Germana avverte l’esigenza di estendere ancora di più l’amore verso i sofferenti e nel 1954 realizza un’altra sua grande intuizione: il C.A.M. (Centro Assistenza Malati): un’associazione per l’assistenza ai malati a domicilio, gratuita per i poveri e a pagamento per gli abbienti. L’attività ha inizio a Milano, ma presto altri Comuni chiedono la costituzione di un CAM nelle loro città: Trento, Brescia, Firenze, Corate. Ci vorrebbe un esercito di infermiere. L’idea è buona: malati cronici non occupano più un posto-letto in ospedale (con un buon risparmio per le amministrazioni ospedaliere); malati terminali terminano i loro giorni tra le mura domestiche e tra i propri familiari che accettano di buon grado l’onere, perché hanno la sicurezza dell’assistenza…
Un’idea buona, ma precoce. Ha precorso di 40 anni e più, i primi, attuali tentativi di qualche Comune che si serve di cooperative per l’assistenza domiciliare. Così come, da pioniere, forma, sostiene e accompagna, fin dal 1963, le prime donne che, da laiche si impegnano in una missione in un lebbrosario, nelle favelas e nella foresta brasiliana; e successivamente anche nei barrios dell’Argentina. Germana trae da ogni esperienza anche idee nuove. Comprende che c’è bisogno di formare personale infermieristico, aiutare quante più persone possibile a conseguire il diploma, o almeno il “patentino” di generica: le richieste in tal senso non mancano.
Molte ragazze, da ogni parte del Paese, sono in cerca di lavoro. Gli ospedali offrono gratuitamente il corso per il diploma, ma molte ragazze non possono accedervi perché comunque il corso ha dei costi, che le famiglie lontane non possono sostenere; ad altre manca il titolo di studio necessario… Ed ecco le borse di studio e le convivenze in piccoli appartamenti, per permettere alle ragazze di studiare con relativa tranquillità.
E’ un continuo avvicendarsi di persone che si preparano con spirito missionario alla professione o si dedicano all’assistenza domiciliare. Lo spirito di Camillo è vivo e operante in loro. Ma come sarebbe tutto più facile se le amministrazioni ospedaliere elargissero anche una piccola cifra per le spese personali delle allieve. Già! E’ il giovane direttore dell’ospedale di Monza al quale si espone l’idea, che comprende l’esigenza delle ragazze… e la propria: ha bisogno di personale. Accetta l’idea del presalario, oltre il vitto e l’alloggio; a lui fanno seguito gli amministratori degli ospedali riuniti di Milano e via via tutti gli altri.
Una piccola conquista, si, ma quanto preziosa, nel momento storico-economico che si vive, per le migliaia di giovani donne, che si avviano a una professione molto cara al cuore di Germana. Una conquista raggiunta per l’intuizione dell’amore, prima che per rivendicazioni!
Mutate le condizioni sociali, il CAM si è poi trasformato in CAMS (CENTRO ANIMAZIONE MISSIONE SPERANZA): sono cambiate le attività concrete, ma non è cambiato lo spirito che lo informa. Esso si propone di animare e promuovere iniziative volte a diffondere la spiritualità della speranza cristiana tra persone di ogni nazionalità, razza e religione, per testimoniare che la fraternità è un orizzonte possibile a ogni uomo di buona volontà.
L’Associazione pone attenzione a tutte le situazioni di sofferenza, per sostenere chi cerca di alleviarla, per aiutare le persone a uscirne con senso di iniziativa personale e comunitaria o, almeno, a viverla con dignità e larghezza di spirito. Per questo, si fa anche promotrice di incontri e momenti formativi, ad ogni livello.
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