NEWSLETTER 30 PDF SPAGNOLO FRANCESE
LA DIMENSIONE PROFETICA DEL NOSTRO CARISMA NEL MONDO DELLA SALUTE
Incontro Internazionale dei Cappellani Camilliani
Roma, 4-6 novembre 2016
di p. Frank Monks
La maggior parte dei cappellani ospedalieri conosce il proprio lavoro e il modo migliore per svilupparlo. La maggior parte di noi sa che potremmo e dovremmo essere e fare molto meglio di quello che stiamo facendo e che possiamo sempre imparare arricchendoci di nuove intuizioni. Non si può certo insegnare ad essere un cappellano dell’ospedale, ma è certamente possibile essere aiutati per una maggiore efficacia del nostro servizio, grazie a una maggiore conoscenza di sé e ad una più profonda conoscenza delle scienze umane. Tuttavia, è importante non essere troppo assorbiti dal processo teorico per non perdere il contatto – il tocco – con lo stress e i traumi incontrati ‘faccia a faccia’ nel ministero in ospedale, in continuo cambiamento.
Credo che questi giorni vissuti insieme devono essere caratterizzati dalla condivisione onesta della realtà, delle difficoltà, delle sfide e di tutto quello che ci aiuta ad andare avanti. Spero di poter essere autentico in questa presentazione, riflettendo sulla mia vita e sulle mie motivazioni alla luce della realtà che vedo intorno a me in questo momento della storia dell’Ordine e della mia provincia religiosa, e sulla mia risposta personale a tutto questo.
Davanti a me, vedo cappellani provenienti dai quattro angoli del mondo e sono molto consapevole del fatto che la realtà del ministero della cappellania esercitato in Africa, Sud America o in Asia è lontano anni luce dallo stile con cui viene vissuto in Europa e Nord America. Sono sicuro che questo problema verrà a galla fortemente nei lavori di gruppo e forse anche in altre presentazioni. Quello che ci unisce tutti però, è il nostro carisma camilliano che deve essere la forza trainante per tutti noi nella ricerca di risposte alle sfide poste dai diversi ambienti culturali in cui operiamo. Il nostro carisma è una delle nostre principali fonti ‘immutabili’ di motivazione per fare quello che facciamo. La modalità attuativa con cui esprimiamo il carisma sarà in continua evoluzione a seconda della realtà che dobbiamo incontrare. I valori non cambiano mentre le strutture devono cambiare: il carisma è uno dei nostri valori centrali.
Io sono chiamato ad essere profetico nella quotidianità della storia che vivo. Sì, il carisma troverà varie espressioni, diverse a seconda delle realtà del contesto in cui dobbiamo inserirci, ma la fonte della nostra motivazione sarà sempre il nostro carisma. Devo necessariamente ricordare che per la natura stessa della mia professione religiosa sono chiamato ad essere profetico.
La motivazione è di fondamentale importanza se vogliamo essere profetici. Non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che il nostro ministero deve sempre avere una forte dimensione evangelizzatrice. Dobbiamo sempre essere prudenti a non perdere il nostro senso di missione: “quando abbiamo chiaro il ‘perché’, saremo in grado di affrontare qualsiasi ‘come’” (V. Frankl). Questo accade quando la nostra identità e la motivazione sono chiare. Il fatto che siamo coinvolti in attività pastorali di per sé non significa che siamo impegnati nel ministero. Siamo impegnati nel ministero “quando sia la nostra vita che le nostre azioni spontaneamente indicano e promuovono il Regno di Dio” (M. Amalodoes).
Se siamo fedeli al nostro carisma, il nostro ministero avrà sempre una dimensione evangelizzatrice. Quindi una domanda molto pertinente per tutti noi è quella di chiederci quanto sia vivo il carisma per ognuno di noi in questo momento? Ci sta infiammando dentro come accadde per Camillo?
Il mondo della sanità ci offre enormi possibilità per l’evangelizzazione. In un solo giorno passano più persone attraverso le porte di un ospedale che, in una settimana, attraverso le porte di una chiesa. Nessuno sfugge alla possibilità di essere ricoverato in ospedale o di dover visitare qualcuno ricoverato in ospedale. San Camillo percepiva l’ospedale come “la vigna mistica del Signore”, dove “i malati sono i nostri signori e padroni”.
