Beata Maria Domenica Brun Barbantini – Biografia

La donazione ai malati

Due storie d’amore spezzate tragicamente e prematuramente. Ci si potrebbe attendere una reazione disperata, di ribellione verso la crudeltà del destino, perfino verso Dio…  Maria Domenica non cade in questa terribile tentazione e incanala il fiume d’amore che sta dentro il suo 90321Canimo verso Dio “incarnato” nei poveri che incontra. D’ora in poi, il suo cuore brucerà d’amore, di tenerezza e di cure per i malati poveri e soli, per gli abbandonati, per i morenti.

Maria Domenica obbedisce al suo cuore. Dal momento del suo radicale cambiamento esistenziale, Gesù e i malati diventano vita della sua vita, con una dedizione senza sconti. È “il buon Samaritano” che non si cura di sé ma soltanto di chi ha bisogno di lui, vincendo ogni ripugnanza ed ogni rispetto umano.

È il semplice “carisma” che un giorno trasmetterà alle giovani donne che la seguiranno su questa strada di amore senza misure. Dovranno superare ripugnanze, cercare Dio nelle case dei poveri, spesso più maleodoranti di stalle, sui loro corpi devastati da piaghe ed ulcerazioni. «È dove l’aria è contaminata dal puzzo, dove ogni sorta di insetti è la sola compagnia dello sfortunato sofferente, è lì, io dico, dove Dio spesso vuole essere trovato e servito…».

LE MINISTRE DEGLI INFERMI

A mano a mano che il tempo passa, Maria Domenica si accorge di non poter affrontare da sola il mondo dei malati, che le appare sempre più vasto. Comincia così a pensare ad una nuova forma di assistenza che abbracci il campo della carità. Come lei stessa scrive nel 1817, esisteva già in Lucca una piccola congregazione di religiose che aveva per scopo di assistere i malati non accettati negli ospedali e le famiglie cadute in miseria che non avevano il coraggio di portare all’ospedale i propri cari.

Le sue capacità organizzative e la sua intelligenza pratica, le fanno formare un gruppo di donne, ispirate evangelicamente, che si dedicano alla cura dei malati poveri. Un piccolo gruppo per uno scopo enorme: ma, in fondo, tutte le grandi opere di carità cominciano così! E quel piccolo gruppo è anche la forte radice da cui un giorno nasceranno le Ministre degli Infermi.

È il 1819: è nata la “Pia Unione delle Sorelle della Carità”,  immediatamente posta sotto l’alto patronato di Nostra Signore dei Dolori. L’arcivescovo Sardi approva ufficialmente la “Pia Unione” per la quale un altro santo sacerdote, Monsignor Del Prete, confessore e padre spirituale di Maria Domenica, scrive alcune “regole”.

La vita della Brun Barbantini sta per avere una nuova svolta. Monsignor Del Prete le affida due donne, molto devote, che vogliono «lasciare il mondo» per vivere insieme, in comunità, «dedicandosi alla preghiera e all’apostolato». Ovviamente avevano bisogno di una dimora dove abitare abitare. Del Prete ne parla a Maria Domenica e le chiede di «cooperare alla gloria di Dio» acquistando la casa dove le due “postulanti” avrebbero potuto vivere.

È anche questo l’inizio di una nuova opera: la fondazione delle Oblate di S. Francesco di Sales.

Fondazione del Monastero della Visitazione a Lucca

La ricchezza delle doti umane e spirituali della giovane vedova Barbantini, tra cui intelligenza, creatività, coraggio e intraprendenza, non sfuggono sicuramente all’attenzione dell’Arcivescovo e del clero della sua città. Dopo le due prime “fondazioni”, infatti, le affidano il compito di stabilire in Lucca un “Monastero della Visitazione” per l’educazione della gioventù.

Maria Domenica, docile alla voce dei pastori e sensibile alle istanze della Chiesa, accetta l’impegno con generosità e determinazione.

Il suo amore per il Signore la rende ancora una volta capace di affrontare ogni difficoltà. Dopo circa sei anni intensi di lavoro irto di ostacoli, riesce nell’intento di dare alla città di Lucca il monastero desiderato, ancor oggi esistente e ricco di vitalità spirituale e apostolica.