Alle 5,30 con l’oscurità appena stemperata dall’aurora, con 4 pullman i Bucchianichesi partono dal parcheggio del Campo sportivo, a valle del santuario di S. Camillo. Oggi, il 2 febbraio, si ricorda la “conversione” del giovane Camillo de Lellis lungo un sentiero garganico. Siamo poco meno di 200 persone, strette attorno agli organizzatori del Comitato festa 2013 di Bucchianico e dirette a Manfredonia. Sorge il sole e durante una sosta nell’area di servizio autostradale possiamo scambiarci il buongiorno, più svegli, con un buon caffè e le immancabili “cancellate” (dolce tradizionale). Per qualcuno che non è mai stato in Puglia, la mèta è lontana, per altri è quasi confidenziale. Ci accoglie Manfredonia con una brezza tiepida e l’odore di salsedine mentre il nostro folto gruppo percorre le strade del centro diretto alla Cattedrale. L’urna del Corpo di S. Camillo è lì, posta vicino l’altare, ad attenderci. In attesa dell’omelia ci avviciniamo e la calca ha il senso di saluto affettuoso a persona cara. La messa è concelebrata dal vescovo di Manfredonia, Mons. Michele Castoro e il Superiore Generale dei Camilliani, P. Renato Salvatore. Colpiscono subito il saluto commosso di P. Renato, essenziale come sempr,e ma permeato di emozione nel ringraziare gli intervenuti e nell’illustrare il significato della presenza delle reliquie di S. Camillo quale tappa di un percorso mistico in vista della commemorazione del IV Centenario della morte del Santo (1614-2014), e le parole dell’Arcivescovo sul gemellaggio spirituale tra Mandredonia, S. Giovanni Rotondo e Bucchianico, in questo “Anno della Fede”. Luoghi geografici accomunati da esperienze di fede e conversione di portata mondiale. L’Arcivescovo ricorda il giovane Camillo quando si trovava in Manfredonia a chiedere elemosina e quando gli fu donata la “fede” lungo il sentiero montagnoso della Valle dell’Inferno sul Gargano. Il giovane Camillo era stato assoldato per lavori di fatica dai Cappuccini di S. Giovanni Rotondo e dormiva nella “cella n°5” del loro convento. Qualche secolo dopo, P. Pio da Pietrelcina, dormendo nella stessa cella, ebbe a dire “qui ha dormito un santo ed io chi sono per stare qui?”. Queste parole mi rimbombano nella mente a ricordare due grandi esperienze di fede, l’una incentrata sulla carità e l’altra sulla conversione, distanti nella storia ma vicine nel percorso di avvicinamento a Dio. Nei presenti si nota una convinta partecipazione religiosa che li spinge a fermarsi davanti la chiesa romanica di S. Domenico, dove il giovane Camillo chiedeva l’elemosina, e poi dirigersi nella Valle dell’Inferno. Non è una gita di svago: lo si nota nei comportamenti, lo si nota negli occhi umili di un padre a fissare con profondità quelle pietre calcaree del Gargano battute dal vento gelido. Ha un figlio disabile. La sua solitudine è la stessa provata da Camillo in quella Valle: tanta gente vicina nelle cose effimere ma lontanissime quando si tratta di accettare i fatti dolorosi della vita. I Padri Cappuccini di S. Giovanni Rotondo tolsero Camillo dall’umiliazione dell’elemosina offrendogli aiuto concreto di un lavoro, senza indulgere. Possiamo essere noi una società più franca e sincera? Perché non parlare della disabilità, tacere dell’aiuto richiesto, soprattutto materiale e concreto, nascondere quanto sia necessario affidarsi all’aiuto di Dio e alla speranza nella ricerca scientifica, come S. Camillo ci ha insegnato con i fatti? La Valle dell’Inferno è battuta dal vento in un paesaggio montano affascinante e orrido come la vita che è bella e che può diventare a volte veramente difficile. Torniamo a S. Giovanni Rotondo e quel padre appoggerà poi, delicatamente, la sua mano sull’urna di S. Pio da Pietrelcina con un gesto umile e sincero. Le reliquie di S. Camillo alle 16 da Manfredonia arrivano nella parrocchia di S. Leonardo di S. Giovanni Rotondo, e davanti ad esse le autorità civili, di S. Giovanni e Bucchianico rinnovano i propositi di gemellaggio suggellati nel 1975. Ma questo pellegrinaggio assume per i componenti del Comitato festa S. Camillo 2013 il senso dell’avvicinamento dei cuori e di un monito: non tacciamo sulla malattia e sulla solitudine del malato, allontaniamo la tentazione di voyeurismo, di pettegolezzo e la paura di essere di fronte alla sofferenza che lasciano soli chi vive esperienze dolorose.
