La formazione non ha solo il compito di accompagnare i candidati a completare il processo formativo, quanto piuttosto quello di sostenerne l’identificazione con il carisma proprio e la capacità di perseveranza di fronte a qualsiasi avvenimento della vita. La formazione nel suo insieme può e deve diventare la spina dorsale delle attività delle Province e Delegazioni, stimolate a guardare verso il futuro con un sano realismo.
Certo dell’importanza di questo ministero, non meno significativo degli altri ministeri che concorrono a realizzare il “proprio” del carisma, l’Ordine si è recentemente dotato di un rinnovato strumento (Regolamento di Formazione – 2000) che indica le linee guida per la formazione.
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Formazione accademica
Nelle nostre case di formazione gli studi sono indirizzati al sapere per il servizio: saper di più per servire meglio. Infatti, a motivo del fatto che il ministero camilliano espone i religiosi ad entrare nel cuore della umanità, in quell’area di dubbi e di drammi che è la malattia e la morte, la scelta dei corsi accademici si orienta «con preferenza per quelle discipline che sono di maggiore utilità per l’esercizio del ministero nel mondo sanitario» (RF 91).
Formazione globale di qualità
Consapevole delle grandi sfide del complesso e delicato mondo della salute, la formazione globale abilita il religioso a porsi in maniera positiva e creativa di fronte alla società ed alla Chiesa. Durante il percorso della propria vita, il religioso è aiutato, «attraverso la formazione iniziale e quella permanente, a tenere presente la prospettiva del carisma, incarnando progressivamente il messaggio della carità misericordiosa verso gli infermi» (RF 9).
Formazione spirituale con i piedi nella realtà
La formazione deve trovare un giusto equilibrio tra la dimensione orizzontale del ministero e quella verticale della contemplazione. La sfida nella formazione è di orientare i giovani, aiutandoli a mantenere i piedi per terra.
L’esperienza di Dio, affinché sia autentica, deve manifestarsi nella vita comunitaria, nel servizio ai fratelli infermi, facendo pratica del nostro carisma.
Nella loro attività di formazione, i formatori «imitano San Camillo che… infondeva un tale spirito di carità, o meglio di santità nel ministero dei suoi figli e discendenti spirituali, che elevava questo compito a una nuova altezza spirituale» (RF 10).
Formazione alla povertà, espressione della solidarietà e della libertà
Nel progetto formativo vi è impegno per creare modalità di coinvolgimento dei candidati nelle questioni economiche, nelle responsabilità quotidiane proprie di ogni casa e, talvolta, nel mondo del lavoro. Questo fa sì che il giovane si abitui alla sobrietà e alla responsabilità, in contrasto a un paternalismo creatore di una mentalità infantile riguardo alla vita. Frutto di questa formazione è la capacità di«stare accanto ai più deboli, a farsi solidali con i loro sforzi per l’instaurazione di una società più giusta… e promuovere la scelta preferenziale per i poveri» (RF 65).
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