malato e sofferente S. Camillo vedeva il Cristo e si dedicava al suo servizio con sentimento umano di solidarietà e con ispirazione divina di pietà, misericordia ed amore.

Giovanni Ratchanai è il nuovo direttore responsabile, P. Giovanni Contarin l’amministratore e coordinatore dei servizi, P. Giacomo Virot è il padre spirituale e coordinatore delle attività sul territorio.

Sono in itinere la realizzazione di un orto e di un giardino terapeutico, di un laghetto con pesci ed altre attività, tra cui laboratori d’arte e artigianato, coordinati da personale competente e da volontari al fine di offrire migliori qualità di vita ai nostri ospiti che soffrono di Alzheimer, demenza senile, Parkinson, ed altre gravi patologie, cercando di alleviare anche la sofferenza dovuta a situazioni di abbandono. Speriamo di riuscire a completare questo progetto entro l’anno 2018.

Ringraziamo quanti ci aiutano a realizzare tutte queste piccole e grandi cose!

Ad majorem Dei gloriam”

Preghiera SAN CAMILLO DE LELLIS

Camillo, fedele servitore del Signore, con coraggio e generosità ti sei lasciato
trasformare dall’Amore e, senza filtri o barriere lo hai riversato sui malati,
gli emarginati, gli ultimi.

Guaritore ferito, la tua vulnerabilità e i tuoi limiti sono stati risorsa per
un amore che abbraccia senza possedere; che accoglie senza giudicare; che
dona senza attesa di ricompensa. Come fuoco che arde, la passione ti ha
consumato facendoti rivoluzionario e creatore di nuovi percorsi: l’Amore
ha superato leggi e regole, e sei andato spedito sulla via della carità.

Hai dato vita a una ‘nuova scuola di carità’, modello ai compagni che
seguirono le tue orme. Con la stessa passione di una madre china
sull’unico figlio malato, anche loro hanno assistito malati; accompagnato
morenti; asciugato lacrime; riscattato coloro che avevano perso la libertà.

Il tuo carisma forgia persone di ogni latitudine: a te guardano come
modello inarrivabile e attraente, perenne e sempre nuovo.
Conservaci nella freschezza del tuo messaggio di carità, per restare chinati
sul malato ‘nostro Signore e padrone’, consapevoli che la carità richiede
sentimento, intelligenza e azione.

Riscalda i nostri cuori al fuoco della misericordia, così che il nostro operare
sia guidato dalla tenerezza, dal rispetto, dall’accoglienza e dalla generosità.
Apri i nostri occhi perché sappiamo guardare con simpatia il tempo che
viviamo e scrutare i bisogni nascosti nelle pieghe della società.
E, infine, sorretti dalle tue mille benedizioni, fa’ che restiamo fedeli non
solo nelle giornate luminose, fruttuose e di successo, ma anche in quelle
oscure, aride e di fallimento. Amen. 

“LA NOSTRA STORIA” – DAL NOSTRO ARCHIVIO STORICO

Una versione con caratteri Braille della “Via Crucis per il malato” del camilliano p. Delloye.

 

 

 

 

 

 

INCONTRI DELL’ORDINE CAMILLIANO (2014 – 2020)

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RELIGIOSI DEFUNTI

«Ecco, ora svaniscono. I volti e i luoghi, con quella parte di noi che, come poteva, li amava, per rinnovarsi, trasfigurati, in un’altra trama!» (T.S. Eliot).

Padre ETTORE NICOLODI (1926 – 2018)

Nuovo Calendario degli Incontri Nasce il 01.04.1926 a Cembra (TN), da papà Cornelio e mamma Augusta Tabarelli. Il padre è responsabile alle locali cave di porfido, ed Ettore è il primo di 11 figli. Dopo un anno al Seminario arcivescovile di Trento, per difficoltà a pagare la retta, entra nel Seminario Camilliano di Villa Visconta a Besana Brianza (MI) l’01.10.1939. La Germania nazista ha appena invaso la Polonia, e si profilano per l’Italia i duri anni della guerra mondiale.  Nell’autunno 1942 passa al Seminario di Mottinello a Rossano Veneto (VI) per frequentare la IV e V Ginnasio. Il 07.09.1944 entra in Noviziato a Verona nella casa di S. Giuliano, dove il 8.12.1945 fa la prima professione religiosa. Nel 1947 continua gli studi al Seminario di Mottinello, dove il 24.04.1949 fa la professione solenne, il 8.03.1952 viene ordinato Diacono da mons. Gerolamo Bortignon, Vescovo di Padova, e dal medesimo prelato il 22.06.1952 viene ordinato Presbitero.

