«È stato la nostra spina nel fianco»
Il ricordo pronunciato da Padre Anthony Frank Monks
ai funerali di Fratel Ettore
Offro le mie condoglianze, e quelle di tutto l’Ordine camilliano ai famigliari di fratel Ettore e ai confratelli della Provincia lombardo-veneta. Avete perso un gigante della carità, e anche una parte della “vostra coscienza”.
Ringrazio i medici e gli infermieri che hanno curato il confratello con grande professionalità, pazienza e cuore durante questi mesi.
Mi considero fortunato di avere conosciuto fratel Ettore abbastanza bene, ormai da quindici anni. Non veniva mai a Roma senza passare per la Casa Generalizia perché era la casa del fondatore a cui lui era affezionato con l’amore di un vero figlio, e perciò lui si trovava totalmente a suo agio lì.
Sapeva che tutti noi gli volevamo bene, ma forse non era consapevole di come ci sfidava senza dire una parola di rimprovero. Ettore era una di quelle poche persone che incontriamo lungo la strada della vita che lasciano un impronta su tutti quelli che sono privilegiati di conoscerle. Suscitava reazioni sia negative che positive, perché l’uomo di Dio non è sempre capito o amato da tutti. Non era sempre facile comprendere il pensiero di Ettore perché i santi non pensano sempre a modo nostro. E quasi tutti loro sono un pochino testardi, perché non pensano a se stessi e perciò non hanno niente da perdere.
Ero consapevole di essere alla presenza di qualcuno diverso, sempre toccato dalla sua determinazione, dall’entusiasmo, dall’enorme fiducia nella Provvidenza. Il suo stile di vita, radicato in Cristo, nell’Eucarestia, con quella profonda fiducia nella protezione della Madonna e San Camillo, assicurava che la mia coscienza non poteva rimanere troppo tranquilla quando lui era intorno. Era una spina nel fianco per noi, una spina di cui avevamo bisogno. Viveva nella dimensione dello Spirito. Per lui tutto era Provvidenza. Dio era in tutto. Non poteva parlare senza fare riferimento a Dio che era l’aria stessa che respirava. L’unico vangelo che conosceva era quello radicale.
Ma la sua spiritualità era profondamente camilliana. I suoi piedi erano sempre a terra. Le mani sempre nella pasta. Lui era capace di guardare intorno con consapevolezza dei bisogni degli altri. Era molto consapevole della povertà e miseria intorno a lui e invece di lamentarsi troppo cercava di fare qualcosa per alleviare e cambiare il modo in cui i poveri e gli abbandonati erano curati. È diventato il protettore e il portavoce dei poveri. Quando veniva alla Maddalena aveva quasi sempre dei poveri con sé, “raccolti” lungo la strada fra la stazione e la nostra casa. Lui dava loro del cibo, un letto, dei vestiti, delle medicine, ma più di tutto gli dava il gran dono dell’amore. Lui era il vangelo radicale di Cristo in azione.
Questi ultimi mesi sono stati difficili per lui. La sua sofferenza era abbastanza atroce, ma l’ha offerta di cuore per il bene dell’Ordine, per la pace nel mondo e la salvezza delle anime. Forse la più grande sofferenza in questi mesi è stata di non poter più andare a Seveso dai suoi amici, i poveri ospitati là.
Ho tanti ricordi di Ettore ma quello inchiodato nella mia mente è di un uomo dai capelli grigi che portava la sua croce rossa sul petto con orgoglio, quella croce segno della speranza e dell’amore datici da San Camillo. Quando penso a lui vedo un uomo affiancato sempre dai più poveri abbandonati e con la statua della Madonna mai troppo lontana da dove stava.
E il lavoro di Ettore? Continuerà? Deve continuare. Lui parlava con grande entusiasmo dei suoi volontari, di Sabatino, di Enrica di beata memoria e di tutti i volontari di oggi. Suor Teresa sta dando la vita per questo lavoro, affiancata dalla buona gente dell’Associazione che amministra tutte le opere. Noi Camilliani siamo orgogliosi del lavoro di Ettore, reso possibile dalla collaborazione di tanti amici, volontari e benefattori, e vogliamo fare tutto ciò che è necessario per tener viva questa bellissima fiamma della carità accesa dal nostro confratello. Siamo in modo particolare grati alla diocesi di Milano, prima nella persona del Cardinal Martini e poi del Cardinale Dionigi Tettamanzi così anche verso le autorità civili di Milano e Seveso e la Regione Lombardia per il loro appoggio, sostegno e comprensione nella realizzazione del ministero di Ettore.
Che il carissimo confratello Ettore possa riposare in pace con il Dio che lui ha servito così bene.
Anthony Frank Monks
Superiore Generale emerito dei Camilliani
Suor Teresa racconta fratel Ettore
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