Roma, 7-11 aprile 2015
Il primo Congresso Internazionale dei formatori e delle formatrici per la Vita Consacrata, organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica nell’anno che papa Francesco sta dedicando ai religiosi, celebrato a Roma dal 7 al 11 aprile 2015, ha visto la partecipazione di circa 1300 formatori e formatrici in rappresentanza di 418 Istituti religiosi e Società di Vita Apostolica di diritto pontificio, provenienti da 106 paesi.
Hanno partecipato sette formatori del nostro Ordine, provenienti da India, Burkina Faso, Brasile, Italia, Austria ed Argentina, coordinati da padre Laurent Zoungrana, Vicario Generale e consultore per la formazione.
Il Congresso, dal titolo Vivere in Cristo secondo la forma di vita del Vangelo (cfr. Decreto del Concilio Vat. II sul rinnovamento della vita religiosa, Perfectae caritatis, 2) ha avuto come obbiettivo il coinvolgimento dei formatori e delle formatrici per una più serena comprensione della loro missione accanto ai loro formandi e insieme a loro trovare nuove vie metodologiche di discernimento più adatte alla realtà della spiritualità e della pedagogia del mondo religioso di oggi.
Si sono succeduti diversi relatori che hanno animato la Lectio divina quotidiana, le relazioni sui diversi temi ritenuti importanti, la moderazione dei lavori nei laboratori. Hanno evidenziato ai partecipanti che la loro prima missione è stare accanto ai formandi ed aiutarli con la loro stessa testimonianza di consacrati in cammino, formando se stessi, ispirandosi ai sentimenti di Cristo.
I formandi non sono una proprietà dei formatori ma sono delle libertà affidate alla loro cura nella loro personale risposta alla chiamata di Cristo. I formatori e le formatrici vivono accanto ai formandi per mediare il processo di maturazione della risposta alla chiamata e in equipe verificare i requisiti per una consacrazione definitiva.
Nel contesto del mondo di oggi tante sono le difficoltà che incontrano i formatori e le formatrici nell’adempimento della loro missione strategica per il futuro dei nostri Istituti religiosi e quindi tante sono le sfide.
Le più urgenti sono: la qualità della formazione legata alla scarsità delle vocazioni; coltivare una solida spiritualità; educare ad una sana affettività in grado di vivere le esigenze del voto di castità; implementare la visione per una vera antropologia cristiana; gestire il conflitto intergenerazionale e quello dell’interculturalità; imparare le nuove tecnologie di comunicazione; perseverare nella formazione permanente degli stessi formatori e formatrici.
Per una formazione integrale nel contesto attuale, sono da prendere in debita considerazione diverse mediazioni: la vita concreta; l’accompagnamento del formando (al formatore si chiede non di essere perfetto ma autentico e sincero); la passione da infondere nel formando per la bellezza della vita del Cristo; la passione per lo studio; la missione pastorale senza cadere nel pastoralismo; la fraternità formativa; la santa liturgia; il grande amore per le persone che in discernimento che ci sono affidate; la piena sintonia con il Magistero della Chiesa.
Da tutto ciò si evince l’importanza capillare della formazione dei formatori e delle formatrici nelle diverse discipline in vista di una formazione integrale dei formandi.
p. Armand Assavedo
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