Sicuramente quel padre avrà più conforto nel sapere che del suo dolore può parlare e confidarsi senza vergogna: può così sicuramente chiedere aiuto al Signore ma anche a tanti uomini che con l’affetto e la scienza possono essergli vicino. All’imbrunire molti sono risaliti sul pullman per il ritorno con le immagini dei luoghi sacri, l’agape fraterna con i concittadini, la semplicità dei comportamenti, avvolti compiaciuti dalle parole di ringraziamento scandite al microfono interno al veicolo da un componente del comitato Festa.
by Giuliano Davide Di Menna
At 5.30, with the darkness just weakened by sunrise, in four coaches some citizens of Bucchianico leave from the car park of the sports field near to the Sanctuary of St. Camillus. Today, 2 February, the ‘conversion’ is commemorated of the young Camillus de Lellis which took place on a mule track in the Gargano region. We are slightly less than two hundred people gathered around the organisers of the Committee for the Celebrations of 2013 of Bucchianico and heading for Manfredonia. The sun rises in the sky and during a stop at a motorway service station we can say good morning to each other, being more awake, with some good coffee and the unfailing ‘cancellate’ (a traditional pastry). For those who have never been to Puglia, the destination is far away; for others it is very well known. We are welcomed by Manfredonia with a warm breeze and the smell of salty sea air as our large group walks down the streets of the centre heading for the cathedral. The urn containing the body of St. Camillus is there, placed near the altar, awaiting us. While waiting for the homily we draw near and the throng has the meaning of an affectionate greeting to a dear person. The Holy Mass is concelebrated by the Archbishop of Manfredonia, Msgr. Michele Castoro, and the Superior General of the Camillians, Fr. Renato Salvatore. The moved greetings of Fr. Renato immediately strike one: essential as always but permeated by emotion in expressing thanks to those who came and in illustrating the meaning of the presence of the relics of St. Camillus as a stage on a mystical pathway in view of the commemoration of the fourth centenary of the death of saint (1614-2014). As indeed do the words of the Archbishop on the spiritual twinning of Mandredonia, San Giovanni Rotondo and Bucchianico in this ‘Year of Faith’: geographical places that have in common experiences of faith and conversion of an international importance. The Archbishop remembered the young Camillus when he was in Manfredonia to ask for alms and when he was given ‘faith’ on the mountain track of the Valle dell’Inferno in Gargano. The young Camillus had been paid for his hard work by the Capuchins of San Giovanni Rotondo and slept in cell n. 5 of their friary. A few centuries later, Padre Pio da Pietrelcina, when sleeping in the same cell, had occasion to say: “Here a saint slept and who am I to sleep here?” These words come to mind to remember two great experiences of faith, one centred around charity and the other around conversion, distant from each other in history but near in the pathway of drawing near to God. In those present one notices a convinced religious participation that leads these people to stop in front of the Romanic Church of St. Dominic where the young Camillus asked for alms and then to go on to the Valle dell’Inferno. This is not a pleasure trip: this can be seen in the behaviour of the people. One sees it in the humble eyes of a father who looks deeply at the chalk stone of Gargano beaten by the cold wind. He has a disabled son. His solitude is the same as that felt by Camillus in that valley: so many people are near in ephemeral things but very distant when it is a matter of accepting the painful facts of life. The Capuchin fathers of San Giovanni Rotondo removed Camillus from the humiliation of asking for alms and offered him the concrete help of a job, without being condescending. Can we be a more frank and sincere society? Why should we not speak about disability, keep quiet about help that is requested, above all of a material and concrete kind, or conceal how much it is necessary to trust in the help of God and in hope in scientific research, as St. Camillus taught us by facts? The Valle dell’Inferno is beaten by the wind in a fascinating and terrible mountain landscape just as life is beautiful and can at times become truly difficult. Let us return to San Giovanni Rotondo and that father places his hand delicately on the urn of St. Pio da Pietrelcina with a humble and sincere gesture. At 16.00 the relics of St. Camillus arrive from Manfredonia in the Parish of S. Leonardo and S. Giovanni Rotondo, and in front of it the local civil authorities of San Giovanni Rotondo and Bucchianico renewal the twinning agreements that were signed and sealed in 1975. But this pilgrimage acquires for the members of the committee for the celebrations of St. Camillus in 2013 the meaning of a drawing near of hearts and a warning: we will not keep quiet about illness and the loneliness of the sick, we will distance the temptation of voyeurism and of gossip as well as the fear of being faced with suffering which makes those who go through painful experiences be alone.
