…sulla “piccola via” di S. Teresa
Uno dei modelli intermedi che guidarono il suo cammino verso il Signore, fu S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo. La sua “piccola via” divenne il codice di comportamento della sua vita. In una lettera alla mamma, preoccupata forse di chissà quali penitenze imponeva la vita religiosa, Nicolino per tranquillizzarla circa la normalità e la semplicità degli atti giornalieri così le scriveva: “…Tutto si fa per il Signore, per suo amore. Non ci sono da fare mica cose straordinarie come penitenze eccezionali, dormire per terra… Santa Teresina del Bambino Gesù, una suora Carmelitana francese, non ha fatto niente di speciale durante la sua vita, non ha fatto niente di particolare, ha fatto solo quello che doveva fare; a 24 anni è morta di tubercolosi ed è diventata santa…”.
Scritta di suo pugno abbiamo una “Preghiera” che deve essere di un’anima mistica. Non siamo certi che sia la Santa di Lisieux. Ne riportiamo un breve passo perché illumina il nostro assunto ampiamente: “…Datemi lo strazio, datemi il martirio d’amore solo e sempre quel che piace più a voi, solo e sempre quel che piace di più a voi per possedervi sempre perdutamente. …Io sono innamorata di Cristo Crocifisso. Si allontani da me ogni altra gioia, ogni altro gusto che non sia quello per il mio Diletto Sposo Crocifisso. Voglio possedere interamente perdutamente il tuo Cuore squarciato, esservi in Esso come incarnato in una unica realtà: Rinunziarmi completamente perché completamente, io sia Te, Amore. Rinunziarmi sempre, anche nel modo più duro, non più io, ma Tu, Tu Amore Crocifisso”.
In calce Nicolino annotò: “Preghiera che dirò almeno tre volte al giorno; possibilmente al mattino, a mezzogiorno e la sera prima di andare a letto”.
Di S. Teresa aveva raccolto quanto era stato edito, richiedendo direttamente al Monastero di Lisieux le ultime pubblicazioni. Aveva un’ottima conoscenza della lingua francese, e si applicò a tradurre le sue Poesie. A completamento di quanto brevemente ci è consentito di scrivere, riportiamo due strofe di “Vivere per Amore”, che ci rivelano la sua tensione a conformarsi al suo amato Cristo Crocifisso:
“…Vivere d’amore, su questa terra non significa / piantare le tende sulla vetta del Tabor. / Significa arrampicarsi con Gesù sul Calvario. /Significa vedere la croce come un tesoro! /In cielo, vivrò di gioia. / La prova allora sarà sparita per sempre, / quaggiù però, voglio nella sofferenza / viver d’amore! — …Morire d’amore, è un troppo dolce martirio, / ed è questo che vorrei soffrire. / Cherubini! accendete le lire, / perché, lo sento, sta per finire il mio esilio… / Dardo infuocato, consumami senza tregua, / squarciami il cuore in questo triste soggiorno. / Gesù divino, realizza il mio sogno: / morire d’amore!…”.
E questo è il segreto della grande emozione, stima ed entusiasmo che suscitò il suo drammatico ultimo anno di vita e il suo passaggio al Cielo. Si avvertiva ampiamente la dimensione spirituale nella quale era immerso, e che il seguente passo dell’ultima lettera scritta ai genitori fedelmente sintetizza: “Io sono molto contento di poter soffrire un pochino adesso che sono giovane, perché questi sono gli anni più belli per offrire (qualcosa) al Signore. Santa Teresina è la santa che mi piace di più perché mi rassomiglia molto. Anche Lei si ammalò quando aveva poco più di venti anni, soffrì molto e a ventiquattro anni morì… Genitori carissimi, pregate anche voi affinché il Signore mi faccia rimettere in forze, così potrò diventare Sacerdote e lavorare ancora molto per le anime. Se il buon Dio però, volesse qualcosa di differente da me e da voi, sia benedetto il Signore perché Lui sa quello che fa e quello che va meglio per noi. E’ inutile, noi non possiamo sapere queste cose, Dio solamente lo sa…”
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