In Onofrio Farinola, Le case comuni della vita consacrata. Un rinnovato stile di vita per i religiosi alla luce della Laudato si’. Edizioni Messaggero Padova.
La vita consacrata costituisce un segno profetico di ciò che già è veramente, ma non ancora si vede, e proprio per questo getta luce sull’oggi della Chiesa e del mondo: per questo motivo lo sguardo che essa porta sulla nuova creazione può illuminare il nostro “stare nel mondo” in questo tempo.
Partiamo da un presupposto basilare: la parola “ecologica”, come ben sappiamo, vuol dire “discorso sulla casa”. È la casa dei consacrati e delle consacrate, ovvero la fraternità, la comunità. Dunque, i consacrati e le consacrate sono chiamati a saper fare un discorso sulla propria realtà comunitaria, sulla propria casa, sulla propria vocazione, sul proprio carisma, a essere cioè custodi della “casa comune”, della bellezza della propria vita comunitaria fraterna. È, per i consacrati, la sfida che parte dal basso, cioè dalla realtà della quotidianità.
Come possiamo comprendere, dunque, sin da subito stiamo circoscrivendo una parola che potrebbe essere fraintesa, se non malintesa, è cioè la parola “terra” o “casa comune”. Cosa significa per i consacrati e le consacrate la “casa comune”?
Non possiamo parare della “terra” avendo un’idea astratta: questo termine potrebbe significare tutto e niente, il rischio è cadere nella trappola di perderci nel vuoto-pieno dell’universo. Infatti, il Signore affida a ciascuno di noi una porzione di terra, un pezzo del giardino terreste, per esserne i fedeli custodi. Ma dobbiamo fare attenzione a non intendere male nemmeno il concetto di “porzione”, che potrebbe prestare il fianco a un’errata concezione di universalità, infatti non vi può essere un ragionamento universale, globale senza una concezione locale; non vi è globalità senza località. Com’ è vero il contrario: non vi è località senza globalità/universalità. Per cui, il concetto di “porzione” richiama non un settore circoscritto, ma una precisa localizzazione che racchiude la complessa nozione di globalità/universalità.
La Chiesa stessa, di per sé “cattolica”; ovvero universale/globale, si esprime nella dimensione locale: non c’è Chiesa universale senza le diocesi e la diocesi stessa non esiste senza i suoi multiformi elementi (parrocchie, movimenti…), e tra questi la vita consacrata.
Il mondo lo si costruisce non astrattamente, ma a partire dal locale, dunque, i consacrati e le consacrate, oltre che essere custodi della propria vocazione e del proprio carisma, hanno la comune vocazione di essere costruttori della vocazione del carisma. In tal modo, il carisma si rinnova, si rigenera, si adatta, si protrae nel tempo.
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