ROMA – CHIESA DELLA MADDALENA
Giubileo della parrocchia ‘San Camillo’
Sabato 5 novembre la Parrocchia ‘San Camillo de Lellis’ di Roma ha celebrato il giubileo nell’Anno Santo della Misericordia: “Sulle orme di San Camillo”, con partenza dalla Chiesa della Maddalena, e con arrivo alla “Porta Santa” della basilica di San Pietro.
Giubileo dei senzatetto
Papa Francesco ha incontrato nell’ambito delle celebrazioni per il Giubileo della misericordia migliaia di senza tetto cominciato venerdì 11 novembre. Domenica 13 novembre migliaia di senza fissa dimora provenienti da tutta Europa hanno partecipato alla Messa presieduta da Papa Francesco. Anche la nostra comunità e la rettoria della “Maddalena”, sabato 12 novembre hanno ospitato circa 90 pellegrini slovacchi, riuniti per una mattina di preghiera, di testimonianza e di celebrazione.
Festa della Madonna della Salute
Il giorno 16 novembre alle ore 19.00, nella chiesa della ‘Maddalena’ si è celebrata con solennità e senso di devozione la festa della Madonna della salute. La celebrazione vespertina è stata presieduta da S.E. card. João Braz de Aviz, Prefetto del Dicastero dei religiosi. In questo contesto di festa, il giovane professo camilliano Nicola Docimo, religioso della Provincia Nord Italiana, è stato ordinato diacono.
8 dicembre – Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
Era la sera del 7 dicembre 1591, quando in questo stesso luogo, Camillo de Lellis e i suoi primi discepoli decisero di donare la loro vita al servizio dei malati. Da quel giorno, i Camilliani non hanno smesso di percorrere le vie del mondo ovunque testimoniando la carità di Dio verso i sofferenti. Camilliani, religiose Figlie di san Camillo e Ministre degli Infermi di san Camillo provenienti da ogni parte del mondo intendiamo fare memoria di quel giorno storico e riaffermare il nostro desiderio di imitare Camillo e suoi primi compagni rinnovando i voti e confermando il desiderio di spendere la vita come lui ha fatto.
Alle ore 16.00, p. Leocir Pessini presiederà la celebrazione eucaristica, nel corso della quale il giovane confratello, Giuseppe Salvatore Pontillo, della Provincia Siculo-Napoletana, emetterò i voti religiosi solenni.
Formula di vita dei Ministri degli Infermi (1599)
Se, ispirato dal Signore Dio, uno vorrà esercitare le opere di misericordia corporali e spirituali secondo il nostro Istituto, sappia che deve essere morto al mondo, cioè ai parenti, amici, cose e a se stesso, per vivere solamente per Gesù Crocifisso sotto il suo soavissimo giogo della perpetua povertà, castità e obbedienza e servizio dei poveri infermi anche appestati, nelle necessità corporali e spirituali, di giorno e di notte, secondo ciò che gli sarà comandato.
Farà questo per vero amore di Dio, per penitenza dei propri peccati, ricordandosi di quanto la Verità, Gesù Cristo, dice: «Ciò che avete fatto a uno di questi minimi miei fratelli, l’avete fatto a me», e altrove: «Ero infermo e mi avete visitato: venite con me, o benedetti, possedete il Regno preparato per voi prima della fondazione del mondo». Infatti, dice il Signore, «con quella misura con cui voi avete misurato gli altri, con la stessa misura sarete misurati voi».
Perciò chi è stato così ispirato dal Signore mediti il significato della perfetta verità di queste parole, approfondisca questo ottimo mezzo per acquistare la preziosa perla della carità della quale il santo Vangelo dice: «quando l’uomo l’ho trovata vende ogni suo bene e la compra». Questa perla è appunto quella che ci trasforma in Dio, ci purifica dalle macchie della colpa, perché la carità copre una moltitudine di peccati.
