Aprire gli occhi sull’oggi: salute e vita piena per l’essere umano

INTRODUZIONE, IL PROBLEMA

Come gruppo dei consacrati medici, viviamo presenti e attivi sulle due sponde della realtà: quella della fede e quella della scienza, entrambi necessarie per vivere e affrontare in modo appropriato le complesse sfide del nostro tempo.

Se chi sta leggendo questo articolo “crede” come “ricercatore della verità” (sia quella di Cristo, via verità e vita, sia quella della scienza autentica), ed è interessato ad affrontare il futuro che viene sia con la forza della fede che con le scoperte della scienza (in particolare della scienza della salute), questo articolo è per lui.

Una sola premessa prima di condividere le nostre riflessioni. Per cercare la verità non bisogna appartenere a nessun polo in opposizione ad un altro. Questa è una trappola (chiamata dualismo) che impedisce di vedere la realtà completa e mostra solo un aspetto di essa, inoltre il partitismo ingabbia in un processo di distruzione del polo opposto e alimenta la violenza. Il metodo corretto di ricerca della verità è invece quello propositivo in cui c’è armonia tra fede e scienza, essendoci per tutte e due la stessa verità di partenza e di arrivo (cf. Giovanni Paolo II, Fides et ratio, cf. A. Zichichi).

La vita è fragile a livello individuale, familiare, lavorativo, ecclesiale, sociale e internazionale. È inutile dare statistiche di quanto aumentino ogni anno le malattie sia fisiche che psico-spirituali a livello nazionale e mondiale. I problemi etici che violano la dignità della persona sono giganti ed hanno avuto necessità di una dichiarazione del Papa (Dignitas infinita, 2/4/24). Tutti conoscono l’inverno demografico che stiamo vivendo (gli anziani soli e malati, il problema pensionistico in occidente e la diminuzione delle nascite), e di quei pochi giovani che abbiamo in Italia, il 50%, generalmente professionisti, lasciano la propria patria. È inutile anche parlare della voluta e provocata crisi della famiglia, della Chiesa, delle imprese e dei rapporti politici e militari internazionali, per non dimenticare la crisi della cultura iper-moderna (già da 30 anni abbiamo lasciato la post-moderna) e l’uomo che ne sta nascendo (la generazione alfa, dei nati dopo il 2010) è incapace di vivere, di lottare e di morire (cf. Gille Lipovetsky). Tutto ciò è amplificato da telegiornali e documentari, libri, film, video youtube, ma soprattutto dalle reti sociali più usate, e si usa per accrescere oggi l’ansia, le preoccupazioni, le insicurezze di ogni tipo sul nostro futuro e un clima aggressivo e con bisogno di mille compensazioni. Una persona che vive una crisi culturale di questo tipo e non può né fuggire da essa né affrontarla e risolverla (fight or flight) si ammala (per distress o burn out a vari livelli (PNEI: psico-neuro-endocrino-immunitario) in quell’impotenza provocata da quel tipo di notizie. Non si può vivere di paure che qualcosa di brutto succederà o stia già accadendo… Questa strategia quotidiana (pensiamo a come fu usata nel periodo Covid) paralizza intere popolazioni e favorisce totalitarismi o “idee a senso unico” che sempre stanno in agguato ed hanno fatto tanto danno in passato.

Ciò che invece, a nostro avviso, è molto utile per il fight or flight è la vigilanza sulle cause più profonde di tali fenomeni di crisi e sulle possibili misure di azione personali e comunitarie. Cerchiamole insieme con la fede e la scienza insieme. 

