L’assistenza spirituale

MISSIONE SALUTE N. 4/2019 

Camillo fa precedere I’assistenza corporale a quella spirituale, come mezzo per arrivare al fine: la salvezza dell’anima del malato. Ma, assistenza corporale e spirituale insieme, formano lo scopo dei Ministri degli infermi.

Il Santo stesso ne dá le ra­gioni: Non sa essere vivo l’uomo qui in terra se non unito con l’anima: se abban­doniamo il corpo languirà il servizio delle opere spiritua­li… Il titolo di Ministri degli Infermi pare che molta meglio s’avvenga a chi opera secon­do la misericordia servendo nei bisogni dei miseri nelle corporali malattie, che cosi poi si apre la strada alla sa­lute delle anime. II Giudice e­terno pare che fin nell’estre­mo mondo sia per chiedere se sia stato cibato, reficiato, vi­sitato il medico che altro ca­po di più fina perfezione… Tali… furono sempre i sentimen­ti dettatimi dal cielo.

Le “cose” dell’anima

Come per l’assistenza cor­porate, cosí per quella spiri­tuale, Camillo ha lasciato ai suoi Religiosi esempi e inse­gnamenti mirabili. Dal princi­pio della fondazione dispose che oltre le istruzioni in pro­posito si leggessero a tavola libri che esortino alla pazien­za e al ben morire, acció i fra­telli, essendo versati in que­sto, siano più atti ad aiutare e confortare gli infermi.

Alcuni Ministri degli Infermi sotto la guida del Fon­datore pubblicarono ottimi manuali «sul modo di aiutare a ben morire», per istruzione e aiuto dei confratelli e degli altri religiosi e sacerdoti.

Tra le disposizioni lasciate dal Santo sono da ricordare quelle che seguono: Assisten­do i malati, principalmente si avrá cura delle cose dell’ani­ma, cioé che nessuno muoia senza l’Olio Santo e la raccoman­dazione dell’anima. Ognuno quando aiu­terá, cosi nel man­giare come nel medi­care, procuri di ri­cordare agli infermi qualche cosa spiri­tuale, esortandoli al­la pazienza e alla confessione. II tempo che sopravanzi ai servizi comuni, pro­curi ciascuno di im­piegarlo in qualche cosa che torni di aiu­to e sollievo ai malati per il corpo e l’anima, inse­gnando loro il  Pater noster, l’ Ave Maria, il Credo, metten­do in particolare molta dili­genza nel disporli a una buo­na morte.

Visitando per la prima volta un infermo, dopo le cure del caso, lo si interroghi se si e ben confessato… Occorrendo lo si istruisca diligentemente, esortandolo a ben confessarsi quanta prima e dandone avvi­so al confessore, sempre d’in­teso peró con l’infermo.

Infermieri spirituali

Quando Camillo organizzó il servizio completo nei vari ospedali, oltre i sacerdoti di turno sempre pronti in corsia per l’assistenza spirituale dei malati, destinó due Fratelli “infermieri spirituali” che a­vessero come principal cura di preparare e disporre i po­veri a ricevere i santissimi Sa­cramenti della Penitenza, della Comunione, dell’Olio Santo, e insegnare il catechismo.

I giorni che precedono la Comunione generale nella corsia, il Fratello infermiere spirituale avvisi gli infermi e li disponga alla confessione. La sera antecedente avvisi co­loro che si vogliono comuni­care… ad esaminarsi se si sia­no ben confessati, acció, oc­correndo, possano riconci­liarsi.

Quei Fratelli che si trove­ranno negli ospedali procuri­no diligentemente che detti infermi guando si avranno da comunicare vadano ben pre­parati,  insegnando (loro) co­me si hanno da apparecchia­re prima della Comunione e come si hanno da portar poi.

Quando il sacerdote ammi­nistrerá il santissimo Sacra­mento dell’altare ai poveri, sana accompagnato da quat­tro Fratelli, che con una can­delina accesa diano la purificazione, e usino diligenza ac­ciò non resti il santissimo Sa­cramento in bocca ai malati…

Vigila nza per i morenti

La vigilanza maggio­re è per i morenti. Quando alcun infermo stará in transito e vici­no a morire, si procuri con diligenza possibile che alcun sacerdote o vero laico gli stia sem­pre a ricordare alcune cose spirituali e per ser­vizio di quell’anima, senz’altra necessitá, e partendosi cercare di lasciare un altro o tor­nare subito, e detta dili­genza si usi casi la notte come il giorno.

Nelle «Regole per servire con perfezione gli infermi», l’impegno e anche più formale: Essendo alcun povero in agonía vi stia sempre u­no dei nostri, facendo orazione e dicendogli alcune cose spirituali. C’era dunque un metodo introdotto dal Santo e praticato dai suoi Re­ligiosi.

In caso che detto mo­riente andasse alla lunga vi stiano un’ora per uno, tenen­do il Crocifisso, l’acqua be­nedetta, il libro per la racco­mandazione dell’anima e il lumino acceso.

Era anche cura del Fratello infermiere: suggerire aI mo­rente le proteste di fede; di­sporlo e aiutarlo a ricevere gli ultimi sacramenti; fargli per primo l’ora di assistenza.

II Santo scriveva, a questo proposito, al Fratello Olimpio Nofri, capo infermiere all’o­spedale di Milano: Fate che non si manchi di amministra­re i santissimi Sacramenti. Che subito (gli infermi) si confessino e si comunichino, e cosí per l’Olio santo e la rac­comandazione dell’anima. E fate che il Padre che ha la cu­ra (dell’assistenza spirituale) avverta tutti i Fratelli, in par­ticolare l’infermiere spiritua­le, che quando ci sano dei mo­renti mettano loro la medaglia al collo.          

Mario Vanti