FESTA DEI MEDICI – 12 novembre 2020
di p. Giuseppe Didonè
Religioso camilliano a Taiwan
Carissimi,
il giorno 12 novembre ricorre l’anniversario della nascita di Sun Yat Sen, un medico cinese cristiano. In tale ricorrenza, a Taiwan si celebra la festa dei ‘medici’.
Sono contento di cogliere questa occasione per presentare ai religiosi camilliani, ai medici e ai collaboratori delle istituzioni camilliane alcuni ‘modelli’.
Il primo modello è Cristo medico
Il suo modo di avvicinarsi al malato per risanarlo integralmente è un esempio per tutti noi camilliani ed operatori sanitari nelle nostre istituzioni mediche.
Le prime comunità cristiane presentavano Gesù come un medico, sottolineandone l’attenzione e la compassione verso i sofferenti di qualunque malattia.
Gesù si faceva vicino alle persone malate o disabili, specialmente a quelli che a causa di ciò erano disprezzate ed emarginate. Egli spezzava cosi ‘il giudizio’ che condannava il malato come peccatore e con la sua vicinanza manifestava l’amore infinito di Dio Padre per i suoi figli più bisognosi.
Curare significa entrare in dialogo con la persona. Gesù si prende cura dei malati e dei sofferenti. Li tocca e si lascia toccare anche nei casi in cui ciò sarebbe proibito. Per lui infatti, curare vuol dire avvicinarsi alla persona a cui addirittura chiede che cosa vuole che faccia per lui.
Può sorprendere che il medico chieda alla persona sofferente che cosa si aspetta da lui. Ma questo mette in luce il valore della parola, del dialogo, della comunicazione nel rapporto di cura.
Il secondo modello è S. Camillo de Lellis
Il giorno 18 marzo 2019, papa Francesco durante l’udienza ai membri della Famigli Carismatica Camilliana, presente anche il compianto Superiore generale, p. Leocir Pessini, disse: “Il cristianesimo senza tenerezza non funziona. Pensare a S. Camillo de Lellis significa richiamare alla mente il Buon Samaritano, ricordare la sua instancabile opera al fianco dei malati, ai quali si dedicò con amore e cura dopo una vita dissoluta e viziata dal gioco, ma poi illuminata dall’amore di Dio.
Quando la malattia arriva a turbare e a volte a sconvolgere la nostra vita, allora sentiamo forte il bisogno di avere accanto a noi un fratello o una sorella compassionevole e anche competente, che ci consola, ci sostiene, ci aiuta a recuperare il bene prezioso della salute, oppure ci accompagna fino alla soglia del nostro incontro finale con il Signore”.
Il terzo modello è Sun Yat Sen
Egli il 10 ottobre 1911, con la rivolta di Wuhang nella Cina centrale, capovolge l’impero cinese millenario e il 1 gennaio 1912, proclama la Repubblica della Cina. Viene considerato il Padre della patria.
Lui, un cinese del Sud, aveva studiato medicina in quelle che all’epoca erano le Hawaii Britanniche: l’educazione inglese ricevuta l’aveva portato a convertirsi al cristianesimo. in un discorso del 2 marzo 1924 diceva: la gentilezza e l’amore sono due virtù caratteristiche della Cina. Nell’antichità nessuno ha mai parlato più di Lao-Tze (filosofo del V sec. a.C.) L’amore senza discriminazione, di cui egli parlava, si identifica con la fraternità predicata da Gesù Cristo E ancora: ‘qual è la base della vera libertà e della vera uguaglianza? La democrazia. Senza la democrazia sarebbe impossibile salvaguardare qualsiasi forma di libertà ed eguaglianza. Per cui dobbiamo creare la democrazia e darla al popolo, non dobbiamo attendere che il popolo si batta per ottenerla’.
Il quarto modello è Chiang Wei-shui
Egli è nato a Ilan (Taiwan) durante la dinastia Ching nel 1890. Nel 1915 si è diplomato al collegio di medicina taiwanese che ora è chiamato Università Nazionale di medicina. Ha fondato l’ospedale Taian a Taipei. Ha scritto un breve saggio su Taiwan chiamato Certificate of Bedside Diagnosis o Certificate of Clinical Diagnosis su come il paziente (Taiwan) ha sofferto di grave malnutrizione culturale. Scritto sotto forma di visita medica, è il suo lavoro più famoso.
A pari di Sun Yat Sen, che è considerato il Padre della patria in Cina, Chiang Wei shuei è considerato da molta gente come il padre della patria in Taiwan. In sua memoria è stata dedicata l’autostrada che collega Taipei ad Ilan, con un tunnel di 12.9 chilometri.
Competenza, pazienza, forza spirituale e solidarietà fraterna, sono lo stile di un religioso camilliano, di un medico in una istituzione sanitaria camilliana. E tutto ciò va a beneficio sia dei malati, sia dell’ambiente in cui operiamo. La stessa vicinanza e dedizione che Gesù trasmetteva ai ciechi, zoppi, epilettici, paralitici incontrati lungo il suo cammino, è rimasta tale anche nell’opera della Chiesa. La missione dei religiosi, dei medici e degli operatori nelle nostre istituzioni è una testimonianza di umanità. Farsi vicini a coloro che attraversano momenti di prova a causa della malattia; dare le cure con delicatezza e rispetto della dignità e dell’integrità fisica e psichica delle persone. Chiamati ad ascoltare con attenzione, per rispondere con parole adeguate, che accompagnino i gesti di cura rendendoli più umani e quindi anche più efficaci.
Curare vuol dire rispettare il dono della vita dal suo inizio sino alla fine naturale. Non ne siamo noi i proprietari; la vita ci viene affidata e noi ne siamo i servitori!
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