Martedì 19 dicembre 2017, presso la comunità “Casa Betania delle Beatitudini”, a Seveso, periferia di Milano, Mons. Mario Del Pini, arcivescovo di Milano, ha presieduto la solenne liturgia di preghiera per l’apertura della causa di beatificazione e di canonizzazione del Servo di Dio, fratel Ettore Boschini (1928-2004), religioso camilliano.
Il momento ‘formale-giuridico-canonico’ dell’apertura dell’indagine diocesana sulla fama di santità di fr. Ettore è stato curato da Mons. Ennio Apeciti, delegato episcopale per le cause dei santi, da don Marco Gianola, promotore di giustizia, da don Simone Lucca, notaio ed attuario e dalla dott.ssa Consolini, postulatrice della causa.
La grande cappella dedicata alla Madonna di Fatima, edificata proprio da fratel Ettore, ha accolto le autorità civili del territorio, i parroci del decanato di Seveso con diversi rappresentanti delle loro comunità cristiane, molti religiosi confratelli camilliani, soprattutto della provincia camilliana nord italiana: siamo stati accolti con lo stile semplice e sincero di sorella Teresa Martino che prosegue l’opera voluta da fratel Ettore per l’accoglienza di persone povere, disagiate, socialmente escluse, … dei volontari della struttura e soprattutto delle persone che tra quelle mura spartane hanno trovato un riparo, del cibo, ma soprattutto l’esperienza di una ‘casa’ e di una ‘famiglia’…
Il sindaco della città di Seveso, porgendo il suo saluto di benvenuto ai presenti ha ricordato che la sua comunità è stata segnata nella storia recente da fatti dolorosi, quali l’avvelenamento da diossina (circa quarant’anni fa), che ha prodotto morte, sofferenza, inquinamento … e quindi tristezza e sfiducia: la presenza di fratel Ettore e della sua comunità di accoglienza “Casa Betania delle Beatitudini” ha contribuito a riorientare la sensibilità diffusa dei cittadini verso quei valori di umanità e di condivisione che rendono migliore ogni uomo ed ogni donna.
L’arcivescovo ha ricordato con grande chiarezza il senso del momento liturgico e canonico che abbiamo vissuto: l’apertura del ‘processo circa la vita, le virtù e la fama di santità in specie e i fatti straordinari in genere’ di fr. Ettore.
Perché, ancora oggi, si raccontano le storia dei santi?
Mentre ai bambini si raccontano delle storie per aiutarli a superare le loro paure ed agevolare il loro sonno e i loro sogni, agli adulti, la chiesa continua a ricordare le storie dei santi per il motivo opposto: per ‘svegliarli’, per scuoterli, per appassionarli a Dio e alle necessità degli uomini.
Fratel Ettore ci racconta la sua personale esperienza di Dio e dell’uomo bisognoso di attenzione e di cura; ci ricorda la ‘fattibilità’ del bene; ci sprona a declinare nella nostra quotidianità la sensibilità ed il pragmatismo del racconto esemplare del buon samaritano, come ha vissuto lo stesso san Camillo de Lellis.
La chiesa accende i riflettori su alcune figure di uomini e di donne (santi e beati) per ricordarci che il ‘bene è possibile’, che il ‘bene è fattibile’, che il ‘bene è alla portata di tutti’.
Fratel Ettore inoltre, con la sua biografia di cristiano consacrato camilliano ci ricorda anche il ‘segreto’ per poter alimentare la fiamma della carità, quando c’è il rischio che la fatica, le resistenze interiori ed esteriori affievoliscano lo slancio e la passione dell’amore e della carità: la preghiera, l’adorazione eucaristica, la devozione intensa, genuina e filiale verso la Vergine Maria. Quando la preoccupazione per le risorse e/o le strutture rischia di soffocare l’immediatezza dell’aiuto, quando i tempi lunghi rischino di soffocare la spontaneità dell’amore, la vita interiore, la vita spirituale possono continuamente riattivare un circuito di virtù ‘eroiche’ per un’autentica e franca testimonianza dell’amore di Dio per ‘ogni’ uomo e per ‘tutto’ l’uomo.
Preghiera per ottenere la beatificazione del Servo di Dio fratel Ettore Boschini
(con approvazione ecclesiastica del 23.02.2010)
Signore Gesù,
che hai detto ai tuoi discepoli:
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”,
tu, che hai suscitato tra noi fratel Ettore,
perché con il suo esempio di carità gioiosa
ci stimolasse ad imitare te,
Dio di carità e di pace,
donaci la sua stessa bontà,
la sua infaticabile disponibilità,
il suo costante stupore
nel contemplare il tuo volto,
il tuo quotidiano prenderti cura
di ognuno di noi
Fa’ che, come lui,
anche noi possiamo ricordare
che tu ci chiami “amici”,
per renderci capaci ogni giorno
di essere prossimi di ciascun uomo,
soprattutto se povero, malato, emarginato.
Fa’, o Signore, se così piace a te,
che fratel Ettore sia presto chiamato beato,
preghi per noi,
e ci ottenga la grazia che ti chiediamo con fede.
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