Frank Monks, MI
La mia prima reazione all’annuncio della morte di P. Pasquale Anziliero è stata di chiedermi con meraviglia se ci fossero due religiosi dallo stesso nome! Ne fui profondamente scioccato.
Conservo un vivido ricordo di questo giovane religioso arrivato alla comunità della Casa Generalizia a Roma (Maddalena) nell’ottobre del 2003. Venne per aiutare l’Ordine al livello centrale ad entrare nell’era moderna attraverso le sue abilità nell’area della comunicazione. Oltre a ciò, sarebbe stato l’economo locale. Ne conseguiva che avrebbe dovuto lavorare a stretto contatto con il Superiore generale e la Consulta, diventando anche membro attivo della più vasta comunità della Maddalena. Messo sulla carta non sembra un compito difficile, ma ognuno che abbia risieduto alla Maddalena sa che, di fatto, è una vera sfida.
Portò avanti le sue responsabilità con una totale abnegazione e non senza abilità. Conservo come un tesoro la memoria di come seppe partecipare attivamente nel suo ruolo di economo alle riunioni comunitarie diventando anche un elemento di sfida. Non penso che questo atteggiamento sia sempre stato apprezzato da tutti, dal momento che pochi di noi si trovano bene se sfidati!
Fu un religioso dedicato, capace di vivere il voto di povertà con entusiasmo, cosa del tutto evidente nelle presentazioni dei rendiconti economici e dei programmi per il miglioramento della vita della comunità. Le sue abilità nel campo della comunicazione erano ben note, ma la sua generosità a condividerle è stata ragione di edificazione. Ne ho fatto prova personale quando cercò di mostrarmi come preparare delle presentazioni in power point e, in genere, apprendere il mondo odierno dello cyber space. L’aiuto di Pasquale fu impagabile, purtroppo a tutta velocità senza che la tecnologia e i suoi processi fossero il mio forte. Questo significa che aveva davanti a sé uno scolaro muto che spesso si grattava la testa perplesso di fronte a tale efficiente, anche se troppo veloce, maestro. Doveva essere esasperato nel tentativo di mantenersi calmo con il proprio superiore generale!
Pasquale è stato uomo di preghiera e del tutto uomo di fraternità. Lavoratore indefesso, al punto di lavorare quando avrebbe dovuto dormire. Conservo piacevoli ricordi di quanto era felice mentre sudava cucinando un barbecue alla Casa Rebuschini in una delle miti serate estive. Provava piacere a cucinare e vedere gli altri felici. Amava veramente la compagnia!
A livello personale conserverò sempre come un tesoro la sua gentilezza ed il sostegno umano offertomi in ogni momento. Ne ho fatto prova concreta soprattutto nei Capitoli Generali del 2007 e del 2013, in cui fungeva da membro dello staff tecnico. I semplici gesti umani che gli altri ti mostrano mentre passi per un momento difficile, momenti su cui non hai un controllo, sono ciò che rendono la vita degna e ti fanno andar avanti. Grazie, Pasquale, per questa dimostrazione della tua umanità compassionevole.
La morte di Pasquale mentre si faceva carico di un malato è ciò che ogni altro camilliano si augura. Ma lui era troppo giovane per questo!
Grazie Pasquale per tutti i bei ricordi.
Possa la sua anima riposare nella pace del Signore che ha cercato di servire attraverso i suoi fratelli e sorelle.
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