Maria Salute degli Infermi

di P. Felice Ruffini, camilliano

“Non c’è amore più grande di quello di una madre per il suo unico figlio malato”, è per noi il massimo parametro che si possa esprimere. Il Profeta Isaia l’utilizza per farci intendere quello di Dio per noi: “Si dimentica forse una donna del suo bambino?…  Come una madre consola un figlio così io vi consolerò, in Gerusalemme sarete consolati…” (49, 15; 66, 13).

Anche San Camillo lo prescrisse come parametro quando volle esprimere in sintesi l’amore che la nascente Congregazione doveva porre a fondamento del suo stare accanto al letto dei malati.

E lo hanno ben intuito i fedeli dell’amore che l’Immacolata Madre di Dio ha per i figli che Le sono stati affidati (Gv 19, 25-27), fratelli del Figlio suo “primogenito di molti fratelli” (Rom 8, 29), invocandola Salus Infirmorum.

Il Concilio Vaticano II implicitamente così La presenta: “Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria celeste. Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (Lumen Gentium, 62 – poi LG).

Abbiamo piena coscienza del nostro stato di “infirmitas”, e non solo a livelli di disfunzione organica o funzionale o psicofisico, ma anche a quello morale che genera sofferenze più profonde e non facilmente amovibili, perché insite in quella sfera dell’esistenza che fa capo alla dimensione spirituale della creatura, e che per noi credenti è detta anima.

E il “dolore dell’anima”, come scrive Giovanni Paolo II, è meno raggiungibile dalla terapia, la cui vastità e multiformità di sofferenze non sono certamente minori di quella fisica (cf Salvifici Doloris, 5 – poi SD).

E’ l’attenta tenerezza della Madre che ci attrae e ci colma di speranza, e ci porta all’affidamento totale a Lei, Salute degli Infermi, per il recupero integrale della salute, perché avvertiamo pesare sulla nostra esistenza quel “morte morieris” (Genesi, 2, 17) conseguenza del peccato di superbia e disobbedienza a Dio dei nostri progenitori.

Ma Lei, l’Immacolata Madre di Dio, “assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna” (LG, 62).

Nel Vangelo

I Vangeli ci presentano Gesù come Colui che guarisce e annuncia il Regno. E’ la sua qualifica. A Giovanni Battista in carcere manda a dire: “Andate e riferite ciò che voi udite e vedete: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me” (Mt 11, 4-6).

Ai suoi Discepoli fin dalla prima missione quali suoi inviati, “diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e di infermità… e strada facendo predicate che il Regno dei cieli è vicino” (Mt 10, 1 e 7).

Non ci narrano i Vangeli che analogo mandato sia stato dato alla sua Immacolata Madre, e né che abbia compiuto qualche guarigione come i Discepoli. Eppure ci viene detto del suo insostituibile ruolo iniziato “quando venne la pienezza del tempo (e) Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4, 4-5).

Il Concilio Vaticano II ha proclamato che “questa unione della Madre col Figlio nell’opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla di Lui morte; e prima di tutto quando Maria, recandosi frettolosa a visitare Elisabetta, è da questa proclamata beata per la sua fede nella salute promessa e il precursore esultò nel seno della madre” (LG, 57).

A ben leggere i Sacri Vangeli, due sono i momenti che ci dicono della B.V. Maria nel ruolo di Salus Infirmorum: fin dal primo istante della nascente vita di una creatura umana, – il Precursore –, a quella del tramonto del Figlio suo in modo crudele e ingiusto decretato da uomini perversi.

SCARICA IL TESTO COMPLETO QUI

GALLERIA FOTOGRAFICA MADONNA DELLA SALUTE