Intervento di S.E. Mons. Zygmunt Zimowski
in occasione del Pellegrinaggio del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari
(per la Pastorale della Salute) a Bucchianico
(2 ottobre 2013)
«Raggiungere in pellegrinaggio la Terra natale di uno dei Santi della carità che nella Chiesa ha dato impulso, insieme ad altri nei secoli, al carisma della carità e della misericordia verso gli infermi ed ha insegnato anche con quanta amorevolezza e sollecitudine si devono servire le membra sofferenti Cristo, sta a significare per il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) che l’impegno ad evangelizzare in questo ambito specifico della pastorale non è mai esaurito. Attingere dalla memoria storica, ma ancora viva, di San Camillo de Lellis la linfa che lo ha reso l’iniziatore di una nova schola caritatis per gli operatori sanitari e per tutti coloro che, a diverso titolo, si chinano sul prossimo sofferente – famigliari, volontari, senza escludere gli stessi pastori nelle diverse realtà socio-assistenziali e nelle stesse parrocchie – costituisce, infatti, un impulso ad incrementare da parte del Dicastero e di coloro che vi operano uno slancio che si rende quanto mai attuale per portare il massaggio di misericordia e di condivisione, che Cristo stesso ha affidato alla sua Chiesa.
Inoltre, ripercorre le tappe storiche che hanno portato San Camillo ad essere lui stesso segnato, prima della conversione e poi durante tutta la sua vita, dal mistero del dolore, costituisce un richiamo a non esaurire l’azione pastorale nell’offrire consolazione e sostegno professionale agli ammalati, ma a riconoscerli loro stessi artefici e protagonisti di evangelizzazione, come ne da testimonianza anche un giovane camilliano, il Venerabile Nicola D’Onofrio, sepolto nel Santuario di Bucchianico.
Immergerci alle radici dell’esperienza storica del Fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi – meglio conosciuti come Religiosi Camilliani – significa pertanto recuperare l’originalità dell’intuizione che poi è stata riconosciuta dalla Chiesa a San Camillo e alla sua Famiglia religiosa, e che ancora oggi con rinnovata originalità siamo chiamati a riproporre, certi che la via della misericordia verso gli infermi e il mondo complessivo socio-sanitario nonché la valorizzazione della dignità della persona ammalata o sofferente costituiscono una strada maestra di evangelizzazione e un modello speculare per fare rispendere la bellezza e l’attualità del mandato di Gesù alla Chiesa – «Euntes docete et curate infirmos» (Mt 10,6-8) -, come ce ne da testimonianza anche la particolare predilezione e paterna vicinanza di Papa Francesco per questa porzione del Gregge di Cristo».
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