Camillo fa precedere I’assistenza corporale a quella spirituale, come mezzo per arrivare al fine: la salvezza dell’anima del malato. Ma, assistenza corporale e spirituale insieme, formano lo scopo dei Ministri degli infermi.
Il Santo stesso ne dá le ragioni: Non sa essere vivo l’uomo qui in terra se non unito con l’anima: se abbandoniamo il corpo languirà il servizio delle opere spirituali… Il titolo di Ministri degli Infermi pare che molta meglio s’avvenga a chi opera secondo la misericordia servendo nei bisogni dei miseri nelle corporali malattie, che cosi poi si apre la strada alla salute delle anime. II Giudice eterno pare che fin nell’estremo mondo sia per chiedere se sia stato cibato, reficiato, visitato il medico che altro capo di più fina perfezione… Tali… furono sempre i sentimenti dettatimi dal cielo.
Le “cose” dell’anima
Come per l’assistenza corporate, cosí per quella spirituale, Camillo ha lasciato ai suoi Religiosi esempi e insegnamenti mirabili. Dal principio della fondazione dispose che oltre le istruzioni in proposito si leggessero a tavola libri che esortino alla pazienza e al ben morire, acció i fratelli, essendo versati in questo, siano più atti ad aiutare e confortare gli infermi.
Alcuni Ministri degli Infermi sotto la guida del Fondatore pubblicarono ottimi manuali «sul modo di aiutare a ben morire», per istruzione e aiuto dei confratelli e degli altri religiosi e sacerdoti.
Tra le disposizioni lasciate dal Santo sono da ricordare quelle che seguono: Assistendo i malati, principalmente si avrá cura delle cose dell’anima, cioé che nessuno muoia senza l’Olio Santo e la raccomandazione dell’anima. Ognuno quando aiuterá, cosi nel mangiare come nel medicare, procuri di ricordare agli infermi qualche cosa spirituale, esortandoli alla pazienza e alla confessione. II tempo che sopravanzi ai servizi comuni, procuri ciascuno di impiegarlo in qualche cosa che torni di aiuto e sollievo ai malati per il corpo e l’anima, insegnando loro il Pater noster, l’ Ave Maria, il Credo, mettendo in particolare molta diligenza nel disporli a una buona morte.
Visitando per la prima volta un infermo, dopo le cure del caso, lo si interroghi se si e ben confessato… Occorrendo lo si istruisca diligentemente, esortandolo a ben confessarsi quanta prima e dandone avviso al confessore, sempre d’inteso peró con l’infermo.
Infermieri spirituali
Quando Camillo organizzó il servizio completo nei vari ospedali, oltre i sacerdoti di turno sempre pronti in corsia per l’assistenza spirituale dei malati, destinó due Fratelli “infermieri spirituali” che avessero come principal cura di preparare e disporre i poveri a ricevere i santissimi Sacramenti della Penitenza, della Comunione, dell’Olio Santo, e insegnare il catechismo.
I giorni che precedono la Comunione generale nella corsia, il Fratello infermiere spirituale avvisi gli infermi e li disponga alla confessione. La sera antecedente avvisi coloro che si vogliono comunicare… ad esaminarsi se si siano ben confessati, acció, occorrendo, possano riconciliarsi.
Quei Fratelli che si troveranno negli ospedali procurino diligentemente che detti infermi guando si avranno da comunicare vadano ben preparati, insegnando (loro) come si hanno da apparecchiare prima della Comunione e come si hanno da portar poi.
Quando il sacerdote amministrerá il santissimo Sacramento dell’altare ai poveri, sana accompagnato da quattro Fratelli, che con una candelina accesa diano la purificazione, e usino diligenza acciò non resti il santissimo Sacramento in bocca ai malati…
Vigila nza per i morenti
La vigilanza maggiore è per i morenti. Quando alcun infermo stará in transito e vicino a morire, si procuri con diligenza possibile che alcun sacerdote o vero laico gli stia sempre a ricordare alcune cose spirituali e per servizio di quell’anima, senz’altra necessitá, e partendosi cercare di lasciare un altro o tornare subito, e detta diligenza si usi casi la notte come il giorno.
Nelle «Regole per servire con perfezione gli infermi», l’impegno e anche più formale: Essendo alcun povero in agonía vi stia sempre uno dei nostri, facendo orazione e dicendogli alcune cose spirituali. C’era dunque un metodo introdotto dal Santo e praticato dai suoi Religiosi.
In caso che detto moriente andasse alla lunga vi stiano un’ora per uno, tenendo il Crocifisso, l’acqua benedetta, il libro per la raccomandazione dell’anima e il lumino acceso.
Era anche cura del Fratello infermiere: suggerire aI morente le proteste di fede; disporlo e aiutarlo a ricevere gli ultimi sacramenti; fargli per primo l’ora di assistenza.
II Santo scriveva, a questo proposito, al Fratello Olimpio Nofri, capo infermiere all’ospedale di Milano: Fate che non si manchi di amministrare i santissimi Sacramenti. Che subito (gli infermi) si confessino e si comunichino, e cosí per l’Olio santo e la raccomandazione dell’anima. E fate che il Padre che ha la cura (dell’assistenza spirituale) avverta tutti i Fratelli, in particolare l’infermiere spirituale, che quando ci sano dei morenti mettano loro la medaglia al collo.
Mario Vanti
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