It is certainly the case that this father will feel great comfort in knowing that he can speak about his pain and confide in people without shame: he can thus certainly ask help from the Lord but also from the very many men who with affection and learning can be near to him. As it was getting dark many of those taking part in the pilgrimage got back into the coaches to return to Bucchianico with their pictures of holy places, fraternal agape with their fellow townsmen, a simplicity of behaviour, pleasingly enveloped by the words of thanks expressed through a microphone inside the vehicle of one of the members of the committee for celebrations.
Von Giuliano Davide Di Menna
Um 5Uhr30, kaum als es etwas hell wird, fahren die Bewohner von Bucchianico mit vier Autobussen vom Parkplatz neben dem Sportplatz unterhalb des Kamillus-Sanktuariums ab. Am 2. Februar feiert man die „Bekehrung“ des jungen Kamillus von Lellis auf einer Straße des Gargano-Gebietes. Wir sind etwas weniger als 200 Personen, die sich um die Organisatoren des Festkomitees 2013 scharen. Die Fahrt führt nach Manfredonia. Die Sonne geht auf und während eines Aufenthaltes an einer Raststation der Autobahn können wir uns gegenseitig einen guten Morgen wünschen, sind jetzt schon etwas wacher, trinken einen guten Kaffee und essen die unausbleiblichen „cancellate“ (ein traditionelles süßes Gebäck). Für diejenigen, die noch nie in Apulien waren ist das Reiseziel weit entfernt, die anderen hingegen sind mit der Gegend besser vertraut. Manfredonia erwartet uns mit einer sanften Brise und mit einem Geruch nach Salz, während unsere große Gruppe durch die Straßen des Zentrums zur Kathedrale geht. Der Reliquienschrein ist dort in der Nähe das Altares aufgestellt und harrt auf uns. Während wir auf die Predigt warten, nähern wir uns ihm an und das Gedränge hat den Sinn, dass wir einer vertrauten Person den Gruß entbieten können. Die heilige Messe wird konzelebriert vom Bischof von Manfredonia, Monsignore Michele Castoro und vom Generaloberen der Kamillianer, P. Renato Salvatore. Wir sind sofort beeindruckt von der herzliche Begrüßung durch P. Renato, die kurz wie immer ist, aber geprägt ist vom Gefühl der Dankbarkeit gegenüber den Teilnehmern. Er spricht vom Sinn der Anwesenheit der Reliquie des heiligen Kamillus als einer Etappe auf einem religiösen Pilgerweg aus Anlass der Vierhundertjahrfeier des Todes des Heiligen (1614-2014). Der Erzbischof betont die Errichtung einer spirituellen Partnerschaft zwischen Manfredonia, San Giovanni Rotondo und Bucchianico, in diesem „Jahr des Glaubens“. Orte die geeint werden durch Erfahrungen des Glaubens und von Bekehrungen, die wichtig für alle sind. Der Erzbischof erzählt vom jungen Kamillus als er sich in Manfredonia aufhielt und um Almosen bitten musste und als ihm der „Glauben“ geschenkt wurde auf dem steinigen Pfad im Valle dell’Inferno im Gargano-Gebiet. Der junge Kamillus wurde von den Kapuzinern von San Giovanni Rotondo für Handlangerarbeiten angestellt und schlief in der „Zelle Nr.5“ ihres Konventes. Ein paar Jahrhunderte danach war auch P. Pio von Pietrelcina in derselben Zelle untergebracht und sagte „hier hat ein Heiliger geschlafen und wer bin ich, dass ich hier sein kann?