Un grande amore nella vita di Germana: S. Camillo de Lellis.
Lo ha conosciuto dalla giovinezza e lo ha seguito; ha cercato di seguirne il messaggio, di coglierne gli insegnamenti, i sentimenti; su di lui ha discusso la sua tesi di laurea in Lettere. Non ha smesso di studiarlo fino alla fine.
Di Camillo Germana ha scritto in vari modi, per presentarlo ai giovani, a chi cercava di vivere la propria professione di medico o di infermiere come una missione, per sensibilizzare chiunque alla dedizione ai sofferenti, ai morenti, ai poveri. Sulle orme di Camillo, ha seguito e coltivato per tutta la vita con passione, con fede, con dedizione totale, un foltissimo ideale di consacrazione a Dio, nella carità. Un ideale che però lei voleva vivere con uno stile di vita diverso da quello religioso.
Ma come? Germana è stata una donna di grandi intuizioni e tenace nelle sue convinzioni. Ha continuato a coltivare il suo ideale, non ha cercato né accettato compromessi. Ha intrapreso un cammino nel buio; un cammino che intravedeva solo quanto bastava per muovere un passo dopo l’altro. L’idea dell’Istituto secolare, che da lei ha avuto inizio, è legata strettamente al messaggio di Camillo; chi l’aiuta nella fondazione e le sta paternamente accanto è un camilliano: il P. Angelo Carazzo.
L’idea è nitida in Germana, anche se non sa come attuarla: restare nel mondo da consacrata, senza alcun segno distintivo, per compiere l’apostolato della carità e della speranza tra i sofferenti, soprattutto tra i più lontani da Dio.
Non ci sono precedenti nella Chiesa; gli Istituti secolari non sono ancora nati e non esiste una consacrazione secolare. Ma l’idea di Germana “attecchisce”. La spiritualità dell’Istituto secolare da lei fondato esprime, in un’unica sintesi la “missione” di misericordia verso i sofferenti, specifica di S. Camillo de Lellis, e la “missione” di speranza, vissuta e comunicata nella propria realtà di vita, nel proprio ambiente, professione, servizio apostolico, come annuncio di Cristo, unica speranza dell’uomo e dell’intero creato. L’Istituto Secolare si chiamerà: MISSIONARIE DEGLI INFERMI “CRISTO SPERANZA”.
Secondo il pensiero di Germana la “missione” di misericordia e di speranza si rivolge a ogni persona in difficoltà, che si trovi in qualsiasi tipo di sofferenza; essa abbraccia, perciò, il mondo intero e interpella ogni uomo che voglia prendersi cura del fratello, con amore e dedizione, secondo le opere di misericordia suggerite dalla Chiesa. Già tra le prime seguaci c’erano persone non professioniste nel campo dell’assistenza, ma attente e disponibili, ricche di dedizione e di amore per i malati, i sofferenti, soprattutto quelli lontani da Dio. Germana ha sempre creduto e ripetuto in varie circostanze, che nel campo della carità c’è posto per tutti. Da parte sua non ha mai lasciato né trascurato la sua professione di insegnante di Scuola Media Statale, convinta che il lavoro professionale è uno dei doveri primati della donna, nel mondo di oggi.
Ben presto un’altra sua intuizione diviene realtà: quella di sostenere il desiderio anche di persone sposate e di quelle che, non chiamate alla consacrazione, pure desiderano vivere una vita cristiana, impegnata nel servizio ai sofferenti, secondo una spiritualità di speranza. Iniziano così i gruppi degli ASSOCIATI: COLLABORATRICI “CRISTO SPERANZA”: persone sposate e non, sensibili alla spiritualità di S. Camillo e con una forte carica di umanità desiderose di vivere un impegno concreto, ma adatto alla propria condizione e stato di vita; COMUNITÀ’ FAMILIARI “CRISTO SPERANZA”: coppie di sposi, vincolati dal sacramento del matrimonio, impegnate a vivere nello spirito delle beatitudini e a offrire Cristo Speranza soprattutto ad altre coppie in difficoltà e quindi in stato di particolare sofferenza. Si riunisce così attorno a Germana la grande Famiglia “Cristo Speranza”, in cui sono presenti differenti carismi, nell’unica spiritualità di speranza e di misericordia verso i sofferenti.
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