Perciò chiunque vorrà entrare nel nostro Ordine pensi che deve essere morto a se stesso, se ha ricevuto un così grande dono di grazie dallo Spirito Santo da non curarsi né di morte né di vita, né di infermità, né di salute: ma come morto in tutto al mondo, si dia completamente a compiere la volontà di Dio sotto la perfetta obbedienza ai suoi superiori, rinunciando totalmente alla propria volontà, e ritenga un gran guadagno morire per il Crocifisso Cristo Gesù, Signore nostro, il quale dice: «nessuno ha un amore più grande di colui che dona la propria vita per i suoi amici». […]
Così rinnovato si prepari a patire molto per la gloria di Dio per la salvezza dell’anima propria e del prossimo.
CADIS – BANGKOK
Scarica qui l’invito per il III incontro annuale della leaders della Camillian Disaster Service International (CADIS) che si realizzerà dal 20 novembre al 1 dicembre 2016 a Bangkok presso il Camillian Pastoral Care Center. Il tema dell’incontro sarà “Costruire la resilienza delle comunità vulnerabili attraverso percorsi di innovazione, partnership e lavoro di rete per raggiungere gli obiettivi nel 2020”.
L’evento potrà essere seguito in diretta streaming
I link di seguito sono divisi per giornata. Le trasmissioni verranno registrate per poterle rivedere in seguito.
Stiamo lavorando per rendere visibile la diretta anche dal nostro sito camilliani.org
24 novembre: https://www.youtube.com/watch?v=M8PHEw07Tsw
25 novembre: https://www.youtube.com/watch?v=3ExKmuIlstw
26 novembre : https://www.youtube.com/watch?v=UkWCQ0Ob1uM
ROMA – INCONTRO INTERNAZIONALE DEI CAPPELLANI CAMILLIANI
Dal 4 al 6 novembre 2016, presso la Casa generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane (Lassaliani) di Roma, si è tenuta la Conferenza internazionale dei Cappellani camilliani. L’incontro che ha visto la partecipazione di 42 camilliani, provenienti da 22 paesi diversi, è stato articolato attorno al tema: ‘Cappellania ospedaliera, al cuore del ministero camilliano’.
Leggi qui il resoconto del primo, del secondo e del terzo giorno dell’incontro e il DOCUMENTO FINALE.
TAIWAN
Il 22 ottobre 2016, a Lotung (Taiwan) nella chiesa dedicata a San Camillo sono stati ordinati diaconi due religiosi camilliani della delegazione vietnamita che attualmente stanno studiando teologia a Taiwan: Paolo Hoai e Giuseppe Van. La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Taipei, con la partecipazione di più di 300 fedeli. Dopo la cerimonia, è stato offerto pranzo sociale per tutti i partecipanti.
Il 29 ottobre, come ultimo appuntamento per l’Anno Santo della Misericordia, nella Chiesa di San Camillo a Lotung, si è celebrato il Giubileo degli studenti di tutta la zona di Ilan, con la partecipazione di più di 200 persone, quasi tutti giovani. Molte sono state le attività svolte nel pomeriggio, per far comprendere ancora più profondamente il significato dell’Anno della Misericordia. Il giorno 12 novembre è stata chiusa la Porta Santa nella nostra Chiesa di San Camillo, che era stata indicata dal vescovo con chiesa giubilare. Migliaia sono state le persone che nel corso dell’Anno santo l’hanno attraversata.
PROVINCIA SICULO – NAPOLETANA
È stata restituita ai fedeli, dopo 25 anni, la bella chiesa del Divino Amore dei Camilliani al centro di Napoli, risalente al XVII secolo in via San Biagio dei Librai. Sul portone è scritto “Padri Crociferi” e vi è una maiolica di San Camillo. È conosciuta anche come “chiesa di San Camillo“.
Un ringraziamento a p. Alfredo Tortorella e al suo gruppo di volontari che si sono occupati dei lavori per la riapertura.
PROVINCIA DELLE FILIPPINE
Durante le celebrazioni per il Giubileo straordinario della misericordia, 38 religiosi camilliani delle Filippine e della Provincia thailandese si sono riuniti per il “Camillian Renewal Course” che si è svolto dal 17 al 22 ottobre presso il St. Camillus Pastoral Health-Care Center di Loyola Heights, Quezon City.
