Nel settembre 1607, il Card. Ginnasi, protettore dell’Ordine nominato da papa Paolo V, intima una dieta a Roma, alla sua presenza, allo scopo di studiare i rimedi alle sempre maggiori difficoltà che ostacolano il cammino della Religione e ne turbano gli spiriti. Camillo comprende che la sua autorità sarà ristretta affinché non possa assumere altri Ospedali né altri pesi.
“Vedendosi egli vecchio e quasi distrutto dalle fatiche”, decide di rinunciare al Generalato, declinando ogni responsabilità di governo. Camillo fa richiesta per ben due volte al pontefice di licenziarlo dall’incarico. La decisione giunge nuova ai suoi Religiosi, ai quali l’ha tenuta accuratamente nascosta, anche se qualcuno può averla intuita o presagita.
La mattina del 2 ottobre 1607 il Card. Ginnasi riceve la rinunzia di fronte ai partecipanti della dieta. Il 13 ottobre Paolo V nomina P. Oppertis Vicario e Commissario Generale dell’Ordine, per sostituire temporaneamente Camillo fino all’elezione del nuovo Superiore. Durante la dieta vengono ripristinate le Costituzioni che il Fondatore ha fatto abrogare nell’ultimo Capitolo Generale sul governo centrale dell’Ordine.
Camillo, nei 24 anni di governo, dei quali 16 da Generale, ha fondato 15 case: Roma, Napoli, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Ferrara Messina, Palermo, Mantova, Viterbo, Bucchianico, Chieti, Borgonovo e Caltagirone. Ha stabilito il servizio in 8 Ospedali: l’Ospedale grande di imano, il Pamatone di Genova, S. Anna di Ferrara, quello di Viternbo, l’Incurabili e S. Giacomo degli Spagnoli a Napoli, quello di Mantova e quello di Chieti. Nei primi quattro si ha il servizio completo, spirituale e corporale.
Il Capitolo
Al IV Capitolo partecipano 23 Religiosi, 16 Sacerdoti e 7 Fratelli. Partecipano di diritto P. Oppertis, Vicario Generale, i quattro Consultori, il Segretario, il Procuratore Generale e cinque Provinciali; per elezione, due delegati per ogni Provincia, un Sacerdote e un Fratello.
Grande assente è il Fondatore, che non vi ha voluto assolutamente prendere parte, perché “i suoi figliuoli hanno l’età e possono benissimo incamminassi da per loro”. I nuovi partecipanti sono 8. L’avvicendamento maggiore è dato dai Fratelli (6 su 7). Fra di essi, la personalità di maggiore spicco è il P. Pietro Francesco Pelliccioni, che viene eletto Segretario in Capitolo e, in seguito, Segretario Generale dalla Consulta.
Il 19 marzo 1608, primo giorno del Capitolo, viene eletto Prefetto Generale, all’unanimità, P. Biagio Oppertis. I lavori si svolgono con alacrità, in un’atmosfera serena e concorde, e si concludono in 5 giorni.
In questo Capitolo si discute proprio del Capitolo Generale stesso. Si precisano le varie fasi, i compiti, le competenze e il procedimento. Vengono riordinate e completate le Costituzioni, emanate le Regole dei Provinciali e le Regole dei Prefetti. Il governo è fortemente centralizzato e un ristretto numero di facoltà è attribuito ai Provinciali e ai Prefetti. Il trasferimento, per esempio, di Religiosi da una casa all’altra, anche nell’ambito della stessa Provincia, è di competenza della Consulta.
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