sr Riccarda Lazzari
L’inizio della missione
Da tempo l’istituto delle Ministre degli infermi desiderava portare il carisma camilliano della Madre Barbantini nelle terre di missione. Molte sorelle, gioirono quando i religiosi camilliani chiesero alla superiora generale Sr Eletta Perfetti, alcune suore per collaborare alla loro missione in Cina. Le religiose scelte furono: Sr Claudia Martinelli, Sr Germana Finotto, Sr Benigna Venturi, Sr Emiliana Mondino, Sr Carla Battaglia. Era forte in esse il senso missionario della vocazione, ma il lasciare tutto, in quel lontano 1948, era accettare il rischio di non rivedere nessuno dei propri cari, era vivere un olocausto! Tutto questo, per le missionarie, era motivo di offerta al Signore, che consolidava la prima, fatta nella professione religiosa. Sr Carla, nella sua dettagliata “Prima Cronaca della missione Cina 1948 ”, afferma: “Abbiamo assaporato con volontà risoluta, tutti i distacchi del cuore: genitori, sorelle, fratelli, casa di Lucca culla della nostra vita spirituale e della nostra religione, la patria, tutto con generoso slancio abbiamo offerto a Dio”. Il giorno 5 giugno 1948, con una solenne celebrazione nella casa madre in Lucca, furono consegnati alle missionarie, i crocifissi. Fu una data storica; nella cronaca della congregazione è scritto: “Oggi il nostro istituto segna una delle più belle pagine della sua storia”.
Il giorno 20 luglio del 1948, le cinque Ministre degli infermi, insieme ad alcuni confratelli camilliani: padre Giovanni Colzani, fratel Giuseppe Girardi e fratel Renato Marinello, partirono alla volta della Cina. Dopo venti giorni di viaggio, il 9 settembre, alle quattro del pomeriggio, i missionari e le missionarie arrivarono nella piazza di Hweitseh e furono subito circondati da tanta gente incuriosita. “L’accoglienza dei padri e dei fratelli –scrive Sr Carla – fu più che mai benevola, gioiosa e fraterna. La gente ci guardava incuriosita, parlava fra di loro, i loro occhi esprimevano curiosità, timore ma anche amore, sembravano dirci: ‘siete venuti per noi’. In quel momento, rinnovammo l’offerta della nostra vita per la salvezza delle anime di quella terra benedetta”.
Le Ministre degli infermi si mettono subito al lavoro; non c’è tempo da perdere, e i camilliani affidano ad esse i vari compiti. “Dopo appena una settimana dal loro arrivo a Hweitseh – afferma Padre Crotti – le suore già prestavano servizio ai poveri, in ambulatorio e in ospedale”. In seguito le religiose aprirono anche un orfanotrofio per bambine orfane e povere, visitavano i malati nelle capanne, e facevano catechismo. Sr Claudia venne destinata alla cura dei malati nell’ospedale dei confratelli. La giovane missionaria “si distinse per il suo sapere infermieristico e soprattutto come ostetrica; sapeva maneggiare bene il forcipe, e tante mamme ebbero, per il suo intervento, salva la vita” . La superiora Sr Carla in una lettera, indirizzata alle superiore in Italia, scriveva: ”Sr Claudia si è fatta un nome, anche gli stessi pagani la venerano, per il buon servizio che presta all’umanità”. Il lavoro aumentava ogni giorno; il clima, il cibo cinese, la difficoltà della lingua, e soprattutto lo stillicidio della persecuzione, misero a dura prova la resistenza delle missionarie; afferma padre Crotti: “.. ci voleva una tempra da pionieri per resistere, e le cinque suore che si erano assunta la responsabilità di aprire la prima missione dell’istituto, dimostrarono di possederla fino all’immolazione”.
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