Scarica qui il nuovo numero di CamUp – rivista della Provincia delle Filippine
ROMA
Vi segnaliamo la mostra dal titolo “Patria e religione. Religiosi e religiose italiani nella Prima Guerra Mondiale 1915- 1918” che è stata inaugurata il 3 novembre al Vittoriano, all’interno del Museo centrale del Risorgimento.
Sono stati circa 9.400 i religiosi italiani che presero parte alla Grande guerra; provenienti da oltre 40 congregazioni. 572 di loro divennero ufficiali, 592 furono cappellani militari, 362 furono feriti, 320 morirono in guerra e 376 furono decorati.
Questa iniziativa, voluta e a cui ha dato grande impulso il p. Giancarlo Rocca, paolino e studioso della vita consacrata, scaturisce da una felice collaborazione tra diverse istituzioni religiose.
Tra queste, non poteva mancare l’Ordine dei Ministri degli Infermi (camilliani) che fin dalle guerre d’indipendenza è stato presente con i suoi religiosi sui campi di battaglia accanto ai feriti e ai moribondi.
Immagini e testi compongono i 51 pannelli espositivi inseriti all’interno delle sale del museo del Risorgimento, il visitatore si trova a rileggere gli avvenimenti di cento anni fa come una fase di profondo mutamento della realtà e delle coscienze.
Attraverso i volti e le storie dei tanti religiosi e religiose che si trovarono a vivere la loro testimonianza di fede sia nei servizi ospedalieri, al fianco di uomini che riportavano ferite e che spesso trovavano la morte in combattimento, ma anche come combattenti.
Sono, infatti, circa diecimila i religiosi richiamati in guerra, molti dei quali si ritrovarono a vivere la terribile esperienza delle trincee confrontandosi con interrogativi che coinvolgevano le loro scelte di vita più intime e personali.
Particolarmente toccanti e struggenti le testimonianze scritte di alcuni di questi, che pur uniti nella fede, si ritrovarono nemici in guerra costretti ad uccidersi non per propria colpa, ma per necessità, in risposta alle atroci norme del conflitto in corso. Si lascia immaginare la devastazione che le proprie coscienze subirono.
Proprio per tali motivi alla fine della Guerra, la Santa Sede, con decreto del 15 ottobre 1918, emesso dalla Sacra Congregazione Concistoriale, stabilì che tutti gli ecclesiastici (sacerdoti, seminaristi e fratelli laici degli istituti religiosi che avevano partecipato alla guerra) seguissero un corso di esercizi spirituali, prima di rientrare nelle loro sedi per rimettere ordine nelle loro coscienze ed esperienze di guerra prevedendo nei casi più gravi il ricorso alla Santa Sede.
Notevole fu quindi la stima e la riconoscenza per l’apporto dato dai vari Ordini religiosi, sia maschili che femminili, al fronte attraverso l’assistenza ai malati fisica e spirituale in un teatro terribile di morte e dolore, pagando molto spesso con la propria vita. (a cura di Luciana Mellone – Archivio Generale Camilliano)
PROVINCIA DEL BRASILE
Dal 28 al 30 di ottobre si è tenuto, presso la comunità Pio X (Cotia – Brasile) il secondo incontro vocazionale del 2016. Tema dell’incontro: “Rispondendo alla mia vocazione partendo dalla Vita consacrata camilliana” (Respondendo a minha vocação, assumindo a Vida Religiosa Consagrada Camilian).
Il 17 dicembre sarà ordinato sacerdote il confratello Mauricio Gris. La celebrazione sarà presieduta da S.E. Odelir Magri.
Il 2 novembre, il padre provinciale, Antonio Mendes Freitas, ha presieduto la Santa messa nella Chiesa dei religiosi camilliani di San Paolo. Hanno partecipato alla celebrazione religiose, seminaristi e le famiglie dei nostri religiosi defunti. (02 prime immagini)
Incontro dei formatori della Provincia brasiliana
Dal 14 al 16 ottobre 2016 ha avuto luogo l’incontro dei formatori della Provincia brasiliana. E ‘stato un momento di incontro, di condivisione e di preghiera. 17 sono stati i seminaristi che hanno partecipanto (aspiranti, postulandi, novizi) e 7 formatori delle diverse fasi formative.
