È una cappella volutamente molto sobria per dare maggiore evidenza alla venerata immagine della Madonna col Bambino (Salus Infirmorum), incoronata dal capitolo vaticano nel 1668 e nuovamente nel 1868, dopo che la dispersione dei beni ecclesiastici da parte di Napoleone comportò lo smarrimento delle antiche corone. L’immagine, un tempo collocata sull’altare maggiore, è un dipinto su tela, copia di ignoto pittore cinquecentesco da modello più antico, che ebbe molti proprietari, tra cui forse Papa Pio V e che fu donato alla chiesa da Settimia de’ Nobili nel 1614.
La Cappella della Madonna della Salute risale invece al 1718, dal disegno dell’architetto romano Francesco Ferruzzi, realizzato in seguito da Giuseppe e Giovan Battista Luraghi. Gli inserti decorativi nella lunetta sopra il dipinto della Madonna, con gli Angeli in volo che reggono la Corona e i festoni ai lati della cornice con la colomba dello Spirito Santo, sono attribuiti a Giuseppe Ghezzi (1759). Lo stemma qui rappresentato ricorda che la cappella è giuspatronato dei marchesi Simonetti.
Proseguendo oltre la Cappella della Madonna della Salute troviamo un’altra nicchia che ospita la scultura in stucco raffigurante la Virtù dolente (Lacrimabilis) attribuita a Paolo Morelli.
La figura appare immersa in un intenso e silenzioso sentimento di contrizione per i peccati dovuti alle debolezze umane.
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