Dopo la rapida presentazione dei bisogni (cfr 30/31 ottobre) sono state identificate 4 priorità.
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I Priorità: fornire un struttura di laboratorio in grado di effettuare lo screening dei casi di Ebola con personale qualificato e rigorosamente controllato da un esperto.
Motivazioni: la struttura più vicina dista più di 300 km da Makeni (Bombali District). In tutta la Sierra Leone ci sono solo 4 laboratori in grado di diagnosticare la malattia e sono praticamente presi d’assalto ogni giorno da centinaia di persone.
La vicinanza di un centro diagnostico a Bombali renderebbe più facile il rilascio dei pazienti presso i centri di cura lasciando spazio ai casi sospetti.
Secondo l’analisi del governo del Regno Unito, sarà necessario un altro mese, o anche di più, prima di riuscire a costruire questo centro a causa della debolezza del sistema sanitario del paese e la burocrazia. Mentre i pazienti muoiono ogni giorno.
Aspettative: con un centro di diagnosi a Bombali si potrebbero ottimizzare i tempi di screening dei casi sospetti e i casi positivi all’ebola potrebbero avere più attenzione.
Nota: Il Magbenteh Hospital (con il supporto di Swiss-Sierra Leone Dev’t Foundation) sta preparando un centro di raccolta e un centro di trattamento che sarà operativo entro la fine di novembre.
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II Priorità: riapertura dell’Holy Spirit Hospital di Makeni
Motivazioni: la qualità delle cure che questo ospedale è in grado di assicurare alle persone che sono in disperato bisogno di cure mediche diverse da Ebola.
Il numero di persone decedute non a causa di Ebola è ancora più allarmante. Qui si muore di parto, di febbri emorragiche (malaria, Lassù) e di altre malattie endemiche.
Questo ospedale ha un buon numero di professionisti sanitari in grado di fronteggiare il problema e riportare l’ospedale al normale funzionamento.
Aspettative: è operativa una formazione adeguata e intensiva del personale in materia di prevenzione, gestione dei casi critici, ed un periodo di affiancamento con esperti.
E’ disponibile un trasporto speciale dei casi identificati o sospetti dall’ospedale a un centro di accoglienza.
L’ospedale avrà una fornitura regolare di PPEs. Un nuovo protocollo ospedaliero di controllo delle malattie infettive è stato adottato per regolare il lavoro e a la condotta del personale.
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III Priorità: Sostegno alle attività di sensibilizzazione (prevenzione e sostegno umanitario alle famiglie in quarantena) e alle attività pastorali della Task Force Diocesana (DTF).
Motivazione: Le ragioni principali della rapida diffusione del EVD sono: la negazione, da parte delle persone, dell’esistenza di Ebola all’interno delle loro comunità; le pratiche di sepoltura; le usanze familiari e la paura stessa.
Fino ad ora, la DTF ha realizzato il suo primo obiettivo, vale a dire, la coordinazione di un workshop e di seminari a livello parrocchiale (25 parrocchie). Ora, le parrocchie devono mobilitarsi, ma il progresso è molto lento a causa della incapacità organizzativa e della scarsità di risorse finanziarie.
Aspettative: Questo attento monitoraggio da parte della DTF con il proprio personale è in funzione in ogni parrocchia.Tutto il personale sceso in campo per l’emergenza Ebola ha ricevuto una formazione sulla gestione dei progetti. Tutti sono pienamente impegnati in questa attività con il pieno sostegno della DTF.
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IV Priorità: Scenario post-Ebola: intervento psicosociale e pastorale.
Motivazione: Considerando la gravità dell’epidemia e lo stigma dei sopravvissuti, si prevede che il trauma diventi un problema più grave in particolare tra gli studenti e gli adulti. Il personale sanitario ha bisogno di assistenza psico-sociale.
Aspettative: Questo programma di intervento psico-sociale, come corsi di formazione, saranno rivolti a catechisti, a giovani volontari e al personale ospedaliero.
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La CTF ha inviato la signora Anita Ennis, vice presidente della Famiglia Camilliana Laica, per 6 settimane a Makeni, in Sierra Leone. E ‘arrivata lo scorso 26 ottobre e attualmente risiede presso la foresteria dell’Holy Spirit
Hospital. Appena arrivata ha iniziato il suo lavoro elaborando un report del personale sanitario (mansioni, qualifiche, …) e revisionando le politiche ospedaliere e i protocolli per tentare una prima valutazione della struttura tecnica dell’ospedale, in modo che nel prossimo futuro sia in grado di poter affrontare con una risposta di qualità l’emergenza Ebola. Tutte queste iniziative sono svolte in vista della riapertura dell’ospedale al pubblico. Allo stato attuale, solo la parte chirurgica è in funzionale con un numero minimo di personale.
Per quanto riguarda il progetto di creare un centro diagnostico, il progetto è stato affidato al dottor Vittorio Colizzi, MD, PhD, professore di Immunologia, Direttore della Cattedra UNESCO di Biotecnologie all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e al presidente del Gruppo Biotecnologie Tor Vergata Science Park europea (Eurobiopark). Il primo incontro si è già svolto alla casa generalizia dei Camilliani (alla Maddalena) il 28 ottobre u.s.
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Per le foto ringraziamo Anita Ennis, vice presidente della Famiglia Camilliana Laica e di p.Aris Miranda
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