DELEGAZIONE IN KENYA
Domenica 6 novembre durante la celebrazione del sacramento della Cresima ad alcuni fedeli della parrocchia, Mons. Philip A. Anyolo, Vescovo della Diocesi di Homabay (Kenya), ha onorato San Camillo e i Camilliani dedicando la chiesa parrocchiale al nostro santo Fondatore. Il nome è stato cambiato da S. Giovanni Battista a Parrocchia di San Camillo de Lellis.
Sabato 19 novembre si celebrerà la professione perpetua di 4 giovani confratelli presso il Seminario San Camillo di Nairobi: Dennis Gekondo Atandi; Dominic Mutuku Nthenge; John Mwangi Kariuki; Patrick Kamuya Makau. Sarà presente anche p. Gianfranco Lunardon, Segretario generale dell’Ordine.
VICE PROVINCIA DEL PERÙ
Lo scorso 4 novembre è stata celebrata una messa a suffragio del padre Giuseppe Villa Cerri, sacerdote camilliano amato e ricordato per il suo lavoro nella missione camilliana nel settore della gioventù, al Ministero della Salute e per la sua opera come cappellano in Perù. La messa si è svolta nel pomeriggio, presso il Centro di Formazione Salute, “CEFOSA” San Camilo. È stata concelebrata da alcuni confratelli e presieduta da Padre Enrique Gonzales, Vice Provinciale.
«Ecco, ora svaniscono. I volti e i luoghi, con quella parte di noi che, come poteva, li amava, per rinnovarsi, trasfigurati, in un’altra trama!» (T.S. Eliot)
GIUSEPPE VILLA CERRI
(1933-2016)
Leggi il necrologio ed il vivido ricordo sintetizzato dai Confratelli della Vice Provincia del Perù.
«Ora vivono in Cristo, che hanno incontrato nella Chiesa, seguito nella nostra vocazione, servito nei malati e sofferenti. Nella fiducia che il Signore, la Vergine Santa nostra Regina, san Camillo – i beati Luigi Tezza e Giuseppina Vannini – e i nostri Confratelli e Consorelle defunti li accoglieranno fra loro, li affidiamo nella preghiera ricordandoli con affetto, stima e gratitudine».
PROVINCIA SPAGNOLA
Venerdì 21 ottobre, è stata inaugurato un nuovo master post-dottorato del Centro de Humanización de la Salud (CEHS) per i 115 studente che si sono immatricolati lo scorso anno 2016-17. In questa occasione fr. José Carlos Bermejo ha tenuto una conferenza dal titolo: “Resilencia: oportunidades de crecimiento en la adversidad”.
Saranno più di 600 le persone che parteciperanno alla XII Jornadas sobre Duelo organizzata dal Centro de Humanización de la Salud il 16 e il 17 di novembre.
In questa edizione, i seminari si svolgeranno in un unico giorno, lasciando il venerdì ad altre attività come una tavola rotonda, lavori sopra casi reali accompagnati da Marisa Magaña, direttore del centro di ascolto, una conferenza sull’attaccamento e il distacco e un’attività speciale che omaggerà tutti i partecipanti.
Parteciperanno alla Giornata come relatori: José Carlos Bermejo, Direttore del Centro de Humanización de la Salud, Marisa Magaña, responsabile del CE San Camilo, Valentín Rodil, responsabile dell’Unidad Móvil de Intervención -UMI- Del Centro de Escucha, Alejandro Rocamora, psichiatra, Marta Villacieros, responsabile dell’area di investigazione del CEHS, Silvia Chaves, Presidente dell’Associazione vittime di incidente di Germanwings, Sara Castro, del CE de Zamora, o Montserrat Esquerda.
