Per quanto riguarda gli abitanti di Gerusalemme, non dobbiamo condannarli! Erano persone come noi, tra loro c’erano dei buoni e dei cattivi. A loro bastavano le preoccupazioni, le fatiche e le piccole gioie della vita di tutti i giorni, non avevano tempo e forze per guardare più in alto. Anche a noi succede spesso di affogare nel tran tran quotidiano e di non voler aspirare a cose più grandi e più elevate, al cammino che conduce a Dio.
Infine gli eruditi, i teologi, gli specialisti della Sacra Scrittura che sanno tutto su di essa, che ne conoscono ogni possibile interpretazione, che sono in grado di citarne a memoria ogni passo e che pertanto sono davvero l’aiuto a chi si mette in ricerca. Ma, come dice Agostino, essi sono guide per gli altri. Indicano la via, ma restano fermi. In fondo per essi la Scrittura era solo un atlante per la loro curiosità, una quantità di concetti da passare al vaglio e sui quali discutere.
L’idea che la Scrittura non dovesse soltanto essere conosciuta e discussa, ma anche essere vissuta non veniva loro più mente. E di nuovo la domanda è rivolta a noi: non siamo anche noi tentati di ritenere la Sacra Scrittura, la fede della Chiesa, più un oggetto di discussione che una via che conduce alla vita? Tra coloro che sapevano ma non agivano in base alle loro conoscenze e coloro che non sapevano ma trovavano la via andandone in cerca, anche noi dobbiamo riconoscere che Cristo non ha voluto la Chiesa perché discutesse la parola di Dio, ma perché fosse un luogo in cui quella parola veniva vissuta.
Nei nostri cuori dovrebbe nascere nuovamente la disponibilità a considerare la parola della Bibbia non come un oggetto di curiosità, accanto a molti altri, ma come la verità che ci dice che cosa è un uomo e come può diventare retto, la verità che è la via e che perciò interpella la nostra esistenza e riceve una risposta appropriata soltanto nella vita e nel cammino condivisi con gli altri.
Possiamo immaginare che i Magi abbiano dovuto subire derisioni di ogni sorta.
Stando a quanto si dice, in Israele sarebbe nato il re del mondo e costoro si mettono in cammino seguendo le indicazioni di una qualche stella. Alle persone dabbene tutto ciò sembra quanto mai assurdo e puerile.
I Magi sono certamente stati presi in giro. Hanno dovuto subire anch’essi la sorte di Abramo, che aveva detto di sé quello che ripetevano i primi cristiani: “Siamo pellegrini e forestieri in questo mondo”, siamo visti come estranei che non fanno del tutto parte di questa società. Ma per i Magi non era granché importante quello che la gente raccontava sul loro conto, quello che su di loro diceva la pubblica opinione, che cambia quasi da un giorno all’altro. Per essi era importante quello che è vero e dà la vita autentica, e per questo prendevano di buon grado su di sé le beffe della gente.
E ancora una volta essi ci provocano e ci sfidano anche oggi. Proprio oggi è di nuovo rischioso vivere davvero la fede, ritenere la parola della Chiesa non una teoria tra le altre, magari ampiamente superata, ma osare veramente essere cristiani, con le esigenze che questa realtà porta con sé, credere e vivere da cristiani. Perciò anche oggi si è visti come delle persone strane e si è spesso esposti alla derisione, anche oggi si è in certo qual modo pellegrini e forestieri.
Ma è proprio questo quello che ci occorre per andare oltre il conformismo, per attingere la verità e la vera dimensione dell’essere uomo che Dio ci ha riservato. Tale dimensione consiste nel fatto che diventiamo simili a Dio, poiché la sua verità e il suo amore diventano la nostra luce e la nostra vita.
Così anche oggi deve essere valido per noi il tema che ricorre in tutta la Scrittura: non abbiamo quasi una dimora stabile, andiamo in cerca di quella futura.
Siamo riconoscenti per la bella patria che ci è stata data in sorte, ma che è diventata bella proprio perché gli uomini hanno saputo guardare al di là di essa e l’hanno provvista del segnavia dell’eternità. E continua a rimanere bella soltanto se noi continuiamo nel nostro cammino, in modo che la luce della città futura illumini le nostre città, le nostre piazze e i nostri villaggi.
Ed eccoci così alla seconda domanda. Che stella era quella che i magi hanno visto? Nel corso dei secoli vi sono stati al riguardo accesi dibattiti tra gli astronomi. Sono tutti pareri interessanti, che però non ci portano all’essenziale.
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