Il mondo in cui si trova ad operare Camillo e la sua Compagnia
Camillo si trova ad operare nella seconda metà del 1500, età delle grandi riforme dei movimenti culturali dell’Umanesimo e del Rinascimento, che determinarono, insieme ad un sensibile progresso nel campo scientifico, artistico, storico ed altro, una profonda crisi spirituale e morale.
Si è nel momento in cui si sviluppa l’individualismo e il soggettivismo. L’uomo si costituisce sopra e contro la comunità, con una morale indipendente, e un culto personale diretto; l’individuo-uomo viene posto al centro dell’universo ed assume il suo valore non per ciò che è, ma per ciò che produce, per il suo valore materiale anziché spirituale. E’ fuor di dubbio che in un tale clima, che dà sempre più importanza alle cose temporali, il malato, il povero e il bisognoso, rappresentano un ostacolo per la società, un qualche cosa senza alcun valore, da tenere ai margini. Come dirà San Camillo ai suoi primi confratelli: “La cura per le cose temporali, impedisce lo spirito di carità verso il prossimo”.
Molti ordini religiosi ospedalieri antichi si erano lasciati sopraffare da questo clima, dando priorità ai beni materiali percependo commende, priorati e altri benefici economici.
In questo clima nasce la riforma cattolica, che trova la massima espressione con il concilio di Trento del 1545, che si manifesta con l’azione di rinnovamento interiore ed esteriore , ad opera dei Santi e fedeli, che con la preghiera e con l’azione davano l’esempio di vita cristiana.
Nascono nuove fondazioni che prendono il nome di Chierici Regolari, col proposito di collocarsi il più vicino possibile al clero secolare , bisognoso soprattutto di riforma, conservandone l’abito e condividendone la vita di apostolato a contatto dei fedeli, ma non limitandosi, come in passato, solo ad isolarsi con la pratica della povertà dei mendicanti, ma
impegnandosi nel silenzio della preghiera, a rivolgere l’attenzione ad una precisa e importante attività caritativo-sociale.
In questo clima riformato, ricco di spirito vivificatore, si inserirà la fondazione di San Camillo de Lellis con i Chierici Regolari, Ministri degli Infermi.
Circondato di uomini di sua fiducia che coltivavano i suoi stessi sentimenti di carità nel servire gli infermi, si costituì riformatore dell’assistenza ai malati.
Camillo e la sua Compagnia prestavano servizio presso gli ospedali San Giacomo prima, Santo Spirito poi, ma portavano il loro conforto andando per le strade e nelle case di Roma a rintracciare i malati abbandonati al loro fatale destino.
Da Compagnia a Ordine
Quando Padre Camillo desiderò che la sua Compagnia prendesse forma di fondazione di Chierici Regolari Ministri degli Infermi, tutte quelle gelosie e timori rimasti sopiti fino a quel momento, da parte degli amministratori degli ospedali frequentati dalla Compagnia, si scatenarono.
La Chiesa aveva sempre avuto, e aveva, Ordini religiosi ospedalieri composti da laici, monaci e frati non sacerdoti, nei quali mentre gli ordinati in sacris badavano a governare e amministrare gli ospedali, occupandosi ben poco di servire gli infermi, questa attività era riservata ai laici facenti parte degli ordini stessi. Risultava, quindi, di difficile comprensione e accettazione l’affidamento della cura dei malati a dei Chierici Regolari e non a dei laici come era consuetudine.
Camillo, infatti chiedeva che i suoi Ministri degli Infermi assumessero la dignità di Chierici Regolari al pari degli Ordini allora esistenti, quali i Gesuiti, i Teatini, i Barnabiti ed altri, cioè sacerdoti obbligati a vita comune e ad una attività apostolica, cosa ben diversa da quanto fino ad allora erano stati, cioè una Compagnia di laici infermieri, la cui esistenza non aveva mai creato opposizioni di sorta.
Agli ostacoli che vennero posti a Camillo, tra i quali quello di volersi impadronire dell’amministrazione degli ospedali attraverso la cura interessata dei malati, il Nostro rispose con una dura battaglia e ostinazione nel portare avanti il suo intento attraverso la pratica carità. Con le armi dell’amore verso il prossimo e l’indifeso, nonché il rifiuto di una società che aveva ceduto il passo al delirio dei sensi, al denaro, alla mercificazione del proprio corpo, Camillo vinse la sua battaglia
Per non incorrere poi in un tale peccato veniale, che in precedenza aveva coinvolto tanti Ordini Religiosi ospedalieri, divenuti più interessati ai beni materiali che non al bene dei poveri e dei malati, Camillo obbligò sé e i suoi con voto, a non accettare, allora come in futuro, la direzione o il governo e l’amministrazione di ospedali ecclesiastici, civili o laici che fossero, “per consacrarsi interamente e con maggior purità d’animo e vivo affetto all’assistenza dei malati”.
Coerente con i suoi principi, mise in pratica tutti suoi propositi e l’assistenza spirituale oltre che materiale ai malati, guidata dall’altissimo ideale di carità, divenne il suo cavallo di battaglia, che fece breccia nel cuore dell’amministrazione ecclesiastica. Finalmente la sua Compagnia fu elevata ad Ordine di Chierici Regolari- Ministri degli Infermi da Papa Gregorio XIV con la Bolla di Fondazione “Illius qui pro gregis” del 21 settembre 1591.
La storia dell’Ordine nasce in questo istante e da lì procede in una azione di riforma, sempre in atto, che assicura a Camillo de Lellis e alla sua Fondazione di Ministri degli Infermi, vita perenne.
Scarica qui la Bolla “Illus qui pro gregis” in formato PDF nella versione italiana
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