ROMA – CAMILLIANUM
INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2016-2017
Mercoledì 23 novembre 2016
Nella Cappella di Villa Sacra Famiglia ci sarà la Concelebrazione Eucaristica presieduta da p. Leocir Pessini, Moderatore Generale del Camillianum. Seguirà Nell’Aula Magna “Emidio Spogli” il saluto del Moderatore Generale p. Leocir Pessini e la relazione dell’anno accademico 2015-2016 svolta dalla Prof.ssa Palma Sgreccia Preside del Camillianum. A seguire la Lectio Magistralis “Amoris Laetitia. Riflessioni sull’Educazione e sull’Amore” proposta da S.E.R. Mons. Enrico dal Covolo. Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense.
AGENDA DEL GENERALE
Dal 13 al 20 novembre p. Leocir Pessini sarà in visita alle Comunità Camilliane della Provincia Tedesca in Germania ed in Olanda.
Dal 23 al 25 novembre parteciperà al raduno semestrale dell’Unione dei Superiori Generali a Roma.
Dal 23 novembre al 4 dicembre, insieme con p. Cipriano sarà in visita ai Confratelli di Haiti.
Dal 9 al 12 dicembre, con p. Laurent Zoungrana, incontrerà i Confratelli della comunità di Lourdes (Francia).
GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA
PAPA FRANCESCO ULTIMA UDIENZA GIUBILARE
Misericordia e Inclusione
In questa ultima udienza giubilare del sabato, vorrei presentare un aspetto importante della misericordia: l’inclusione. Dio infatti, nel suo disegno d’amore, non vuole escludere nessuno, ma vuole includere tutti. Ad esempio, mediante il Battesimo, ci fa suoi figli in Cristo, membra del suo corpo che è la Chiesa. E noi cristiani siamo invitati a usare lo stesso criterio: la misericordia è quel modo di agire, quello stile, con cui cerchiamo di includere nella nostra vita gli altri, evitando di chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze egoistiche.
Nel brano del Vangelo di Matteo che abbiamo appena ascoltato, Gesù rivolge un invito realmente universale: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (11,28). Nessuno è escluso da questo appello, perché la missione di Gesù è quella di rivelare ad ogni persona l’amore del Padre. A noi spetta aprire il cuore, fidarci di Gesù e accogliere questo messaggio d’amore, che ci fa entrare nel mistero della salvezza.
Questo aspetto della misericordia, l’inclusione, si manifesta nello spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare gli altri in base alla condizione sociale, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione: davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio. Colui che trovo nel mio lavoro, nel mio quartiere, è una persona da amare, come ama Dio. “Ma questo è di quel Paese, dell’altro Paese, di questa religione, di un’altra… È una persona che ama Dio e io devo amarla”. Questo è includere, e questa è l’inclusione.
Quante persone stanche e oppresse incontriamo anche oggi! Per la strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici… Lo sguardo di Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi. E il nostro cuore com’è? È misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo? Il Vangelo ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace, e a far parte della Chiesa, che è il corpo di Cristo.
Come sono vere le parole di Gesù che invita quanti sono stanchi e affaticati ad andare da Lui per trovare riposo! Le sue braccia spalancate sulla croce dimostrano che nessuno è escluso dal suo amore e dalla sua misericordia, neppure il più grande peccatore: nessuno! Tutti siamo inclusi nel suo amore e nella sua misericordia. L’espressione più immediata con la quale ci sentiamo accolti e inseriti in Lui è quella del suo perdono. Tutti abbiamo bisogno di essere perdonati da Dio. E tutti abbiamo bisogno di incontrare fratelli e sorelle che ci aiutino ad andare a Gesù, ad aprirci al dono che ci ha fatto sulla croce. Non ostacoliamoci a vicenda! Non escludiamo nessuno! Anzi, con umiltà e semplicità facciamoci strumento della misericordia inclusiva del Padre. La misericordia inclusiva del Padre: è così. La santa madre Chiesa prolunga nel mondo il grande abbraccio di Cristo morto e risorto. Anche questa Piazza, con il suo colonnato, esprime questo abbraccio. Lasciamoci coinvolgere in questo movimento di inclusione degli altri, per essere testimoni della misericordia con la quale Dio ha accolto e accoglie ciascuno di noi.
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