Quest’anno la Giornata Monddiale del Malato non è stata celebrata nella catteddrale di Nairobi, poichè il piazzale antistante la basilica è inagibile da circa due anni a causa della costruzione di un mega-parcheggio sotterraneo di quattro piani, col quale l’arcidiocesi cerca di sopperire all’autosostentamento economico oltre, naturalmente, che con altri progetti.
Il Santuario di Maria Ausiliatrice
La celebrazione è stata spostata da lunedì 11 febbraio, ricorrenza liturgica della Madonna di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato, a giovedì 14 febbraio, presso il Santuario Mariano di Maria Ausiliatrice di Upper Hill, una collina che sovrasta la metropoli di Nairobi che conta oltre quattro milioni di abitanti. A dire il vero questa collina fa ormai parte integrante della città, la cui periferia cresce a dismisura di giorno in giorno. E’ un santuario costruito circa 20 anni fa dalla congregazione dei Salesiani. Nel 2015, a ricordo del secondo centenario della nascita del Fondatore S. Giovanni Bosco, i Salesiani hanno arricchito il santuario di una preziosa urna di cristallo che contiene il corpo del Santo ( naturalmente è semplicemente un simulacro, posto per la devozione dei fedeli). Il santuario è molto suggestivo, con le sue cupole, i suoi mosaici e giochi di luci. L’architettura interna è a forma di “catino”, per cui entrando dalla porta principale si scende verso il basso, come se si percorresse le scalinate di uno stadio.
La celebrazione è stata presieduta dal Vescovo Ausiliare Mons. David Kamau, con la presenza di una ventina di sacerdoti concelebranti. I Camilliani presenti attorno all’altare erano cinque; ne erano stati previsti di più, ma alcuni sono dovuti andare al funerale della mamma del confratello Diacono Godfrey Wanyelo che è stata sepolta in quello stesso giorno.
Il sacramento dell’Unzione
I sacerdoti concelebranti si sono resi disponibili per l’amministrazione del saramento dell’Unzione ai malati che preseero parte in gran numero alla funzione. Il santuario era pieno di fedeli, rappresentati non solo dai malati ma anche da personale ospedaliero, volontarri, seminaristi, religiosi e religiose. L’amministrazione del sacramento dell’Unzione ha occupato buona parte della celebrazione liturgica dato che – praticamente – tutti hanno ricevuto l’unzione con l’olio degli infermi, malati e non. Nel corso dell’omelia il Vescovo ha sottolineato che tutti siamo malati e fragili, in un modo o nell’altro. Egli stesso ha ricevuto per primo il sacramento dell’Unzione, e poi l’ha amministrato ai sacerdoti presenti. Centinaia di fedeli si sono presentati a ricevere il sacramento. Tra essi molti erano giovani seminaristi, suore, infermiere, nonchè bimbi tenuti in braccio dalle loro madri. In un’occasione mi sono permesso di non amministrare l’unzione ad un bimbo piccolissimo, dato che il sacramento – secondo le prescrizioni della Chiesa – va amministrato a chi ha l’uso della ragione. Non l’avessi mai fatto! Ho dovuto sostenere le rimostranze della mamma che si chiedeva come mai il suo bimbo venisse escluso di una così potente medicina. A poco sono valse – a questo punto – le istruzioni catechetiche impartitele a tempo opportuno!
Il coro camilliano
Ai Camilliani era stato richiesto di contribuire alla celebrazione con una collaborazione specifica, vale a dire con la presenza di un coro per accompagnare i canti liturgici. Infatti per una decina di giorni prima dell’evento i nostri seminaristi e novizi (che si trovavano a Nairobi per un corso di formazione) si sono uniti alle Suore Camilliane Ministre degli infermi per esercitarsi nei diversi canti, per lo più in lingua swahili, che hanno poi allietato con decoro l’intera cerimonia. Una cerimonia molto meritata per tutti i malati che vi hanno preso parte, affluiti da vari ospedali cittadini, quali il Kenyatta National Hospital, il Mater Misericordiae Hospital, il Nairobi Hospital. Una mattinata così era più che dovuta ai nostri “signori e padroni”!
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