Giuseppina Vannini – Donna di Misericordia

In occasione della canonizzazione della Beata Giuseppina Vannini, che si terrà a Roma il 13 ottobre 2019, ripercorriamo le tappe della sua vita, dalla sua vocazione alla ideazione e realizzazione, insieme a al Beato Luigi Tezza, della Congregazione delle “Figlie di San Camillo.

di p. Felice Ruffini

«Donna Biblica» poi la “Giuditta – Maria Giuseppina”

Partiti da una giovane flagellata da onde tempestose della vita, alla ricerca del futuro da affrontare, accolta con amore in Orfanotrofio e in Casa Religiosa, ma dal futuro incerto e fragile, divenne poi la «Condottiera intrepida e coraggiosa» che per storici motivi umanamente incomprensibili è lasciata sola, mentre il Padre Co-Fondatore viene inviato a migliaia di chilometri oltre Oceano, ed è Lei che rivoluziona il modo di essere accanto al malato come il “Santo Patriarca Camillo”: con il vero amore materno, – non metaforico di uomini! -, con una truppa di giovani Donne che si fregiano della “Croce rossa sul petto”, non hanno pari a farti sentire l’afflato della mamma accanto a te…

E prima di chiudere questa mia incursione in Via della Stamperia all’altezza del civico n. 78, sosto ancora una volta in meditazione e riflessione, e quasi come in sogno dinanzi a questo Palazzo della Famiglia Carpegna che fu la “Casa di Dio”, vedo quel “momento di Dio” che trasformò una fragile creatura in “forte donna biblica”. E mi afffido a quanto personalmente scrisse il Beato P. Luigi Tezza nel “Lbro della Cronaca della Congregazione” decidendo di conferire l’abito religioso alla giovane Giuditta Vannini. La cerimonia è descritta al fol. 6 di questa Cronaca, in lingua francese con annesso foglio manoscritto dello stesso Tezza in lingua italiana:

«L’anno del Signore Milleottocento novantadue ai Diciannove di Marzo festa del Glorioso Patriarca San Giuseppe, alle ore 7 antim. nella Cappella delle Rev.de Madri di Nostra Signora del Cenacolo via della Stamperia 78 in Roma, il sottoscritto Padre Procuratore Generale dei CC. RR. Ministri degli Infermi in nome e vece del R.mo Padre Giovanni Mattis, Generale dell’Or­dine, con speciale facoltà della R.ma Generale Consulta nonché coll’assen­so ancora dell’E.mo Card. Lucido Maria Parocchi Vicario di S. S. conferiva solennemente il S. Abito delle Terziarie Regolari dei Ministri degli Infermi alla Postulante Giuditta Vannini che per prima ripristinava le Figlie di S. Camillo e prendeva il nome di Suor Maria Giuseppina »

Ecco perché per S. Maria Giuseppina Vannini è dovuto la definizione di «Mulier Misericordiae… la Donna della Misericordia….», la “Donna Madre” che ti fa vivere, toccare nelle tue carni sofferenti la Misericordia di Dio Padre….

Te La vedi, – Lei che nel 1875 venne accolta tra le “Figlie di Maria Immacolata” -, come Maria Addolorata sotto la Croce del Figlio sul Calvario,accanto al letto d’ogni malato, come San Giovanni Paolo II ci ha lasciato scritto nella «Salvifici Doloris»:

«Ed ancora, dopo le vicende della vita nascosta e pubblica del suo Figlio, da lei indubbiamente condivise con acuta sensibilità, fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a quella di Gesù, raggiunse un vertice già difficilmente immaginabile nella sua altezza dal punto di vista umano, ma certo misterioso e soprannaturalmente fecondo ai fini dell’universale salvezza.

Quel suo ascendere al Calvario, quel suo « stare » ai piedi della Croce insieme col discepolo prediletto furono una partecipazione del tutto speciale alla morte redentrice del Figlio, come del resto le parole, che poté raccogliere dal suo labbro, furono quasi la solenne consegna di questo tipico Vangelo da annunciare all’intera comunità dei credenti.

Non basta: il divin Redentore vuole penetrare nell’animo di ogni sofferente attraverso il cuore della sua Madre santissima, primizia e vertice di tutti i redenti. Quasi a continuazione di quella maternità, che per opera dello Spirito Santo gli aveva dato la vita, Cristo morente conferì alla sempre Vergine Maria una maternità nuova — spirituale e universale — verso tutti gli uomini, affinché ognuno, nella peregrinazione della fede, gli rimanesse insieme con lei strettamente unito fino alla Croce e, con la forza di questa Croce, ogni sofferenza rigenerata diventasse, da debolezza dell’uomo, potenza di Dio. » [nn. 25, 26]

E prima ancora il camilliano P. Giovanni Battista Novati, ha messo in alta teologia mariana quanto il Suo Padre Camillo viveva in modo esistenziale, e cioè che nello stare della Madonna ai piedi della Croce durante la Passione e morte del Figlio, la canta quale «Antesignana e modello dei Ministri degli Infermi». E scrive che sul Golgota la Madre di Dio fu la “vessillifera” dell’Istituto. I Ministri degli Infermi, nell’assistere i moribondi, devono essere forti contro il nemico del genere umano, essendo sotto la guida della fortissima “leonessa” che diede alla luce il Leone di Giuda.

Sotto la Croce, la Madonna tutta immersa nella Passione del Figlio, mentre muore versando il suo Sangue prezioso, anche il Ministro degli Infermi deve continuamente essere immerso nel Cristo Crocifisso, meditando la sua passione, morte e sangue, nei quali sta ogni speranza di vittoria. E’ a questo livello che i Ministri degli Infermi devono elevare e sorreggere il malato. Quanto più Satana preme per trascinarlo alla disperazione, oscurandogli il Sangue del Cristo sparso per i peccati dell’uomo, tanto più essi devono proporlo come antidoto e controveleno alla disperata tentazione, ricordando senza sosta il suo immenso valore redentivo.

E’ questo è il «carisma di Padre Camillo al femminile» con Santa Maria Giuseppina Vannini, la «Mulier Misericordiae / Donna di Misericordia».