“. Diese Worte klingen mir noch im Ohr und sie erinnern mich an zwei große Glaubenserfahrungen. Die eine bezieht sich auf die Nächstenliebe und die andere auf die Bekehrung, sie liegen zwar zeitlich weit auseinander, sind aber naheliegend im Weg der Annäherung an Gott. Die Teilnehmer der Wallfahrt sind innerlich sehr bewegt und besuchen deshalb auch die romanische Kirche San Domenico, wo der junge Kamillus um Almosen bat. Dann fährt man zum Valle dell’Inferno. Das ist keine rein touristische Tour, man merkt es an den demütigen Augen eines Vater, der nachdenklich die Kalkfelsen des Gargano betrachtet, die vom kalten Wind gepeitscht werden. Er hat einen behinderten Sohn. Seine Einsamkeit ist die selbe, die auch Kamillus in diesem Tal erfahren hat: so viele Menschen in seiner Nähe, wenn es sich um vorübergehende, wenig wichtige Dinge handelt, die aber weit entfernt sind, wenn es sich darum handelt die schmerzvollen Gegebenheiten des Lebens anzunehmen. Die Kapuzinerpatres von San Giovanni Rotondo befreiten Kamillus von der Demütigung um Almosen bitten zu müssen, indem sie ihm durch die Möglichkeit einer Arbeit eine konkrete Hilfe anboten ohne viele Geschichten zu machen. Können wir eine offenere und ehrlichere Gesellschaft sein? Warum kann man nicht von der Behinderung sprechen, von der nötigen Hilfe, insbesondere wenn sie materiell und konkret sein muss; warum verschweigen, dass es notwendig ist auf die Hilfe Gottes zu vertrauen und auf die wissenschaftliche Forschung zu hoffen, wie dies Kamillus durch seine Tätigkeit gezeigt hat? Das Valle dell’Inferno wird vom Wind gepeitscht in einer Berglandschaft, die zugleich faszinierend und schrecklich ist – wie das Leben, das schön ist und manchmal auch wirklich schwierig werden kann. Kehren wir nach San Giovanni Rotondo zurück. Dieser Vater wird dann seine Hand auf zarte Weise auf das Grab des heiligen Pio von Pietrelcina legen – in einer demütigen und ehrlichen Geste. In San Giovanni Rotondo kommen die Reliquien des heiligen Kamillus um 16 Uhr von Manfredonia in der Pfarrei San Leonardo an. Vor der Pfarrei die zivilen Autoritäten von San Giovanni Rotondo und Bucchianico. Sie erneuern den bereits im Jahre 1975 gefassten Beschluss einer Partnerschaft. Aber diese Pilgerreise bringt für die Mitglieder des Kamillus-Festkomitees 2013 auch eine innere Aufforderung.
Wir sollen nicht schweigen über die Krankheit und über die Einsamkeit des Kranken, nicht reine Zuschauer bleiben, den Klatsch und die Furcht beiseite lassen; denjenigen nicht alleine lassen, der schmerzvolle Erfahrungen lebt. Sicherlich bekommt jener Vater mehr Ermutigung, wenn er weiß, dass er über seinen Schmerz sprechen und sich ohne Scham anvertrauen kann. So kann er sicherlich den Herrn um Hilfe bitten, aber auch viele Menschen finden, die ihn mit dem Mitgefühl und durch die Wissenschaft helfen können. Beim Dunkelwerden besteigen alle den Autobus für die Heimfahrt und denken an die Bilder der heiligen Orte, an das gemeinsame Mahl mit ihren Mitbürgern, an das unkomplizierte Beisammensein. Dies kommt auch in den Worten der Danksagung zum Ausdruck, die durch das Mikrofon des Autobusses von einem Mitglied des Festkomitees gesprochen werden.