CAUSE PROFONDE

Le malattie hanno cause interne (fisiche, biochimiche, infettive, anatomiche e genetiche) trattate con farmaci e chirurgia e cause esterne che sono la contaminazione dell’ambiente, comportamenti non salutari, prevenzioni non attuate in tempo. Ma le principali cause esterne delle malattie sia organiche che psico-spirituali sono due: i traumi mal gestiti e la cattiva educazione sanitaria nel senso di mancata educazione alla salute, ovvero mancanza (spesso) della formazione/informazione istituzionale dei singoli sulle misure preventive (famiglie, scuole, servizi medici, associazioni …) e una mancata sana gestione della propria salute (misura preventiva che dovrebbe essere la autogestione della salute del singolo). Inoltre, esiste il problema delle dipendenze/vizi, che rimanda/rimandano ad un problema di mancata esperienza del saper vivere liberi veramente. Il problema dell´aumento della violenza e della aggressività, a partire già dalla  prima infanzia con le nuove nomenclature nella Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (nelle sue manifestazioni di impulsività, agitazione, sbalzi d’umore, impazienza, difficoltà di intrattenere relazioni interpersonali), oppure nell´autolesionismo adolescenziale con tagli alle braccia o sul corpo, oppure i casi di suicidi e omicidi che affollano sempre più i nostri telegiornali, quotidiani o notiziari su internet… sono espressioni di un malessere crescente che viene spesso “tamponato” quando già è fondamentalmente esploso.

Agendo sulla pedagogia sanitaria, secondo l’OMS, si ridurrebbe del 50% la morbilità di un paese (cf. Maria Teresa Cairo); anche la sociologia sanitaria ha molto da dire sulla prevenzione oggi; con l’intelligenza emozionale e spirituale, conoscendo il trattamento multidisciplinare della sindrome post-traumatica a breve e a lungo termine si ridurrebbero moltissimi problemi fisici, mentali e sociali (cf. Bessell van der Kolk l’ha dimostrato).

Allora nascono le domande:

  • Perché gli investimenti sanitari sono solo in politiche sanitarie che riguardano posti letto, nuove strutture sanitarie, centralizzate o decentralizzate, in operatori sanitari, in nuove tecnologie e ricerca in nuovi farmaci?
  • Perché viene promosso un sistema sanitario (biomedico) che ha aumentato la età media della popolazione, ma l’ha trasformata in una popolazione sempre più malata con una spesa sanitaria in crescita e insostenibile da parte dei governi?
  • Mentre su prevenzione (interdisciplinare e sistematica), sulla “integrative medicine” (integrare la medicina complementare all’ufficiale), sulla pedagogia e sociologia sanitaria, sulla Chiesa comunità sanante (l’umanizzazione, la pastorale della salute e pastorale terapeutica) non c’è nessun investimento e nessuna credibilità?
  • Perché su queste realtà appena citate aumenta il discredito, come ciarlatane, solo perché non scientifiche-galileiane? Possibile che dobbiamo fermarci a Galileo e non possiamo avanzare verso il futuro (cf. K. Popper)?

Il volontariato sanitario cattolico è stato in gran parte sostituito da un milione di ONG (oggi ETS enti del terzo settore), per non parlare delle immense organizzazioni governative legate alla salute, con un giro inimmaginabile di denaro e movimento di persone nell’ambito delle necessità umane; non dovrebbero esserci più bisognosi di nessun tipo… e invece? Cos’è che non va? Crediamo che Gesù ci direbbe che abbiamo mescolato alla sanità: mammona (dio denaro) e il mondo (i poteri della terra “sono miei e li do a chi voglio”). Cosa manca per guarire?

GUARIGIONE, PERSONALE E COMUNITARIA

Terza ed ultima parte, come guarire? come affrontare un sistema sanitario così riduzionistico e molto mercificato, chiuso a paradigmi che non siano materiali e biologisti? Le offerte di salute che ci vengono dall’accademia (università) sono in mano alla tecno-scienza di tipo positivista (EBM, la medicina basata sulle evidenze), aperta all’oggetto (problemi materiali) e alla sperimentazione classica (quantitativa), ma ancora relativamente chiusa alla fisica quantistica (macchine diagnostiche e terapeutiche di biorisonanza), chiusa alle medicine complementari e alternative (più di 300), alla psicosomatica, alla PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia), completamente chiusa e altezzosa verso la medicina del soggetto (narrativa, antropologica, simbolica, spirituale, umanizzata, medical humanities, artistico-culturale), e ancora più chiusa e sprezzante verso ciò che vuole introdurre il trascendente nella medicina (la guarigione spirituale, la teologia terapeutica, la pastorale della salute, i ministeri di guarigione della Chiesa, la Chiesa comunità sanante).