Dopo le sostituzioni estive a Cremona e a Predappio, nell’autunno 1952 è vice Maestro dei Novizi a Verona S. Giuliano. Il 22.08.1953 parte per il Brasile. Per due anni svolge il ministero al Sanatorio S. Luiz de Jaçana e insegna latino e geografia ai seminaristi nel Seminario di Jaçana. Nello stesso Seminario assume l’insegnamento di Teologia Morale ai chierici ed è nominato economo della casa. Nel Gennaio 1961 è trasferito nella Casa di Iomerè (S. Caterina) dove insegna latino ai seminaristi e aiuta nel ministero nelle Cappelle della Parrocchia. In quegli anni progetta e realizza la trasformazione radicale del Seminario. Nel 1964 ritorna a Sao Paulo in Villa Pompeia e per due anni è Direttore della tipografia e aiuta l’economo provinciale. Nel 1966 è incaricato del progetto e della costruzione del Noviziato in Pinhais (Curitiba). Nel 1969 è cappellano nella Santa Casa di Sao Paulo e frequenta il corso di Amministrazione Ospedaliera presso l’Università di Higiene e Salute Pubblica. Nel 1970 è cappellano nell’Ospedale del Servitore Pubblico di Sao Paulo e continua la frequenza al corso presso la stessa Università ottenendo il Diploma di Amministrazione Ospedaliera.

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Padre FRANCESCO SPAGNOLO (1931 – 2018)

Nasce il 29.06.1931 all’Ospedale di Vercelli, dal papà Giuseppe e dalla mamma Margherita Rosati, che abitano a Trecate (NO). È l’ultimo di sette figli. All’insaputa del suo parroco – sorpreso della richiesta di una lettera di presentazione – entra in Seminario a Villa Visconta di Besana Brianza (MI). È il 03.10.1941, vi frequenta la 5° elementare e le cinque classi ginnasiali.  Dopo di che, il 16.10.1947 entra in Noviziato a Verona nella Casa di S. Giuliano. Il 17.10.1948 professa i voti religiosi temporanei.  Continua a Verona coi tre anni di Liceo classico, quindi nell’autunno 1951 passa al Seminario di Mottinello a Rossano Veneto (VI) per lo studio dei quattro anni di Teologia. Il 30.06.1952 fa la Professione Solenne nel paese trentino di Cles.  Il 18.12.1954 è ordinato Diacono a Mottinello dal vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon, e il 09.06.1955 è ordinato Presbitero a Pavia, nella Cappella del Policlinico S. Matteo, da mons. Carlo Allorio, suo vecchio parroco nominato nel frattempo Vescovo di Pavia: un simpatico aneddoto della sua vita.

A detta di chi ha raccolto le sue confidenze, P. Francesco avrebbe grandemente desiderato la vita missionaria, in anni epici in cui era avviata da una decina d’anni la missione cinese nello Yunnan, poi esiliata altrove in Estremo Oriente. Ma la sua comprovata applicazione allo studio e auto disciplina agli occhi dei superiori lo presentavano più idoneo all’insegnamento, a quel tempo impartito all’interno dell’Istituto stesso. Infatti, dopo un’estate a sostituire nella cappellania di Pavia, il 14.09.1955 eccolo destinato alla casa di S. Giuliano quale insegnante di latino-greco agli studenti professi, con iscrizione alla Facoltà di Lettere Antiche (le “Belle Lettere”) presso l’Università S. Cuore di Milano: docente e al contempo studente, fino alla Laurea ottenuta il 04.07.1961. Al suo principale servizio, accompagnava il ministero presso l’opera del “Piccolo Rifugio” nella frazione veronese di Parona.  La sua preparazione letteraria lo ha portato anche alla nomina di membro della Commissione provinciale per la Revisione della Costituzione dell’Ordine, nel biennio 1966/68.

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Fratel GIOVANNI BATTISTA STELLA (1931 – 2018)

Nasce il 13 dicembre 1931 a Bolzano Vicentino (VI), da papà Giuseppe e da mamma Orsola Benetti.  Entra nella Scuola Apostolica di Villa Visconta a Besana B.za (MI) il 14 settembre 1942. Col 30 agosto 1945, come aspirante “fratello” continua per un anno a S. Sisto di Poviglio (RE), sede provvisoria, poi a Mottinello di Rossano Veneto (VI), e qualche mese a Cervia.  Il 24 dicembre 1948 Giovanni inizia ufficialmente a Cremona il Postulato, con la consegna della crocetta camilliana. Il 05 marzo 1949 è inserito all’Ospedale di Verona B.go Trento, addetto ai lavori di casa. Questi frequenti cambi si spiegano col fatto che gli aspiranti fratelli erano inseriti nei servizi domestici già durante gli anni della formazione, e così apprendevano da subito la lezione del lavoro di gomito. Dopo il semestre prescritto di postulandato, il 14 luglio 1949 entra in Noviziato a Verona, nella casa di S. Giuliano.  Il 15 luglio 1950, anno Santo, lo conclude la professione religiosa dei voti, e allo scadere dei tre anni richiesti fa subito la Professione solenne: è il 15 luglio 1953, e il luogo è a Venezia Alberoni, davanti al Prov. P. Francesco Ivaldi.

