In occasione della canonizzazione della Beata Giuseppina Vannini, che si terrà a Roma il 13 ottobre 2019, ripercorriamo le tappe della sua vita, dalla sua vocazione alla ideazione e realizzazione, insieme a al Beato Luigi Tezza, della Congregazione delle “Figlie di San Camillo.
di p. Felice Ruffini
Fragile giovane Donna, Giuditta Vannini si ritrovò dopo anni di «Conservatorio Torlonia» diplomata Maestra, ma combattuta fortemente sulla via della vita da scegliere. Esperienze varie in Congregazioni Religiose, dedicate alla Carità Infermieristica, non le avevano assicurato essere quella quello che Dio voleva da Lei.
Orfana di padre e madre, con un fratello e una sorella, era stata accolta sul finire del 1866 a 7 anni nel “Conservatorio Torlonia” alla Salita S. Onofrio in Roma, gestione e formazione delle Orfanelle affidate alle “Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli”.
«A 13 anni, – 19 marzo 1873 -, riceve i sacramenti della Cresima e Prima Comunione. Da questo momento percepisce distinta la chiamata allo stato religioso. Nessuno, in seguito, riuscirà a distaccare la pia giovane da quell’ideale, neppure il fratello Augusto che, in momenti critici della loro comune esperienza, cercherà con gli argomenti del cuore d’immettere nella propria sfera familiare la sorella per sottrarla alla solitudine e alla ventura.» (Informatio super Virtutibus, p.6)
«Nel 1875 è annoverata tra le Figlie di Maria Immacolata “. E’ allora una ragazza di carattere buono, mite, senza fiele e, alto stesso tempo, facile al comando, è riflessiva, attraente, gioviale, allegra, vivace, coinvolge le coetanee al bene, è costante, uguale, attaccata al lavoro, al dovere, attiva, fervorosa, pia, raccolta, delicata di coscienza; con una vena di malinconia.» (ibidem)
Un ennesimo tentativo di entrare nel Mistero Vocazionale fu l’occasione di un «Corso di Esercizi Spirituali» promosso e organizzato dalle “Suore del Cenacolo di Nostra Signora”, – che hanno come carisma di dedicarsi ai ritiri e agli esercizi spirituali, alla catechesi dei bambini e degli adulti e a tutte le forme di carità spirituale -, e che fino al 1929 avevano quale sede una parte del Palazzo della Famiglia Carpegna in Via della Stamperia 78 in Roma, al corso che annualmente offrivano alle signore e signorine di lingua francese in Roma, la giovane Giuditta, pratica della lingua su consiglio del suo direttore spirituale, Don Angelo Mondini dei “Preti della Missione”, senza indugio si associò al gruppo al Corso del Dicembre del 1891.
E qui ecco uno dei “Disegni di Dio” che prendono vita ed entrano nella Storia delle Anime, perché alla fine del ritiro, Giuditta la sera del 17 dicembre 1891 si presentò al confessionale del Padre Tezza, – chiamato a sostituire il Predicatore ordinario -, per esprimergli tutta la sua pena. Raccontò la sua vita, la sua storia, i suoi insuccessi vocazionali, e a un tempo, manifestava ardentemente il proposito di consacrarsi, senza ben saper discernere in quale congregazione. Il Padre l’ascoltò attentamente, e certamente ispirato da Dio, le confidò il suo progetto di istituire una Congregazione femminile, secondo lo spirito di San Camillo de Lellis. Se la sarebbe sentita lei di collaborare con lui per iniziare una tale opera?
Giuditta non disse subito “sì”, – fragile come era in quel momento e carica di delusioni e amarezze -, ma ascoltò attentamente, prese tempo, pregò e alla fine s’abbandonò all’ispirazione dello Spirito, dichiarandosi a disposizione per quel progetto. Fragile e delusa, ma non distrutta nella volontà, anzi quel tempo di prova l’aveva resa più “adamantina e coriacea”, e il Santo Confessore Tezza Luigi l’ho intuì subito.
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