por Giuliano Davide Di Menna
Al las 5.30 h., cuando apenas la aurora trataba de vencer a la oscuridad de la noche, y con cuatro autobuses, numerosos fieles de Bucchianico parten del aparcamiento del Campo de Deportes rumbo al Valle del santuario de San Camilo. Hoy, 2 de febrero, se recuerda la “conversión” del joven Camilo de Lelis cuando caminaba por el sendero próximo al Gragano. Somos unas doscientas personas que se aprietan alrededor de los organizadores del Comité fiesta 2013 de Bucchianico y que se dirigen a Manfredonia. Aparece el sol, y en una parada en el área de servicio de la autopista podemos intercambiar el saludo matutino, ya más despiertos, y tomar un buen café con las siempre presentes “cancellate” (dulce tradicional). Para quien nunca ha estado en Puglia, la meta parece lejana, mientras que para otros resulta casi confidencial. Nos acoge Manfredonia con un aire suave y un olor salobre. Nuestro apiñado grupo recorre las calles del centro en dirección a la catedral. La urna del Cuerpo de San Camilo está allí, junto al altar, esperándonos. En espera de la homilía, nos acercamos y la multitud parece sentir el saludo afectuoso de una persona querida. Concelebran la misa el arzobispo de Manfredonia, monseñor Michele Castoro, y el Superior general de los Camilos, P. Renato Salvatore. Llama la atención en seguida el saludo conmovido del P. Renato, esencial como siempre, pero impregnado de emoción cuando da las gracias a los que intervienen y cuando explica el significado de la presencia de las reliquias de San Camilo, como etapa de un recorrido con vistas a la conmemoración del IV Centenario de la muerte del santo (1614-2014), así como las palabras del arzobispo sobre el hermanamiento espiritual entre Mandredonia, San Giovanni Rotondo y Bucchianico en este Año de la Fe. Se trata de lugares geográficos que comparten experiencias de fe y conversión de alcance mundial. El arzobispo recuerda al joven Camilo cuando se encontraba en Manfredonia pidiendo limosna y cuando recibió la gracia de la “fe” a lo largo del sendero montañoso del Valle del Infierno próximo al Gargano. El joven Camilo había sido contratado para trabajos duros por los Capuchinos de San Giovanni Rotondo y dormía en “celda n.° 5” de su convento. Algunos siglos más tarde, el P. Pío de Pietrelcina, durmiendo en la misma celda, dijo: “Aquí durmió un santo, y ¿quién soy yo para estar aquí?”. Estas palabras resuenan en mi mente y me incitan a recordar dos grandes experiencias de fe, una centrada en la caridad y la otra en la conversión, distantes en la historia pero cercanas en el itinerario de acercamiento a Dios. En los presentes se advierte una sentida participación religiosa que impulsa a detenerse delante de la iglesia románica de San Domenico, donde el joven Camilo pedía limosna, para luego dirigirse al Valle del Infierno. No es una excursión para la diversión, y esto se nota en el comportamiento y en los ojos humildes de un padre que se fijan con profundidad en aquellas piedras calcáreas del Gargajo azotadas por un viento gélido. Este hombre tiene un hijo minusválido. Su soledad es la misma que sintió Camilo en aquel Valle: mucha gente cercana en las cosas efímeras pero lejanísima cuando se trata de aceptar los hechos dolorosos de la vida. Los Padres Capuchinos de San Giovanni Rotondo liberaron a Camilo de la humillación de tener que pedir limosna ofreciéndole la ayuda concreta de un trabajo. ¿Podemos ser nosotros una sociedad más franca y sincera? ¿Por qué no hablar de la minusvalía y no responder a la ayuda pedida, especialmente la material y concreta, por qué no recurrir cuando sea necesario a la ayuda de Dios y a la esperanza en la investigación científica, como San Camilo nos enseñó con los hechos? En el Valle del Infierno arrecia el viento en medio de un paisaje montañoso fascinante y hórrido como la vida, que es bella y que a veces puede ser realmente difícil. Volvemos a San Giovanni Rotondo y aquel padre apoya, delicadamente, su mano en la urna del P. Pio de Pietrelcina con un gesto humilde y sincero. Las reliquias de San Camilo, que salieron a las 16.00 h. de la tarde de Manfredonia, llegan a la parroquia de San Leonardo de San Giovanni Rotondo. Ante ellas, las autoridades civiles de San Giovanni y de Bucchianico renuevan propósitos de hermanamiento acordados en 1975. Pero esta peregrinación asume para los componentes del Comité fiesta San Camillo 2013 el sentido del acercamiento de los corazones y de una amonestación: no callemos ante la enfermedad ni ante la soledad del enfermo, ahuyentemos la tentación de los mirones, la del cotilleo y el miedo a hacer frente al sufrimiento que deja solos a los que viven experiencias de dolorosas.
Ese padre seguramente sentirá más consuelo en saber que puede hablar de su dolor y confiarse sin avergonzarse, de modo que probablemente podrá pedir ayuda al Señor, pero también a muchos hombres que con el afecto y la ciencia pueden estar a su lado. Al caer la tarde muchos han vuelto a subir al autobús para volver con las imágenes de los lugares sagrados, el ágape fraterno con los conciudadanos, la sencillez de los comportamientos, recordando complacidos las palabras de agradecimiento pronunciadas ante el micrófono del autobús por un componente del Comité fiesta.
Texto de Giuliano Davide Di Menna.
Às 5:30h, com a escuridão levemente atenuada pela aurora, muitos habitantes de Bucchianico partem em quatro ônibus do estacionamento do Campo de Esportes para o vale do Santuário de São Camilo. Hoje, 2 de fevereiro, se recorda a “conversão” do jovem Camilo de Lellis ao longo de um caminho gargânico. Somos quase 200 pessoas ao redor dos organizadores do Comitê Festa 2013 de Bucchianico e nos dirigimos a Manfredônia. O sol nasce e, durante uma parada no restaurante da estrada, podemos desejar-nos um bom-dia, já mais acordados, com um bom café e as “cancellate” (biscoitos tradicionais). Para alguém que ainda não conhece a Puglia, o destino é distante, para outros é quase familiar.
Manfredônia nos recebe com uma brisa morna e o cheiro de maresia, enquanto nosso numeroso grupo percorre as ruas do centro a caminho da Catedral. A urna com o Corpo de São Camilo já está depositada próxima ao altar e nos espera. Antes da homilia, nos aproximamos e o “empurra-empurra” tem o sentido de uma saudação afetuosa a uma pessoa querida. A missa é celebrada pelo bispo de Manfredônia, Dom Michele Castoro, e pelo Superior-Geral dos Camilianos, Pe. Renato Salvatore. Imediatamente nos emocionamos com a saudação comovida do Pe. Renato, com seu estilo essencial mas pleno de emoção, ao agradecer os participantes e ilustrar o significado da presença das relíquias de São Camilo como uma etapa de um percurso místico, tendo em vista a comemoração do IV Centenário do Falecimento do santo (1614–2014), e com as palavras do arcebispo sobre a parceria espiritual entre Manfredônia, S.Giovanni Rotondo e Bucchianico, neste “Ano da Fé”. São lugares geográficos que compartilham a experiência de fé e de conversão mundialmente conhecida. O arcebispo recorda o jovem Camilo quando estava em Manfredônia e teve de pedir esmola e quando recebeu a fé ao longo do caminho montanhoso do Vale do Inferno, no Gárgano. Ele foi contratado pelos capuchinhos de San Giovanni Rotondo, como operário não qualificado, e dormia na “cela n°5” do convento. Alguns séculos depois, o Pe. Pio de Pietrelcina, dormindo na mesma cela, proferiu as seguintes palavras: “Aqui dormiu um santo e quem sou eu para estar aqui?”. Estas palavras ressoam em minha mente, recordando duas grandes experiências de fé, uma concentrada na caridade e a outra na conversão; distantes historicamente, mas vizinhas no caminho de aproximação a Deus.