Il 3 agosto 1950 passa a Venezia Lido nella struttura sanitaria assistenziale di Alberoni. Il 19 ottobre 1955 è trasferito a Cremona per frequentare la Scuola Convitto di Infermiere professionale, e il 20 giugno 1957 consegue il Diploma.  Il 5 ottobre 1957 è assegnato al Reparto di Chirurgia della Casa di Cura San Camillo a Milano, sua nuova comunità.

Dopo dieci anni, il 20 giungo 1967, viene mandato come infermiere al 3° Piano della Casa di Venezia Alberoni.   Il 06 luglio 1969 consegue il Diploma di Caposala alla Casa di Cura S. Giuseppe di Milano, dopo avere fatto il pendolare Venezia-Milano. Con questa qualifica, viene inserito nell’organico della neonata Casa di Cura S. Pio X di Milano, dove egli si trasferisce il 31 ottobre 1969. Sarà un lungo periodo meneghino, interrotto nel 1980 per rispondere ad una emergenza umanitaria: tre mesi a Bangkok (Thailandia) nei campi profughi dei fuggitivi dalla guerra del Laos.

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Padre BERNARD BLASICH (1933-2018)

Bernard Blasich è nato il 2 aprile 1933 a Fiume, allora paese italiano (oggi in Croazia), da papà Mario e da mamma Maria Jurcovich. Era il più grande di cinque fratelli.

Ha frequentato la Marquette University di Milwaukee in Wisconsin (U.S.A.) dal 1958 al 1959, il Seminario St. Frances a Milwaukee dal 1959 al 1962, e poi è stato inviato al Seminario maggiore di St. Columban a Milton, nel Massachusetts, dove ha seguito corsi di filosofia fino al 1963.

Ha conseguito il baccalaureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma nel giugno del 1967.

È stato cappellano dell’Ospedale St. Joseph a Milwaukee dove ha offerto il suo servizio dall’agosto 1968 al novembre 1970.

Bernard ha emesso i voti temporanei a Durward’s Glen a Baraboo, Wisconsin l’8 settembre 1961. Ha fatto la professione solenne il 4 novembre 1964 a Whitinsville, nel Massachusetts, e il 24 giugno 1967 è stato ordinato sacerdote a Marino (Roma).

Dal 29 agosto 1956 al 12 settembre 1958 è stato arruolato nell’esercito degli Stati Uniti d’America. Ha prestato servizio nella Marina degli Stati Uniti l’8 aprile 1971 e fu assegnato all’apostolato militare. Durante questo periodo, ha avuto molti e vari incarichi sia negli Stati Uniti che all’estero. Ha guadagnato la stima del personale con il quale ha lavorato nelle Forze Armate degli Stati Uniti d’America.

Tra il settembre 1980 e il dicembre 1981, ha realizzato un programma di assistenza spirituale a favore di diverse comunità nelle aree di Napoli – Avellino – Salerno colpite da un terribile terremoto nel novembre 1980.

Ha servito come cappellano presso il Navy Hospital di Great Lakes per proseguire gli studi universitari in teologia presso il St. Mary’s of the Lake Seminary di Mundelein, nell’Illinois.

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Il 1 gennaio 2018, nella Casa di Cura delle Figlie di San Camillo (Cremona), è deceduta sr. ALESSIA OTTINI. Aveva 78 anni di cui 55 anni di vita religiosa.

«Ora vivono in Cristo, che hanno incontrato nella Chiesa, seguito nella nostra vocazione, servito nei malati e sofferenti. Nella fiducia che il Signore, la Vergine Santa nostra Regina, san Camillo – i beati Luigi Tezza e Giuseppina Vannini – e i nostri Confratelli e Consorelle defunti li accoglieranno fra loro, li affidiamo nella preghiera ricordandoli con affetto, stima e gratitudine».

PREGHIERA PER LE VITTIME DI DISASTRI DI OGNI GENERE –  CADIS

Per tutte le vittime di disastri di ogni genere, per le persone che hanno perso la vita, per i loro cari, per i sopravvissuti e per tutti quelli che si adoperano nel soccorso, preghiamo:

Dio Celeste, che hai creato e conservi ogni esistenza,

Tu conosci tutta la nostra tristezza e la nostra sofferenza. Tutte le vittime delle catastrofi di ogni genere siano accolte nella tua pace! Ricevi, noi ti preghiamo, nella tua misericordia, i tanti nostri fratelli e sorelle, sepolti dalle forze scaturite dalla natura. Conducili nella tua dimora!

Consola il dolore di tante famiglie, asciuga le lacrime di tanti fratelli, proteggi la solitudine di tanti orfani. Infondi a tutti coraggio perché il dolore si trasformi in cammino di crescita e di speranza.

Suscita nel cuore dei cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà il desiderio di impegnarsi affinché i feriti e coloro che soffrono a causa di queste calamità, sperimentino il conforto della solidarietà fraterna.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria