Pietro Magliozzi m.i.
INTRODUZIONE
Tutto iniziò con un Kerigma (annuncio) di Gesú, che, vinte le tentazioni nel deserto, lo proclamava (senza spiegazioni, senza catechesi, solo un annuncio profetico e stolto come dice San Paolo in 1Cor 1,21[1], però che evangelizzò e salvò il mondo): “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nella Buona Notizia” (Mc 1,15), cioé, che sarete liberati dal male e dalla morte e parteciperete della vita divina. I pagani che accolsero questo kerigma profetico entrarono nel futuro con la nascita della Chiesa e si salvarono, gli ebrei che lo rifiutarono, da 2000 continuano a soffrire e ad aspettare la loro salvezza (il Messia).
L’Ordine fondato da San Camillo è iniziato nel secolo XVI, tempo della Contro-Riforma, come un Ordine originale con un annuncio profetico nella teoría (IV voto, integralità del servizio, mistica della carità,…) e nella pratica (epidemie, campi di battaglia, sifilitici, assistenza a pazienti in fase terminale,…).
Quattro secoli dopo, i religiosi camilliani che annuncio profetico danno al mondo? Nel 2020 quali sono i segni dei tempi che dobbiamo guardare e intepretare riguardo a noi (LG, 48)? Gesú ci aiuta in ciò indicando i segni da guardare direttamente (cf. Mt 24,6-8; Mc 13,7-8; Lc 21,9-11) e indirettamente attraverso le parabole (talenti, vergini stolte e sagge, amministratori che aspettano il ritorno del principe partito per un viaggio). Gesú ci parla dell’atteggiamento di vigilanza e operosità con cui vivere i “segni” e aspettare il Regno di Dios, e ci invita a scrutare gli eventi per riconoscere i segni, come si riconosce che sta arrivando l’estate quando il fico mette i germogli (cf. Mt 24,32-33; Lc 21,29-31).
Il fine di questa vigilanza ai segni dei tempi è molto importante, oserei dire vitale in questa fase della storia umana. Secondo Cristiano Ceresani[2] il fine è quello di poter vedere al di là della prova (es. Una epidemia), al di là di un male/maligno che conquista sempre piú territori umani (guerre, violenze, malattie, inquinamento, distruzione della Chiesa, della famiglia, milioni di aborti, milioni di profughi ed emigranti che fuggono),
- per poter smascherare falsi profeti che si vestono di luce (cf. 2Cor 11,14; 2Pt 2,1-3; At 20,29-31),
- per vedere il senso e il fine della storia passata, presente e futura,
- per capire il mistero dell’iniquità (cf. 2Tess 2,7) in una cornice piú grande (di grano e zizzania che crescono insieme) e avere la forza di perseverare e salvarsi (cf. Mt 24,12-13).
- per vedere il nostro ruolo di Camilliani in questa storia ed entrare nel futuro già pensato e rivelato da Dio con un happy end.
Quali saranno le risposte originali e profetiche che l’Ordine dei Ministri degli Infermi potrà dare nel Capitolo Generale di quest’anno? Da questa capacità di leggere i “segni” ed accogliere il kerigma dipenderà la nostra entrata nel futuro (di Dio). Come possiamo vedere, si tratta molto di piú di un semplice discernimento sul da farsi: su che è meglio fare per i prossimi 6 anni? A o B? Basta pregare o bisogna anche fare opere di carità? Quello che vedremo in questo articolo è: sto vivendo il kerigma come Camilliano che legge e risponde ai “segni” di oggi? Sto realizzando la mia vocazione e missione di Camilliano oggi? O no! Sto facendo cose aspecifiche, non legate ai “segni”?
SEGNI DEI TEMPI
Il periodo dal 1989 al 2005 è chiamato da Gilles Lipovetski[3], filosofo e sociologo francese: iper-moderno[4] o società consumistica o capitalismo di consumo o società di rischio ecologico-tecnocratico o società dell’ipercomunicazione (del potere dei mezzi di comunicazione) o la nuova Babele[5].
Le forme e caratteristiche esterne e visibili[6] di questa società sono: a livello economico il CONSUMISMO, un eccesso di desideri superficiali, di stress finalizzato a produrre e consumare sempre piú beni materiali e aumentare immondizia; il TECNICISMO, tutto si tecnologizza e l’uomo si insuperbisce pensando di poter controllare tutto con la sua tecnica e dare con essa risposta a tutti i suoi problemi (illusione di onnipotenza che basta una epidemia, un cancro, una malattia neurológica o immunitaria per smontare miseramente); con la tecnología si crea una RETE MASSMEDIALE (piú i social-media e i social-network) dove esiste solo ciò che i media pubblicizzano e valorizzano[7] e ciò che parla il loro stesso linguaggio, omogeneizzando il mondo intero in un solo “villaggio”); a livello di natura il centro d’interesse è l’ECOLOGIA a rischio di catastrofe imminente; a livello di politica, in apparenza democratica e proclamante diritti umani, si presenta una TENSIONE POLITICA MONDIALE con rischio di uso di armi biologiche, chimiche o nucleari, o peggio l’arrivo di un nuovo ordine mondiale (un totalitarismo sulla libertà delle coscienze in mano di poche multinazionali, di cui nessuno si rende conto e pochissimi denunciano).
Dietro l’aspetto esterno-visibile delle forme che tutti possono vedere, l’antropologo culturale Luzbetak[1] sempre scopre una logica invisibile che guida e interrelaziona le forme visibili della cultura; in questa fase della storia umana questa logica è data dalla parola “IPER-“, tutto è eccessivo, esagerato: l’individualismo o egoismo, l’edonismo, il divertimento, l’erotismo, le dipendenze, il tecnicismo, la ricerca di novità, l’internet nella vita delle persone e le sue applicazioni, il turismo, i viaggi, lo spettacolo, lo stress, il consumismo, le informazioni, le comunicazioni via smartphone, il capitalismo e il mercato bancario, il progresso tecnologico, le megalopoli, il salutismo, le patologie mentali e spirituali, ecc. Altra logica presente in tutti gli elementi esterni della cultura iper-moderna è il “PRESENTISMO”, cioè l’urgenza, l’istantaneo, il fast, il pensare e vivere la vita a breve termine (a livello di bisogni e non di ideali), il carpe diem, lo scaduto e cambiarlo con altro. Ultima logica è la dimensione del “LIGHT”, cioè, l’uomo liquido senza forma, debole, superficiale, senza vincoli stabili, senza impegni, narcisista e tutta apparenza, senza profondità, senza libertà[2] né responsabilità, e così come l’uomo light, si valorizza in questa società tutto ciò che è light: la coca cola, la birra, le sigarette, la margarina, il caffè, i cibi, come se perdere sostanza o peso o consistenza sia sempre una virtú.
Se si vuole ridurre questa triplice “lógica” (iper-, presentismo, light) secondo il paradigma evangelico a “segni dei tempi” che caratterizzano il mondo e la cultura occidentale iper-moderna, credo che si può parlare di un punto di partenza culturale: la DISUMANIZZAZIONE dell’essere umano; qualcosa o qualcuno, lentamente, è riuscito a togliergli le caratteristiche umane: la capacità relazionale, l’integralità, lo sviluppo umano biografico, la personalizzazione, e lo ha reso incapace di vivere felice, di soffrire con un senso, di saper morire e accompagnare a morire, di fare lutto, di relazionarsi con autenticità e con fraternità. Solo per parlare di “capacità relazionale” compromessa possiamo notare come dall’umanismo si è andata sgretolando la relazione con Dio fino al secolarismo di oggi, grazie all’idolo-libertà e l’idolo-antropocentrismo; poi con il periodo moderno e, ancora di piú con il periodo pos-moderno, si è sgretolata l’altra relazione, con il prossimo, arrivando a un gretto individualismo, grazie all’idolo-potere dell’uno sull’altro; con il periodo che stiamo vivendo, iper-moderno, si sta sgretolando l’ultima relazione: con se stessi, con il sè profondo, grazie all’idolo-sicurezza posta nei beni materiali, all’idolo-piacere-benessere-superficiale, e all’idolo-controllo sulla vita, sulla salute, sullo spazio e il tempo[3].
I Camilliani su Facebook
I Camilliani su Twitter
I Camilliani su Instagram