Nota-se nas pessoas presentes um profundo sentido religioso que as incentiva a parar diante da igreja românica de São Domingos, onde o jovem Camilo pediu esmola, para prosseguir em direção ao Vale do Inferno. Não se trata de um passeio comum e isso pode ser visto nos comportamentos, nos olhos humildes de um pai que olha profundamente aquelas pedras calcárias do Gárgano, golpeadas pelo vento gélido. Ele tem um filho deficiente e a sua solidão é a mesma provada por Camilo naquele vale: tanta gente vizinha nas coisas efêmeras, mas muito distante quando se trata de aceitar os fatos dolorosos da vida. Os frades capuchinhos de S.Giovanni Rotondo livraram Camilo da humilhação da esmola, oferecendo-lhe a ajuda concreta de um trabalho, sem serem indulgentes. Podemos ser uma sociedade mais franca e sincera? Porque não falar da deficiência, calar sobre a ajuda pedida, sobretudo material e concreta, esconder quanto é preciso confiar na ajuda divina e na esperança do progresso científico, como São Camilo nos ensinou com os fatos? O Vale do Inferno é golpeado pelo vento em uma paisagem montanhosa fascinante e horrenda, como a vida que é bela e que pode se tornar, às vezes, verdadeiramente difícil! Voltamos a S.Giovanni Rotondo e aquele pai apoiará, depois, delicadamente, sua mão sobre a urna de S.Pio de Pietrelcina com um gesto humilde e sincero.
As relíquias de São Camilo, provenientes de Manfredônia, chegam às 16 horas à paróquia de S.Leonardo de S.Giovanni Rotondo, e diante delas as autoridades civis, de S.Giovanni e Bucchianico renovam os propósitos de parceria entre cidades-irmãs, assinado em 1975. Mas esta peregrinação assume, para os componentes do Comitê Festa S.Camilo 2013, o sentido de aproximação dos corações e de uma advertência: não devemos ignorar a doença e a solidão do doente, afastemos a tentação de voyeurismo, de bisbilhotice, e o medo de estar diante do sofrimento, atitudes que deixam sozinhas as pessoas que passam por uma experiência dolorosa! Certamente, aquele pai terá mais conforto ao saber que pode falar de sua dor e abrir a alma sem acanhamento, pode assim, com certeza, pedir ajuda a Deus, mas também a tantas pessoas que – com o afeto e a ciência – podem apoiá-lo. Ao entardecer, muitos voltaram ao ônibus para o regresso, com as imagens dos lugares sagrados impressas na mente, com o ágape fraterno vivido com os conterrâneos e a simplicidade dos comportamentos, satisfeitos com as palavras de agradecimento proferidas por um membro do Comitê no microfone interno do veículo.
De Giuliano Di Menna
A 5 h 30, par une obscurité à peine détrempée de l’aurore, 4 autocars de Bucchianichésiens partent du parc de stationnement du Camp sportif, en aval du sanctuaire de saint Camille. Aujourd’hui, 2 février, on se souvient de la « conversion » du jeune Camille de Lellis, sur un chemin du Gargano. Nous sommes un peu moins de 200 personnes, pressées autour des organisateurs du Comité des Fêtes 2013 de Bucchianico et allant droit à Manfredonia. Le soleil se lève et, lors d’un arrêt sur l’aire de service de l’autoroute, nous pouvons nous dire bonjour, réveillés par un bon café et les immanquables ‘cancellate’, (pâtisseries traditionnelles). Pour quelqu’un qui n’est jamais allé dans les Pouilles, la destination est lointaine, pour d’autres, elle est familière. Manfredonia nous accueille avec une brise tiède et l’odeur de salures tandis que notre groupe nombreux parcourt les rues du centre vers la cathédrale. L’urne du Corps de saint Camille est là, posée près de l’autel et nous attend. En attendant l’homélie, nous nous approchons et la foule fait un signe de salut affectueux, comme à une personne chère. La messe est concélébrée par l’évêque de Manfredonia, Mons. Michel Castoro et le Supérieur général des Camilliens, le P. Renato Salvatore. Tous sont touchés immédiatement par le salut ému du P. Renato, qui va à l’essentiel comme toujours mais