Riflessione sulle parrocchie soprattutto se Camilliane di p. Rosario Messina
Le riflessioni precedenti ci portano necessariamente a concludere che, per noi cristiani, la Domenica è un giorno troppo importante per poterne fare a meno. Solo se torneremo ad amarla e a viverla come Pasqua settimanale, ci convinceremo che non possiamo ridurla ad un semplice dovere da sbrigare nell’arco di un’ora. L’incontro vivo e gioioso con Gesù Risorto deve necessariamente infatti ravvivare la fede, rafforzare la speranza, alimentare la carità da testimoniare nei successivi sei giorni. Ci nutriamo della Parola di Dio e della Eucaristia ogni domenica, proprio per ricaricarci alla sorgente e potere così, durante la settimana, scoprire e visitare “tanti tabernacoli nelle case.” Quanti disabili infatti, anziani, malati mentali, malati terminali attendono una carezza, una parola di coraggio, di conforto, di speranza, un bicchiere d’acqua per placare l’arsura della sete o gustare un momento di sollievo, non potendosi alzare dal letto e passeggiare sostenuti da un braccio amico.
Celebrare quindi ogni domenica la Pasqua del Signore, esercitandoci a credere sulla parola di Gesù, che in un po’ di pane consacrato è presente Lui in corpo sangue anima e divinità, ci faciliterà molto più facilmente a scoprire e adorare lo stesso Gesù in ogni uomo che soffre. “Sollevare un povero, un malato –scriveva infatti San Giovanni Crisostomo – è sollevare Gesù Cristo; ad ogni ora del giorno i laici possono diventare preti di Gesù Cristo, investiti dello splendore di un nuovo sacerdozio. Qual è il nostro altare? Il povero, il malato. E la vittima? La carità, il cui profumo sale fino al cielo.”
Altrettanto gioiose e consolanti sono le Beatitudini che San Camillo, Patrono dei malati e di quanti li assistono, rivolgeva ai suoi figli immersi con le mani dentro la “pasta della carità.”Beati voi, che avete una così buona occasione di servire Dio al letto dei malati! Beati voi, se potrete essere accompagnati al tribunale di Dio, da una lacrima, da un sospiro di questi poverelli infermi”! Madre Teresa oggi Santa, ci suggerisce in maniera sublime, quali gesti compiere ogni giorno, proprio perché l’Eucaristia domenicale o giornaliera, produca piccoli ma preziosi gesti d’amore:“dobbiamo dare servizio immediato ed effettivo ai più poveri fra i poveri, per tutto il tempo che non hanno nessuno per aiutarli: dando da mangiare agli affamati non solo di cibo, ma anche della Parola di Dio. Dando da bere agli assetati: non solo di acqua, ma anche di conoscenza, di pace, di verità, di giustizia e di amore. Vestendo gli ignudi: non solo con abiti, ma anche di dignità umana. Dando alloggio ai senza tetto: non solo un rifugio fatto di mattoni, ma un cuore che comprende, che protegge, che ama. Curando i malati e i moribondi: non solo il corpo, ma anche lo spirito e la mente. Ai bambini e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, offri sempre un bel sorriso: non dare loro soltanto le cure, ma anche il tuo cuore.”Un modo semplice e sublime di vivere le opere di misericordia, alimentato da una segreta gioia evangelica attinta ogni domenica dall’incontro con Gesù Eucaristia.
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