RADICI PERDUTEGeorgia 2008 – 2010
Mostra fotografica di Guillermo Luna
Prosegue con grande successo di visitatori, la mostra fotografica di Guillermo Luna “Radici Perdute Georgia 2008-2010“, inaugurata sabato 4 dicembre, presso la Galleria Dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio a Roma.
L’8 agosto 2008 ha inizio il conflitto armato fra le trupe georgiane e quelle russe nella regione dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia. Migliaia di georgiani fuggono dalle zone di conflitto. Mentre alcuni troveranno rifugio nella tendopoli situata nel campo di calcio della città di Gori, altri fuggiranno verso Tiblisi per rifuggiarsi nelle scuole e in alcuni edifici pubblici abbandonati, tra cui il dismesso ospedale georgiano d’Isani.
Il fotografo argentino Guillermo Luna, classe 1970, si è “immerso” per due anni tra queste persone. Presente all’inaugurazione ci ha spiegato il suo lavoro:
«Ho cercato di raccontare la vita quotidiana di gente che, da un giorno all’altro, non aveva più niente ed è costretta a vivere con poco. Con la macchina fotografica, sono entrato nel loro mondo ed ho scoperto una grande dignità sia nell’affrontare la disgrazia sia nel vivere quotidiano. Una scena che mi ha profondamente colpito, e fatto riflettere, è quella che ho “immortalato” durante una cena. Un’intera famiglia costretta a vivere in pochi metri quadrati dove, a fine giornata, mentre alcuni terminano di cenare, la madre cerca di addormentare il figlio piccolo. In mancanza di luce, che regolarmente salta appena si accendono i fornelli elettrici, questo momento di vita familiare si svolge rischiarato da una candela. Nella foto presente in mostra, la scena la vedete illuminata con luci messe da me, altrimenti sarebbe stato impossibile scattare una fotografia. È questo quello che mi ha scosso di più, come un gesto quotidiano, quello della cena, per alcune persone può essere immerso in una quotidiana drammaticità».
L’autore ha seguito personalmente anche l’allestimento dell’esposizione, offrendo alle immagini una riconoscimento fisico che va ben oltre l’essere appese ad una parete. Così Guillermo Luna ha lavorato sulle differenti dimensioni delle stampe e sul loro rapporto con lo spazio espositivo, obbligando il visitatore a modulare, di volta in volta, il suo rapporto con le scene raffigurate.
Con le sue immagini, Guillermo Luna, ha documentato anche lo smantellamento della “Casa della Nonna”, centro dove i bambini, vittime della guerra, venivano accolti e seguiti. Il 12 agosto 2010, le autorità hanno smantellato in poche ore l’intera struttura di assistenza, collocata nel centro sfollati di Isani a Tiblisi, ed oggi la “Casa della Nonna” sta lentamente rinascendo a New Town’s.
Si passa così, lungo tutto il percorso, dai primissimi piani, che sembrano interrogarci e scrutarci quasi fossimo noi in mostra, ai panorami di un mondo quasi surreale nella sua drammatica realtà.
Un conflitto dimenticato come la vita di migliaia di persone rimaste “senza voce”, alle quali è stato strappato il passato, le radici ed ogni legame con la propria terra.
Fotografo che non disdegna il digitale, Guillermo ci conferma che «Se non ci fossero state le macchine digitali, difficilmente mi sarei potuto dedicare con tutto me stesso alla fotografia. Pellicole, sviluppo, stampa, tutto sarebbe costato troppo; scoglio superabile con le nuove tecnologie». Ed è proprio mixando diverse tecniche di proiezione che la mostra si arricchisce di un video/foto/film. Un piccolo proiettore rinvia su un monitor l’intera giornata di una ragazza che, desiderosa di vivere una vita normale, affronta quotidianamente e senza mai perdere la sua dignità, una destino difficile che le è piombato addosso senza nessuna colpa.
A questi muti testimoni, Guillermo Luna restituisce idealmente la voce attraverso intensi scatti fotografici: il ritratto di un Paese dimenticato dai media e dunque, drammaticamente, dal mondo.
Guillermo Luna è nato a Funes, in Argentina, nel 1970. Inizia l’attività di fotografo in Argentina, nel settore pubblicitario e commerciale. Nel 1996 realizza il suo primo reportage sulla raccolta del cotone degli aborigeni Pilagàs,nel nord dell’Argentina, e da quel momento si dedica con crescente passione alla fotografia sociale e al reportage, concentrando la sua attenzione sull’uomo.
Nel 1997 si trasferisce nella Terra del Fuoco, dove vive per tre anni lavorando per diversi giornali locali e testimoniando la crisi argentina dai luoghi piu estrema e isolati. Dal 2000 vive e lavora in Italia.
Nel 2005 inizia una serie di reportage nella regione Caucasica,in particolare in Georgia: un
work in progress che continua ancora oggi.
Membro di Shoot4Change, collabora con diverse agenzie e testate giornalistiche internazionali.
INFO MOSTRA:
Guillermo Luna
RADICI PERDUTEGeorgia 2008 – 2010
Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio
Via dei Portoghesi 6 – Roma
fino al 19 Dicembre 2010
Da mercoledì alla domenica, dalle 16,00 alle 19,00
Ingresso libero
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