qui est imprégné d’émotion dans son remerciement aux intervenants. Il illustre le sens de la présence des reliques de saint Camille, dans cette étape d’un parcours mystique en vue de la commémoration du IVe Centenaire de la mort du saint (1614-2014) et des paroles de l’Archevêque sur le jumelage spirituel entre Manfredonia, San Giovanni Rotondo et Bucchianico, en cette « Année de la foi ». Ce sont des lieux géographiques rapprochés par des expériences de foi et de conversion de portée mondiale. L’archevêque rappelle les moments où le jeune Camille se trouvait à Manfredonia à demander l’aumône et quand il reçut la « foi », sur le chemin montagneux de la Vallée de l’Enfer, sur le Gargano. Le jeune Camille avait été embauché pour des travaux pénibles par les Capucins de San Giovanni Rotondo et il dormait dans la « cellule » n°5 de leur couvent. Quelques siècles plus tard, le P. Pio de Pietrelcina, dormant dans cette même cellule, dit : « Ici a dormi un saint et moi, qui suis-je pour demeurer ici ? » Ces paroles ont résonné dans ma tête, me rappelant deux grandes expériences de foi, l’une centrée sur la charité et l’autre sur la conversion, distantes dans l’histoire mais proches dans le parcours de la relation à Dieu. On remarque, parmi les présents, une participation religieuse convaincue qui les pousse à s’arrêter devant l’église romane de saint Dominique, où le jeune Camille mendiait, puis à se diriger vers la Vallée de l’Enfer. Ce n’est pas un tour pour du loisir : cela se voit sur les comportements, cela se remarque dans le regard humble d’un père fixant intensément ces pierres calcaires du Gargano, battues par le vent glacial. Il a un enfant handicapé. Sa solitude est la même que celle éprouvée par Camille dans cette Vallée : tant de gens proches dans les choses éphémères mais très lointains quand il s’agit d’accepter les évènements douloureux de la vie. Les Pères Capucins de San Giovanni Rotondo ont tiré Camille de l’humiliation de la mendicité en lui offrant l’aide concrète d’un travail, sans condescendance. Pouvons-nous être une société plus franche et plus sincère ? Pourquoi ne pas parler du handicap, taire l’aide demandée, surtout matérielle et concrète, cacher combien il est nécessaire de se confier à l’aide de Dieu et à l’espérance dans la recherche scientifique, comme saint Camille nous l’a enseigné dans les faits ? La Vallée de l’Enfer est battue par le vent, dans un paysage montagneux fascinant et effroyable, de même que la vie est belle et qu’elle peut devenir parfois vraiment difficile.
Nous arrivons à San Giovanni Rotondo et ce père pose alors délicatement sa main sur l’urne du saint Pio de Pietrelcina, d’un geste humble et sincère. A 16 h., les reliques de saint Camille arrivent de Manfredonia à la paroisse Saint Léonard de San Giovanni Rotondo, et devant elles, les autorités civiles de San Giovanni et de Bucchianico renouvellent les propositions du jumelage scellées en 1975. Mais ce pèlerinage assume, grâce aux membres du Comité des Fêtes de saint Camille 2013, le sens du rapprochement des cœurs et d’un but : ne nous taisons pas sur la maladie ni sur la solitude du malade, éloignons-nous des tentations du voyeurisme, des commérages et de la peur d’être face à la souffrance qui isole celui qui vit des expériences douloureuses.
Ce père sera sûrement réconforté de savoir qu’il peut parler de sa douleur et se confier sans honte. Il peut assurément ensuite demander de l’aide au Seigneur mais aussi à ceux qui, par l’affection et la science, peuvent lui être proches. A la tombée de la nuit, beaucoup sont remontés dans l’autocar du retour avec les images des lieux saints, le partage fraternel avec les habitants, la simplicité des comportements, parfois satisfaits par les paroles de remerciements scandés au micro, par un membre du Comité des Fêtes, à l’intérieur du véhicule.
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