E proprio la speranza l’ha spinta a cercare risposte alle sofferenze incontrate, ad essere profetica. Vista la solitudine e il bisogno di senso della vita che regnava nei sanatori e lungodegenze, sognò un’Associazione formata da sacerdoti e laici che portassero l’Assistenza religiosa e un accostamento umano negli ospedali. Portò nel suo cuore questo sogno e questo desiderio, finché verso il 1960, incontrò Don Giacomo Luzietti disponibile a giocare la vita per questo obiettivo e che da lei attinse idee, coraggio, sostegno per fondare l’OARI e consigli soprattutto nei primi anni di attività.
Vista la necessità di tanti sofferenti nelle case, anziani spesso abbandonati, malati cronici o terminali…. pensò e fondò nel 1954 il CAM (Centro Assistenza Malati), antesignano delle attuali forme di assistenza domiciliare, che contava persone disponibili a offrire assistenza per brevi o lunghi periodi. L’Associazione arrivò a stipulare contratti con alcuni Comuni per raggiungere a domicilio i malati più poveri per iniezioni, medicazioni, assistenza. Il CAM cessò questo servizio quando i tempi furono socialmente maturi perché le strutture pubbliche se ne facessero carico.
In quel momento Germana stimolò e sostenne la sua trasformazione in CAMS (Centro Animazione Missione Speranza), che tuttora fa animazione e formazione alla fraternità universale e sostiene progetti in alcune aree del mondo dove ha preparato e formato laici locali. Udito, nel 1962 sulla Piazza del Duomo, l’appello di Padre Turrini per avere dai Milanesi un aereo che raggiungesse le popolazioni della foresta dell’Acre in Brasile, rispose: “Non ho denaro, ma ho infermiere”; e, lanciato l’appello nell’Istituto e nel CAMS, sostenne l’impegno di una ventina di infermiere che dal 1962, si alternarono nel servizio, per periodi più o meno lunghi, servendo in un lebbrosario e dando vita a dispensari e scuole nella foresta; cosa impensabile a quei tempi, che donne, laiche, con contratto personale potessero vivere sole in missione.
I1 servizio terminò quando la Diocesi di Rio Branco fu pronta ad assumere in proprio questi servizi. Germana seguì con amore questo primo servizio missionario in Brasile, così come gli altri che via via si aprivano: in Argentina, in Madagascar, a Taiwan, in Camerun, in Colombia e Perù, in Viet Nam. Ovunque voleva condividere con le persone che si aprivano alla “missione” che lei aveva sempre sognato. Ma la “profezia” che la Chiesa ha riconosciuto come carisma specifico, fu la sua intuizione della consacrazione secolare.
A 21 anni aveva pensato di vivere in semplicità la sua sequela di Cristo, nella spiritualità di San Camillo, iniziando il noviziato presso le “Figlie di San Camillo”; ma il 6 gennaio 1936, solo poco più di un mese dopo il suo ingresso, ebbe una “luce”, quella che lei chiamò sempre la “prima idea”: fondare un gruppo di donne, laiche, che restando nel mondo, nella vita qualunque, nei lavori e negli ambienti più diversi, donassero la propria vita a Cristo per una disponibilità totale ai sofferenti, ovunque e a qualunque costo. Così Germana descrive la “prima idea”: “La sera del 6 gennaio 1936, ecco che chiaramente Nostro Signore si degnò di mostrarmi la sua volontà: iniziare un gruppo di persone consacrate nel mondo, per compiere l’apostolato di carità tra gli infermi più lontani da Dio, secondo lo spirito del nostro santo Camillo. L’Idea era nitida, ma come attuarla?”
Era una “profezia”: gli Istituti Secolari non erano ancora stati creati dalla Chiesa che solo nel 1947, raccogliendo le istanze di vari fedeli laici (come Lazzati e la Barelli), riconobbe e fondò la vocazione di consacrazione secolare. 9 Un camilliano, Padre Angelo Carazzo, intuì la vocazione straordinaria di questa giovane donna e ci credette, sostenendola nel cammino, senza sostituirsi all’azione della Grazia. Di questa intuizione, ma da molti ricevette incoraggiamento e consigli. Nel 1946 Germana si presentò a Pio XII che l’accolse con grande interesse; fu sempre sostenuta dall’amicizia profonda e paterna del Cardinal Larraona . Non tutti capirono subito la profezia Nel 1948 fu riconosciuto l’Istituto secolare “Missionarie degli Infermi”, al cui nome fu in seguito aggiunta la specificazione “Cristo Speranza”: un Istituto veramente laicale che conta ora circa 350 membri, sparsi nel mondo intero.
Ciascuna vive la sua realtà di laica consacrata nella missione verso i sofferenti nel modo che più è consono alla sua realtà personale e richiesto dalla realtà sociale; anche in altri Paesi il compito “missionario” dell’Istituto, come diceva Germana, sta nel formare persone che nel loro proprio Paese siano donate a Cristo nella “missione”. Ora l’Istituto è diffuso in 13 Paesi: Germana si dedicò con tutta se stessa alla formazione, scrivendo, formando, sostenendo, sempre con l’obbiettivo che ognuno portasse a pienezza i doni ricevuti. Viaggiò moltissimo, proprio per essere vicino ad ogni inizio: in Brasile, Argentina, in Madagascar, a Taiwan, in Cameroun, in Colombia, e Perù….
I Camilliani su Facebook
I Camilliani su Twitter
I Camilliani su Instagram