  • Perché di fronte al fenomeno pandemico si sono screditate e violentemente soppresse tante proposte alternative di terapie per appoggiare solo e unicamente la risposta terapeutica vaccinale?
  • Perché si è appoggiata questa risposta a oltranza, nonostante gli effetti collaterali e mortali dimostrati al momento e confermati oggi (cf. Astrazeneca che ritira il suo vaccino a maggio 2024)?
  • Perché i testi sulle bugie della scienza (Cf. Federico di Trocchio) o gli inganni delle case farmaceutiche (cf. Ben Goldacre), gli errori medici, gli eretici della scienza, sono tutti temi insabbiati per mantenere alto il mito (!!!) della scienza? O meglio, si sta difendendo un’idolatria: lo scientificismo?

Ecco allora chiarirsi un possibile cammino come “persone” oggi verso la prevenzione e la nostra guarigione (fisica, mentale e spirituale): educazione integrale (cf. Claudio Naranjo); spiritualità profonda integrata ad un’autentica religiosità mariana, cristocentrica e trinitaria; lavorare sui traumi individuali e collettivi con la multidisciplina (cf. Bessel van der Kolk). Non c’è la ricetta magica, l’elisir di lunga vita o la panacea per tutti i mali, ma un lavoro di ricerca e su sè stessi che pochi amano fare. Un appoggio per affrontare questo processo di guarigione della “persona” è la comunità. Insieme è sempre più facile che da soli. Chiesa comunità sanante è un bellissimo progetto della pastorale della salute (cf. Luciano Sandrin) sulle orme di Cristo medico (cf. Angelo Brusco, Bernard Tyrrell) dove una comunità fatta da piccoli gruppi preparati e attivi nella guarigione integrale della persona che impara a guarire sé stessa, gli altri e il contesto (cf. www.integralisvita.com) diffondono questo stile di vita sana, salutare e salvifica.

Il fine, infatti, non è guarire per guarire, ma, attraverso un paradigma di salute-salvezza, riuscire ad aprirsi di più alla grazia dello Spirito Santo, vivere di fede, speranza e carità, convertirsi ad essere più liberi, più capaci di amare e cercare la verità, più felici e “figli della luce”, più costruttori del Regno di Dio, dove domina in pienezza la Volontà di Dio. In una parola: essere più “persone” e meno “cose” o “inforgs”. La medicina di oggi non va in questa direzione e neanche chi la segue.

CONCLUSIONE PARZIALE

La panoramica esposta non è certamente delle più rassicuranti. Mentre la biomedicina e la tecnica vanno sempre più avanti, l’economia e la finanza non sembrano seguire le esigenze di una richiesta mondiale sempre più pressante e necessaria di “vita in pienezza e salute”; ma soprattutto nel cambio continuo dei punti di riferimento sembra non esserci una salute rispettata nella sua integrità.

È come se l’essere umano, fatto di spirito (anima), mente (psiche) e corpo, venga frammentato in pezzi da curare (la stessa frammentazione delle scuole specialistiche mediche e chirurgiche), in rimborsi a prestazione singola (frammentazione economica del valore della salute e del valore della persona umana), in politiche sanitarie atte a tamponare problemi emersi, senza spesso una politica preventiva e di svolta alle spalle.

Sembrano essere rimasta ancora una domanda:

Dove è rimasta la cura integrale dell’essere umano? Consegna di un’arte antica che nel tempo è come fosse stata dimenticata …

p. Pietro Magliozzi MI