Padre Rosario Messina
Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno Santo, al num. 15 scrive :” E’ mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale”. Proprio per rispondere a questa preziosa indicazione, suggerirò quattordici riflessioni una a settimana, tante quante sono le opere di misericordia. “ Sarà un modo, continua il Papa, per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”.
Tentiamo allora anzitutto di spiegare i termini. OPERE.
Secondo S.Giacomo l’uomo viene giustificato e quindi salvato in base alle opere e non soltanto in base alla fede: “Che giova se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti di cibo quotidiano e uno di voi dice loro belle parole come: andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede, se non ha le opere, è morta in se stessa.”(Gc.2, 14-18) Una fede viva, pertanto, esige necessariamente una carità operosa, diventando così il segno distintivo dei cristiani:” da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli se vi amerete gli uni verso gli altri;”(Gv. 13,35) il paradiso pertanto è riservato solo a chi ha amato :“ Non chi dice signore signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.(Mt. 7,21)
MISERICORDIA. Frutto di una fusione di “ miseria e cuore”, vuole significare “una speciale potenza dell’amore di Dio che prevale sul peccato e sulla infedeltà del suo popolo”.Dio è misericordioso perché si prende a cuore la miseria dell’uomo, soprattutto quando questi soffre. Gesù, incarnazione del volto del Padre, ci ha rivelato questo cuore misericordioso, soprattutto nella parabola del figlio prodigo. (Lc.15, 11 ss) Ci ha insegnato che l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è pure chiamato a “usare misericordia” verso gli altri:”Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre.”(Lc.6,36) “Il giudizio sarà senza misericordia per chi non ha usato misericordia .” Gc. 2,13) “Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia.”(Mt.5,7) OPERE CORPORALI E OPERE SPIRITUALI. “ La gloria di Dio è l’uomo vivente”( S.Ireneo). Egli non è solo corpo o solo spirito, ma è uno spirito incarnato: i suoi bisogni sono molteplici e diversificati: spesso i più importanti sono nascosti e invisibili. Gesù è passato facendo del bene a tutti, guarendo le piaghe del corpo e lenendo le ferite dello spirito. Una sana filosofia e psicologia ci insegna anche che dalle cose visibili è più facile percepire e gustare le realtà invisibili.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II, addirittura allarga il vasto orizzonte delle opere di carità rispetto alle 14 suggerite dai Padri della Chiesa e indica una gamma così vasta di situazioni e bisogni dell’uomo, da costituire una lettura in chiave moderna delle antiche ma sempre nuove necessità dell’uomo: “L’azione caritativa- è scritto nella ‘Apostolicam Actuositatem’ al numero 8 – può e deve abbracciare assolutamente gli uomini e tutte quante le necessità.
Ovunque vi è chi manca di cibo, di bevanda, di vestito, di casa, di medicine, di lavoro, di istruzione, di mezzi necessari per condurre una vita veramente umana; chi è afflitto da tribolazione e da malferma salute, chi soffre l’esilio o il carcere; quivi la carità cristiana deve cercarli e trovarli, consolarli con premurosa cura e sollevarli porgendo loro aiuto”.Di quanto infine fosse importante per i cristiani dei primi secoli la coerenza e armonia tra fede e vita, tra Eucaristia e carità, tra spirito e corpo, leggiamo un brano della sferzante Omelia di San Giovanni Crisostomo:” Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto:’questo è il mio corpo’, ha detto anche: ‘mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare e ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei piccoli tra questi, non l’avete fatto neppure a me’. Il corpo di Cristo che stà sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure, mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura. Impariamo dunque a pensare e onorare Cristo come Egli vuole.”(Hom.in Math. Evang.50)
Mi piace concludere questa breve introduzione con le parole del Beato Giovanni Paolo II, che identifica come Buon Samaritano “ ogni uomo che si ferma accanto alla sofferenza di un altro uomo, che ha compassione di ogni sofferenza, che si commuove per la disgrazia di vedere piangere o morire, che sà mettere il cuore in ogni gesto di bontà e tenerezza.”(Salv. Dolor.28)
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