Benedetto XVI – Ultime conversazioni

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CAPITOLO 6 STUDENTE, CAPPELLANO, DOCENTE

Il 3 gennaio 1946 lei iniziò gli studi alla Scuola superiore di Fi­losofia e Teologia di Frisinga. Ci andô in treno, con suo fratello Ge­org e un altro ragazzo di Traunstein, Rupert Berger. Che cosa ave­va nel bagaglio?

(Ride.) Naturalmente della biancheria, e quel poco che serve per vivere. Forse anche un altro abito e un paio di li­bri, ma molto pochi perché non ne avevamo.

(…omissis…)

Più tardi nella sua vita lei si è poi sempre ritirato a ferre gli eser­cizi spirituali in un convento, per esempio in quello benedettino di Scheyern. Quali esercizi ha apprezzato in modo particolare?

I primi esercizi, nel 1946, furono particolarmente emozio­nanti. Poi naturalmente mi hanno toccato nel profondo del- l’anima quelli che hanno preceduto la nostra ordinazione diaconale e sacerdotale — ci siamo riuniti ancora una volta a pregare in vista di quell’importante momento — perché ab­biamo ripercorso il nostro cammino interiore e, in profondo raccoglimento, ci siamo domandati ancora una volta: sono degno, sono capace? Per me fu molto, molto commovente.

Dopo l’ordinazione sacerdotale dovevamo partecipare ogni anno a tre giorni di esercizi obbligatori. Mi sono rimasti impressi nella memoria quelli di un certo padre Swoboda, un camilliano viennese — uno dell’ordine fondato da san Camil­lo de Lellis che predicô gli esercizi con freschezza, forza e decisione, ma anche con grande competenza. E poi li abbiamo fatti anche con Hugo Rahner [il fratello del teologo Karl, n.d.r.]. (p. 77)

** Retro copertina:

«Non ho mai percepito il potere
come una posizione di forza,
ma sempre come responsabilità,
come un compito pesante e gravoso.
Un compito che costringe ogni giorno
a chiedersi: ne sono stato all’altezza?»

** fascetta sovra-copertina:

IL TESTAMENTO SPIRITUALE

«Benedetto XVI è un uomo che impersona la santità,
un uomo di pace, un uomo di Dio.»

Papa Francesco

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